Jungkook era agitato, continuava a tormentarsi le mani nell'attesa dell'arrivo del ragazzo dai capelli arancioni; era fermamente convinto che la sua idea di figurarsi un mandarino lo avrebbe salvato dall'imbarazzo e da possibili figuracce, ma si sa perfettamente che lo cose non vanno mai secondo i piani e il moro iniziò a capirlo quando vide venire verso di lui Jimin con indosso una giacca di pelle nera, una t-shirt bianca e dei jeans scuri strappati.
Sarebbe stato tutto molto più semplice se il ragazzo non fosse stato così attraente o non assomigliasse nemmeno un po' al tipo ideale di Kookie, ma Jimin era sia attraente, che il suo tipo ideale di ragazzo, quindi già sapeva come sarebbe andata a finire quella serata.
Pensare a lui come un mandarino? Non avrebbe mai funzionato, ormai ne era certo al cento per cento e la sua convinzione si rafforzò quando il ragazzo lo salutò con un sorriso enorme sul volto.
Jungkook arrossì e alla mente gli tornarono gli avvenimenti del pomeriggio precedente, tra cui quel dannatissimo bacio, che non solo gli era piaciuto, ma lo imbarazzava da morire.
«Jungkookie! Pensavo che mi avresti dato buca, sai?».
Il moro sospirò e si diede dell'idiota: nessuno lo aveva costretto ad uscirci, eppure lui era andato a quella specie di appuntamento di sua volontà, voleva sbattere la testa da qualche parte, ma si limitò ad accennare un sorriso e passarsi una mano sul retro del collo in imbarazzo.
«N-Non farti idee strane, sono solo i s-sensi di colpa per i soldi c-che hai dovuto sborsare.» mormorò arrossendo di più e spostando lo sguardo sull'altro lato della strada per non fissare negli occhi il ragazzo di fronte a lui, che lo osservò con un sorriso più dolce in volto, trovandolo estremamente adorabile.
«Se ne se convinto tu, forza andiamo.»
Jimin lo afferrò per un polso e iniziò a trascinarselo dietro, mentre Jungkook non poteva che seguirlo stando al suo passo e cercando di non pensare ai brividi che quella presa gli provocava.
Camminarono a lungo, d'altronde nessuno dei due possedeva un auto e Jimin non aveva voluto chiederla a suo fratello, dato che non aveva voluto specificare dove stesse andando o con chi stesse uscendo, sicuro che Jungkook avrebbe raccontato tutto a Taehyung quel lunedì - fino a quel momento voleva stare in santa pace, senza essere tartassato di domande dal suo migliore amico.
«Arrivati!» mormorò entusiasta Jimin aprendosi in un sorriso enorme e Kookie fissò il locale di fronte a lui inclinando leggermente il capo verso destra, gesto che Jimin trovò adorabile.
«Sushi? Cioè tu mi stai portando a mangiare sushi? Non è un po' scontato.»
Jimin s'imbronciò a quelle parole e Jungkook pensò che fosse molto carino, sembrava quasi dolce e innocente in quel momento, anche se il suo abbigliamento e il suo atteggiamento di cinque minuti prima dimostravano tutt'altro.
«Avevo voglia di mangiare sushi, se non ti sta bene la prossima volta scegli tu Bunny.»
Jungkook arrossì sia per il soprannome, sia perché Jimin avesse lasciato intendere che ci sarebbe stata una prossima volta: voleva uscire ancora con lui? Perché?
Il moro sospirò dandosi dell'idiota da solo: lo aveva baciato, quindi un motivo c'era se stava uscendo con lui, ma non riusciva a capire come fosse possibile, si conoscevano sì e no da qualche settimana e avevano parlato circa quattro, cinque volte di cui la maggior parte erano stati battibecchi.
Era lui strano? O Jimin correva troppo? O semplicemente il ragazzo dai capelli arancioni voleva portarselo a letto? Non aveva pensato a quella possibilità fino a quel momento e il moro storse il naso al sol pensiero: non voleva essere una conquista, non voleva essere utilizzato.