Hogwarts
Aula di difesa contro le arti oscure
25 novembre 1996, ore 10,55 A.M.Ti ho presa senza riuscire a pensarci.
Senza modo di fermarmi.
Ti sono corso in contro, ti ho sollevata tra le braccia.
Hai intrecciato le gambe attorno al mio bacino.
Ti ho trascinata contro la parete.
Faticando non poco ad abbassarmi la cerniera dei pantaloni.
Ti ho posseduto con la schiena appoggiata al muro.
Ho sentito le tue urla di piacere invadere l'aula deserta.
Mentre con la bocca cercavo di assaporare ogni centimetro di te.
Sono esploso in un orgasmo prorompente, lasciando il mio piacere ad invaderti le membra, a scivolarti sulle cosce nude, sotto la gonna della divisa.
E tu adesso mi sorridi.
Di un sorriso così pieno di complicità da farmelo sembrare irreale.
E mi sento libero.
Come se, insieme al piacere, avessi lasciato scivolare dal mio corpo una vita intera di sotterfugi e bugie.
Come se finalmente potessi strapparmi questa maledetta maschera dal volto, e guardarti negli occhi.
Libero.
Adesso che conosci ogni mio sporco segreto, ogni mia inconfessabile colpa.
E mi ami, nonostante tutto.
Ti sei lasciata amare, nonostante tutto.
Con il corpo e con l'anima, nascosti in un sotterraneo che sembra aver perso la sua freddezza.
Non c'è più la spia vestita d'inganno, il mangiamorte pentito, il viscido professore dal cuore di pietra.
Così come non c'è più la donna con la maschera della ragazzina spensierata, della studentessa modello.
In questo momento ci sono solo Severus ed Hermione.
Con i loro cuori ancora pulsanti, con le fronti imperlate di sudore, con l'odore del sesso appiccicato addosso.
E con un amore sconosciuto a farci scottare la pelle.
Ed io capisco che Albus ha sempre avuto ragione.
Che forse questo mondo sporco ha ancora qualcosa per cui vale la pena di essere salvato.
Che forse proprio io potrei regalargli una vita, finalmente libera dall'ombra.
Proprio io che dell'ombra ho fatto il mio vestito.
Ti faccio scivolare con la schiena sulla pietra, fino a permetterti di appoggiare i piedi sul pavimento.
Mentre il calore del tuo corpo abbandona la mia erezione appena scomparsa.
Ti guardo, come mi sembra di non averti mai guardata.
E non devo più imporre nulla ai miei occhi.
Perché adesso tu puoi vedermi.
Voglio che mi guardi.
Che tu veda tutto di me.
Ogni segreto.
Ogni ombra mai raccontata.
Ogni dolore.
Il tuo sguardo è diventato una necessità.
Lasciarmi vedere fino in fondo all'anima è diventata una necessità.
Tu sei diventata una necessità.
Ti stringo al mio petto ancora una volta.
Perché un freddo insopportabile mi schiaffeggia, sentendo il tuo piccolo corpo allontanarsi dal mio.
Mi affondi il viso nel collo.
Ti sento respirare a pieni polmoni, nel tentativo di assorbire fino in fondo ogni fragranza del mio odore.
E io ti accarezzo i capelli.
Questi capelli che continuano a solleticarmi la pelle del viso.
A insinuarmisi nelle narici.
Ad importunarmi la bocca.
Questi capelli che profumano di vita.
Che profumano di te.
Mi scosto dal tuo corpo.
Ti guardo ancora negli occhi.- "Adesso che abbiamo chiarito la cosa, Severus, potresti dirmi cosa devo farci con questo simbolo?
Perché è da quando si è acceso che mi tormenta..."Me lo dici ridendo.
E allora rido anche io.
Anche se non sono sicuro di sapere ancora come si fa.
Rido di una risata vera.
Senza sarcasmo.
Senza cattiveria.
Rido a basta.
Davanti agli occhi della donna che amo.
E che devo salvare.
Ad ogni costo.
Ti accarezzo la spalla nell'esatto punto in cui so essere nascosto il tuo segreto.
Ti bacio la fronte.- "Adesso lo scopriamo insieme, Hermione!"
Ti sfioro la guancia.
Mi allontano dal tuo corpo.
Richiudo la cerniera dei pantaloni.
Ti lancio un sorriso divertito.
Tu mi guardi con malizia un istante.
Ti sistemi la gonna della divisa, cercando di pulire velocemente le tracce del mio piacere che ancora ti gocciolano sulle gambe.
Ti metti a posto la camicia.
Passi velocemente una mano tra i capelli.
Poi mi segui verso la scrivania.
Io prendo una sedia.
La posiziono accanto alla mia, proprio dietro al mio grande tavolo di legno, ancora invaso dalle pergamene dei compiti in classe.- "Dovrai spiegare a Paciock il motivo per cui sarà costretto a sostenere la prova un'altra volta..."
Mi lascio scappare un'aria di finto rimprovero, in uno scherzo che mi sembra così lontano dal mio modo di essere.
Dalle mie ombre.
E dai miei fantasmi.
Mi siedo alla mia cattedra.
Attendo che lo faccia anche tu.
Ti prendo la mano.
Te la stringo nelle mie.
Perché adesso devo affrontare la mia paura.
E devo farlo davanti a te.
Raccolgo il coraggio in fondo allo stomaco.
Socchiudo le labbra.
E lascio uscire il mio sgomento.- "Devo fare una cosa, Hermione.
Una cosa che ho il terrore di non essere in grado di fare..."Tu mi guardi con i tuoi occhi troppo grandi.
Pieni di un sentimento che non avrei mai creduto di poter meritare.- "Cosa devi fare, Severus?"
Deglutisco.
Voglio dirtelo.
Ma ho il terrore di renderlo più reale.
E non so se sono in grado di sostenere tutto questo dolore senza scoppiare a piangerti tra le braccia.
Resto a guardarti.
Il tempo scorre troppo velocemente.
Sospiro.- "Devo uccidere Albus..."
Lo lascio scivolare dalle labbra.
Pronto a vederti scappare.
A vederti sparire per sempre dalla mia aula.
E dalla mia vita.
Resti immobile.
Continui a guardarmi.
Tu hai dentro qualcosa di più.
L'ho capito dall'inizio di quest'anno assurdo.
E non è solo un simbolo elfico inciso sulla pelle, non è solo la capacità di comprendere lingue sconosciute.
È qualcosa di diverso, qualcosa di molto più grande che temo di cominciare ad intuire.
E tu, con la tua solita semplicità, riesci a stupirmi.
Ancora una volta.
Come hai sempre fatto.- "E in quel giorno, all'inganno di anni, toccherà l'ingrato compito di convincerlo, ancora una volta.
Le follia del vecchio mago dovrà essere assecondata..."Reciti la profezia.
Sussurrando.
Poi prosegui.- "Devi uccidere Silente per convincere Voldemort di essere il suo servo fedele... sei tu il servo con due facce... vero, Severus?"
Ti guardo con una sorpresa che non riesco a camuffare.
Non più.
Tu mi stringi impercettibilmente la mano.- "Ma Severus, se tu sei il servo con due facce, il prescelto...
Allora chi è l'unico erede vivente dell'antico popolo? Quello che ti infonderà la forza..."Lasci la frase in sospeso.
E Io resto attonito, ancora una volta, di fronte alla tua perspicacia sottile.
Perché ho capito anche io.
Solo pochi istanti fa.
Quando mi hai urlato in faccia di un simbolo che continua a bruciarti sulla scapola.
Un simbolo che non avrebbe motivo di disegnare la tua pelle, se tu non fossi qualcosa di più di una strega nata da genitori babbani.- "Penso di dover parlare con i miei, Severus... temo che abbiano qualcosa da dirmi."
Annuisco impercettibilmente.
I tuoi occhi si riempiono di lacrime.
Ti stringo tra le braccia con ogni briciolo di forza.
Cosa nasconde il tuo passato Hermione?
Dove ti hanno trovata?
Chi sei veramente?
Questa tua intelligenza superiore alla media, questo tuo riuscire in ogni cosa con una facilità disarmante, questa tua capacità di accumulare i dati più disparati, di memorizzarli con una semplicità impressionante.
Questa tua spasmodica ricerca di sapere che, inconsciamente, ti stava portando a scoprire la tua verità.
Quella che non conoscevi ma di cui, probabilmente, in fondo al cuore, sentivi l'esistenza.- "Vuoi che ti accompagni, Hermione?"
Mi sorridi.
Mi stringi la mano.- "Sì."
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Storia di un amore e di un segreto
FanfictionE se fosse tutto sbagliato? Se fosse tutto un inganno? Questa è la storia di un amore e di un segreto. Entrambi scomodi, pericolosi e sconosciuti. È la storia di Hermione e Severus che si scoprono ad amarsi. E che amandosi conoscono se stessi. E che...