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Jimin aveva deciso di rallentare davvero i ritmi, era riuscito a tornare ad un buon livello fisico e non voleva più litigare con Jungkook, che nonostante le sue parole dolci di quella famosa sera, continuava ad avere uno sguardo abbastanza critico sui suoi orari di allenamento e una parola sarcastica per ogni suo ritardo o dimenticanza - anche quella più futile, tipo le chiavi di casa negli spogliatoi della palestra.

«Non vai ad allenarti oggi?».

Yoongi lo fissava dalla soglia della sua stanza e Jimin scosse il capo, stava controllando di aver preso tutto.

«Allora dove stai andando, scusa?» mormorò il maggiore abbastanza confuso, solitamente Jimin spariva all'alba per rientrare ad orari improponibili, era stupito che non corresse di nuovo in palestra.

«Da Jungkook, devo farmi perdonare per questo periodo.» sussurrò con un mezzo sorriso e Yoongi pensò che il suo fratellino fosse veramente dolce, nessuno gli toglieva dalla mente l'idea che fosse stato Jungkook a deviarlo.

«E come mai esci così presto?» chiese indicando la sveglia sul comodino, che segnava le otto e mezzo del mattino.

«Uhm, ho convinto Yugyeom a portare a fare colazione Kookie, così io posso preparare la sua camera per stasera - è stato così gentile da lasciarci soli e andare da BamBam per passare la notte.» spiegò controllando nuovamente la borsa: non aveva organizzato chissà che cosa, non avrebbe acceso candele o messo petali di rose, anzi tutt'altro ... Sperava solamente che Jungkook non lo uccidesse.

«Io ora corro! Ci vediamo domani, Hyung!».

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Jungkook si era chiesto perché Yugyeom lo avesse buttato fuori dal letto a quell'ora di sabato mattina, ma dopo la passeggiata e la colazione abbondante aveva deciso di chiudere tutti quei pensieri fuori dalla sua mente.
Sperava che Jimin fosse libero quel giorno, magari avrebbe fatto allenamento solo per le prime ore della mattina e avrebbero avuto per loro tutto il pomeriggio.

«Ciao ragazzi!».

Jungkook sussultò a quella voce, alzò velocemente lo sguardo e lo intrecciò con quello di Jimin, che se ne stava appoggiato alla porta d'ingresso dell'appartamento con un sorriso radioso in volto.
Yugyeom lo salutò con un sorriso e poi lasciò i due da soli, solo in quel momento si accorse del borsone di Jimin.

«Andiamo da qualche parte?» domandò Kookie cercando di reprimere un sorriso enorme sul volto, non voleva che Jimin pensasse che la sua sola presenza lo rendesse euforico, voleva farlo penare un po'.

«Uhm, vedrai!».

Il ragazzo dai capelli arancioni sembrava così felice e Kookie non riuscì a tenergli il broncio a lungo, così si avvicinò velocemente al suo ragazzo per lasciargli un bacio a fior di labbra.

«Ora sono curioso.» sussurrò e Jimin prendendolo per mano lo trascinò fino alla sua auto.

Il tragitto non durò molto e Jungkook rimase con la bocca aperta quando si ritrovò di fronte all'entrata della galleria di fotografia organizzata da uno degli studi più importanti di Seoul.

«Sapevo che volevi venirci, quindi mi sono procurato i biglietti.» sussurrò con un sorriso e Jungkook gli buttò le braccia al collo, mentre la gente che passava fissava entrambi come se avessero la peste.

«Jiminie grazie! Ti saranno costati una fortuna, ti amo così tanto.» mormorò prima di baciarlo, non gli importava niente degli sguardi della gente su di loro, era così felice in quel momento.

«Forza, entriamo».

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Jimin aveva pensato che fosse una buona idea portarlo a quella mostra, vederlo felice era stato qualcosa di altamente soddisfacente, ma dopo due ore Jimin desiderava terribilmente essere nel suo letto a dormire.
Non ci capiva quasi niente e nonostante Kookie cercasse di coinvolgerlo, lui riusciva a seguire i suoi ragionamenti fino ad un certo punto.
Per sua fortuna l'ora di pranzo aveva portato con sé la fame e quindi Jimin era riuscito a convincere Kookie ad andare a pranzare.
Durante tutto il tempo Jungkook aveva continuato a parlare della mostra e delle fotografie, Jimin sorrideva ed annuiva: osservava attentamente i lineamenti del volto di Kookie, si perdeva nei suoi occhi color cioccolato, si soffermava a divorare con lo sguardo le sue labbra rosse e invitanti e si lasciava avvolgere dalla sua voce calda e rassicurante.
Se ne stava lì, a contemplarlo e Jimin prese coscienza ancora di più di quanto lo amasse, di quanto significasse per lui Jungkook.
Non era una cotta, non era un amore passeggero; ora lo capiva.

«Mi stia ascoltando?» domandò Jungkook interrompendosi all'improvviso.

«Sai che sei bellissimo, Bunny?» rispose Jimin poggiando la guancia destra sulla sua mano destra.

«C-Cosa ...?».

Jungkook arrossì terribilmente a quelle parole e Jimin lo trovò adorabile, gli era mancato il suo dolce e timido coniglietto.

«Ho solo detto che sei bellissimo, niente di troppo strano.»

Jungkook divenne ancora più rosso in volto e il maggiore portò una mano a sfiorargli la guancia in fiamme.

«Ti amo, Jungkook ... Mi sembra di non dirtelo abbastanza spesso.» sospirò piano il ragazzo dai capelli arancioni e Kookie gli sorrise.

«Non preoccuparti, me lo ripeti abbastanza spesso, ma non è un problema: continua pure a dirlo.» sussurrò con le guance in fiamme e Jimin sentì le sue scaldarsi un po'.

«D'accordo, ti amo Bunny.»

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«Non ci credo che mi hai obbligato a guardare quel cartone animato! Quanti anni hai, Bunny?».

Il ragazzo dai capelli corvini sbuffò e aprì la porta del suo appartamento con un leggero broncio.
Dopo il pranzo erano andati a fare una passeggiata al parco, poi dopo una crepes veloce erano andati al cinema, la loro cena era stata composta da del gelato sulla strada del ritorno e ora erano appena arrivati da Jungkook.
Jimin era agitato, sperava che la sua sorpresa e che quella giornata in generale lo avesse messo di buon umore e che avesse capito quanto ci tenesse a lui.

«Uhm, l'alternativa era il film horror appena uscito, ma qualcuno qui mi ha implorato di non sceglierlo.» mormorò per stuzzicarlo e Jimin alzò gli occhi al cielo.

«Antipatico.»

Ridendo e scherzando si spinsero verso la camera da letto del minore, che nel frattempo s'era accorto dell'assenza di Yugyeom in casa - ne era al quanto felice, voleva stare da solo con Jimin in quel senso.
Aprì la porta della stanza ancora con il sorriso sulle labbra e rimase sorpreso quando al suo interno, sparse sulle pareti trovò un sacco di foto appese ... Tutte ritraenti loro due insieme o solo Jimin o solo Kookie di quei mesi passati insieme.
Le riconosceva tutte, sapeva esattamente dove e quando fossero state scattate.
Sentì gli occhi farsi lucidi e si voltò di scatto verso il suo ragazzo, che lo fissava mordendosi il labbro inferiore, forse preoccupato della sua reazione.

«Jimin ...».

«So che non sono candele e petali di rose, ma non sono esattamente il tipo, penso che questo sia più nel mio stile ... E-».

Jungkook si fiondò sulle sue labbra per zittirlo, non voleva fiori e candele, non voleva niente di più di quello che Jimin gli dava ogni giorno.

«Ti amo.»

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