32.🌹

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Kyle's pov

Apro gli occhi e per un attimo mi dimentico dove sono. Appena il mio cervello si riconnette e ricordo di essere a casa di Alice, sospiro.

Mi ha perdonato. Non completamente, ma lo ha fatto.

Adesso però devo trovare il modo di dirgli quello che è successo, in parte ovviamente. Non posso dirle proprio tutto. Non posso spezzarle il cuore così.

Stanotte, sapere che lei era in un'altra stanza, è stata una tortura. Ma sua madre non mi vede ancora di buon occhio, perciò è meglio così.

Mi alzo e indosso un paio di pantaloni della tuta e una canottiera. Qui non fa freddo come a New York, poi qua dentro ci sono anche i riscaldamenti accesi, per me è come se fossimo in estate.

Mi guardo allo specchio e ho i capelli spettinati, ma sono ancora le 10, non dobbiamo uscire e non ho voglia di sistemarli. E poi ad Alice piacciono così.

Le ho detto che la amo. Ho detto quelle due parole per la prima volta e mi sento libero, come se mi fossi tolto un peso.

Certo, magari avrei potuto dirglielo in un modo più romantico, non mentre litigavamo, ma sentivo di doverglielo dire.

Sorrido come un ebete di fronte al mio riflesso. Come mi ha ridotto quella ragazza?

Scuoto la testa ed esco dalla camera dirigendomi verso la fine del corridoio. La porta è socchiusa, perciò la apro lentamente e la vedo dormire beatamente stringendo un peluche enorme. La mia piccolina.

Mi dirigo verso la cucina e, appena entro, Beatrice mi augura il buongiorno, che ricambio.

"Andrea?" chiedo.

"Lavora" risponde semplicemente lavando la tazzina che ha usato per prendere il caffè. "Io ora ho un impegno, ti preparo la colazione e vado" si offre.

"Non si preoccupi, mi serve solo che mi dice dove posso trovare alcune cose, volevo portare la colazione a letto ad Alice, così vado anche a svegliarla" le sorrido. Sta davvero provando ad andare d'accordo con me.

Si asciuga le mani e si volta verso di me.

"Grazie Kyle, per tutto quello che fai per mia figlia" dice e mi abbraccia stupendomi. Che sta succedendo? Ricambio titubante l'abbraccio, ma si stacca qualche secondo dopo. "Scusa, ma non sono ancora del tutto abituata ai tatuaggi"

"Non si preoccupi, anzi, apprezzo il fatto che ci prova" sorrido.

"Oh non darmi del lei, mi sento vecchia così" ridacchia. "Comunque, cosa volevi sapere?"

"Vorrei prepararle i pancakes, un po' di spremuta e il cappuccino" spiego.

"Allora, sei fortunato perché ieri ho fatto i pancakes ed è rimasto l'impasto, è in frigo, le arance anche e per il cappuccino devi semplicemente mettere le capsule per il cappuccino qui e premere questo pulsante, le capsule sono sulla mensola in alto, nel sacchetto marrone scuro" mi spiega e io annuisco. "Adesso vado a cambiarmi o arriverò in ritardo, divertitevi" dice uscendo di corsa dalla cucina.

Nel frattempo mi metto a lavoro. Prendo l'impasto dal frigo, dove trovo anche una bottiglietta di cioccolato liquido, dopodiché preparo i pancakes e ci verso il cioccolato sopra.

Vado di nuovo verso il frigo e prendo le arance per la spremuta. Noto anche delle fragole, ne prendo alcune e le sistemo nel piatto con i pancakes.

Preparo la spremuta per entrambi e il cappuccino. Qui il caffè lo prendono in modo diverso rispetto alle persone in America. Alice mi ha sempre detto che lì il caffè è più acquoso, mentre qui è più concentrato.

Come inchiostro sulla pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora