33 - luce bianca

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Hogwarts
Studio privato di Severus Piton
15 giugno 1998, ore 11,30 P.M

Tienimi la mano.
Non lasciarmi.
Stringimi.
E guardami.
Lasciami perdere nei tuoi occhi neri.
Ricordami che posso smettere di avere paura.
E parlami.
Ancora.
Con la tua voce fatta di ghiaccio rovente.
Con i tuoi accenti così profondi da farmi vibrare lo sterno.
E l'anima.
Dimmi ancora una volta perché possiamo essere felici.
Spiegami che basta allungare le dita.
E afferrarla.
La felicità.
Raccontami di nuovo come hai sconfitto il male.
Come hai distrutto la tua eterna condanna.
Parlami di te, Severus.
E parlami di noi.
In piedi in un'aula umida che ha smesso di farci da rifugio.
Davanti ad un fuoco spento.
E ad una storia che bramo di sentirmi narrare.
Mi guardi in silenzio.
Tu non parli mai.
Anche se sai che questa volta sarai costretto a farlo.
A raccontarmi la nostra storia.
E la storia di come il mondo potrà finalmente prendere fiato.
La storia di un uomo nero.
Pieno di luce nascosta.
E di una giustizia che ha vinto le tenebre.
Fai un passo verso il centro di una stanza deserta.
Slacci il mantello con la tua eleganza disarmante.
Lo appoggi allo schienale della poltrona.
Mi prendi la mano.
Mi trascini su un divano che ha conosciuto i nostri sospiri.
E che sa riconoscerli.
Ti accarezzo la guancia.
Sorrido.

-    "Dimmi cos'è successo, Severus.
Non ricordo nulla, se non un bruciore devastante, ed una luce azzurra..."

Mi porti una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
In quel modo di prendere tempo che ti sei sempre lasciato scappare, davanti alle parole che fatichi a dirmi.
Davanti alle storie che parlano di te.
E della meraviglia che ti porti ben nascosta dentro.
Punti gli occhi nei miei.
Ed io mi lascio trafiggere dalle loro fiamme gelate.
E magiche.
Che amo fino a sentir mancare il respiro.

-    "Non so cosa sia successo, Hermione.
So solo che quando la magia malvagia di Voldemort è entrata in contatto con il tuo corpo, un'aura magica straordinaria si è liberata nella stanza.
L'aria ha vibrato.
Una luce bianca ha avvolto ogni cosa.
Mi è entrata in bocca.
Mi ha saturato i polmoni.
Profumava di erba tagliata e di bosco.
Aveva l'odore della mia vita.
E ti ho vista cadere.
Pensavo di morire.
Ma sapevo di non poterlo fare.
Di dover restare in vita per mettere fine a quella follia.
E a tutto quell'orrore.
Per sempre.
Voldemort ha alzato la bacchetta per attaccare di nuovo.
Mi ha scagliato contro un Avada Kedavra urlato con rabbia.
Mi ha colpito.
Ero distrutto dal dolore.
Devastato dal vederti cadere a terra sotto un suo incantesimo di morte.
Ho sentito un bruciore lacerante all'altezza del cuore.
E poi un calore denso salirmi dallo stomaco.
Come se un qualcosa di magico stesse cicatrizzando le mie ferite.
La pozione con la piuma di fenice stava facendo da rigenerante al mio corpo.
Mi stava impedendo di morire.
Ho impugnato la bacchetta.
Gli occhi di Voldemort si sono velati di meraviglia.
E di terrore.
Gli ho scagliato addosso la maledizione che uccide.
L'ultima della mia vita logora.
Sapevo che non ce ne sarebbero state altre.
In un modo o nell'altro quella lo sarebbe stata.
L'ultima.
Che fosse morto lui.
O che fossi morto io.
Dalla mia bacchetta è scaturita una luce del colore del mare.
Come cantava la profezia.
Non so che magia fosse.
Non era quella che avevano pronunciato le mie labbra.
È stata la tua aura bianca, Hermione.
Quella emanata dal tuo corpo.
Quella che mi aveva posseduto il respiro.
Entrando dentro di me.
L'incantesimo lo ha colpito in pieno petto.
E lui non era pronto.
Si è lasciato travolgere come un ragazzino.
L'ho visto accasciarsi sulle ginocchia.
Guardarmi con lo stupore dipinto sul viso.
Un rantolo sordo è uscito dalle sue labbra di serpente.
E poi più niente.
Solo il suo corpo sudicio riverso per terra.
E il tuo, a poca distanza."

Fai una pausa.
Mi guardi negli occhi.
Vedo una paura scomparsa da troppo poco tempo riaffiorare nelle tue iridi scure.
Fai un sospiro.
Poi sorridi.
Mi abbracci.

-    "Non saresti potuta sopravvivere al suo incantesimo, Hermione.
Se tu... se tu non avessi nelle vene una vita diversa da quella degli uomini.
Ed è stata la tua vita, quella di un popolo lontano, a rendere diverso il mio, di incantesimo.
Non la pozione.
Quella serviva per difendermi.
Per fargli credere di aver vinto.
Per illuderlo di essere il più forte.
Ed abbassare le sue difese.
Dopo avermi scagliato addosso una magia che non avrebbe potuto lasciarmi scampo.
Se non fosse stato per te.
Per il tuo sangue magico, di una magia antica.
Perché quello no, non poteva prevederlo.
Nessuno avrebbe potuto.
Sei stata tu a rendere tutto possibile, Hermione.
È stata la vita magica del tuo popolo.
E non chiedermi come.
Perché non lo so.
Forse lo scoprirò.
Forse no.
Ma non so nemmeno più se mi importa.
So solo che le leggende narrano di un popolo immortale.
E tu, ragazzina, sei sopravvissuta alla morte.
Così come sono sopravvissuto io.
Respirando la tua luce.
E nutrendomi della pozione che grazie a te ho potuto distillare."

Mi sembra tutto così strano.
Così assurdo.
Eppure così reale.
Le tue mani tremano.
Stringono le mie in un abbraccio muto.
Gonfie di una libertà che non hanno mai potuto assaporare.
E alla quale adesso stentano a credere.
Così come stento a crederci io.
Concediti questa vittoria, Severus.
Lascia che ti riempia il petto.
Che ti inondi di gioia.
Non averne paura.
Perché adesso si può.
Ed io non so cosa voglia dire immortale.
Non so cosa scorra nelle mie vene.
Ed adesso anche nel tuo respiro.
So solo che, se un per sempre esiste, io voglio passarlo con te.
Mio coraggioso mago dagli occhi neri.
Pieno di un amore che finalmente hai saputo lasciar uscire dalla labbra.
Di una verità che finalmente hai potuto svelare.
Ad una platea immobile.
Agli occhi di due ragazzini senza più parole.
Che ti hanno sempre considerato un mostro.
Ammutoliti improvvisamente di fronte al racconto di un uomo che ha sacrificato una vita intera per la giustizia.
Senza mai poterlo dire a voce alta.
Senza mai poter piangere.
Ed adesso Harry racconterà la tua storia.
Lascerà che si amplifichi tra le mura di un castello distrutto dall'odio.
Che rimbombi in tutta la sua incredibilità.
In tutto il suo splendore.
E il mondo saprà chi sei.
Finalmente.
E saprà chi siamo noi.
Due anime sole.
Diverse.
Che si sono trovate all'ombra di un laboratorio nascosto.
Che si sono scoperte con paura.
E che si sono lasciate travolgere da un amore che è riuscito a superare tutto.
Persino noi stessi.
E che non si è fatto intrappolare dalle convenzioni.
Dalle differenze.
E dall'orrore.
Un amore che se n'è fottuto di tutto.
E che ha continuato a bruciare.
Il mangiamorte traditore è morto questa notte, Severus.
Ed adesso di te si canterà la storia dell'uomo nero.
Votato al bene.
All'amore.
E a questo mondo che lo ha sempre solo saputo prendere a schiaffi.
E si vergogneranno, Severus.
Faranno ancora fatica ad incontrare i tuoi occhi.
Rammaricandosi di non averlo saputo riconoscere.
Quell'uomo pieno di meraviglia nascosta.
E qualcuno dirà che lo aveva sempre saputo.
Qualcuno ti darà la colpa di aver mentito.
E di averlo fatto troppo a lungo.
Troppo bene.
Qualcun altro non si fiderà ancora.
Guardandoti con sospetto.
Non lo so.
E non mi importa.
So solo che oggi prenderò la tua mano, ed entrerò in una stanza resa muta dallo stupore, a testa alta, in mezzo alla gente.
Io, la ragazzina con una storia alla quale è difficile credere.
Con te.
Il professore taciturno.
Che ha stracciato la maschera del traditore.
E che adesso, finalmente, può scoprire il suo volto.
Un'elfo ed un eroe varcheranno la porta della sala grande questa notte.
E nessuno saprà come chiederci scusa.
Soprattutto a te, Severus.
Meraviglioso uomo dagli occhi pieni di fiamme.
Meraviglioso mago dall'anima triste.
E dal passato scomodo.
Ma adesso resta qui con me, Severus.
Nascosti da tutto, ancora un altro po'.
Chiudiamo il mondo fuori.
Concediamoci questa vittoria.
Questa libertà difficile persino da immaginare.
Nutriamoci del nostro amore finalmente pulito.
Senza più un mostro da dover sconfiggere.
Senza più maschere da dover indossare.
Senza più un peccato da dover nascondere.
Goditi la vita amore mio.
Assaporala sulla lingua.
Lascia che ti riempia ogni nascondiglio del cuore.
Che si ripercuota in ogni centimetro della tua anima.
Che ti possieda le mani.
E poi amami.
Adesso.
Come solo tu hai saputo fare.
Amami con la tua bocca.
Con le tue dita.
Con il tuo corpo.
E con tutta la tua passione infinita.
Amami tutta la notte.
Prima di prendermi la mano e di portarmi fuori.
Ad incontrare il mondo.

Nota dell'autrice: piccolo ritardo, lo so!
Sto cercando di mettermi in pari di notte, rileggendo i capitoli che scrivo nelle mie pause lavorative.
Spero che i dubbi si siano chiariti, che gli interrogativi ancora aperti abbiano trovato risposta.
E, sopratutto, spero che questa mia piccola favola continui a regalarci emozioni.
Grazie infinite a chiunque mi regalerà il suo tempo, le sue impressioni e i suoi voti.
Alla prossima puntata...

Storia di un amore e di un segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora