Mentre sono sull'autobus, con la fronte appoggiata al finestrino, continuo a pensare a Jordan.
Non capisco perché gli importi con chi mi rapporto. Si, è bello come un Dio greco, con un fisico che sembra scolpito nel marmo, ma è insopportabile. Prima è arrogante, poi mi difende, poi di nuovo insopportabile, poi addirittura civile. È una montagna russa di emozioni.
Una volta arrivata al Rouge Valley Mall mi dirigo subito al reparto abbigliamento invernale. Scelgo quattro felpe tinta unita: nera, grigia, bordeaux e verde bosco.
Faccio scorta di jeans attillati neri e blu. Fatico a trovare la trentasei, ma quando finalmente ci riesco vorrei fare una tripla capriola all'indietro. Non ho mai avuto problemi con il mio corpo, non sono mai stata una di quelle ragazze fissate con le diete, forse perché non ne ho mai avuto bisogno. Sin da piccola ho sempre avuto un metabolismo veloce: in pratica consumo quello che mangio mentre sto ancora mangiando. Amo il mio corpo: amo gli addominali che si intravedono sulla pancia, amo il seno piccolo, amo il sedere a mandolino, amo i tatuaggi sparsi qua e là e amo il piercing all'ombelico.
Mentre vago nel negozio decido di prendermi anche un parka con un bel pelo bianco sul cappuccio, un paio di Timberland, qualche cuffietta e un paio di guanti. Adesso sono pronta per il Polo Nord. Evito le sciarpe, perché quando le indosso mi sembra di avere il cappio al collo.
Mi dirigo alla cassa e quando vedo il conto sullo scontrino, gli occhi rischiano di saltarmi fuori dalle orbite come in un cartone dei Looney Tunes.
Una volta terminato lo shopping mi concedo una breve pausa caffè prima di tornare alla fermata dell'autobus. Mi metto in coda alla prima caffetteria che trovo e nell'attesa scarico un paio di libri sul mio ebook.
"Ehi, Alaska.", mi chiama una voce ormai famigliare.
Mi volto e vedo Kyle che cammina verso di me.
"Ehi, stalker.", ribatto sorridendogli.
"Potrei dire la stessa cosa di te.", dice lui per nulla seccato. Sembra l'uomo più paziente e gentile dello stato dell'Oregon, e mi pento subito di averlo giudicato solo perché è il quarterback della scuola.
"Touché.", dico ed entrambi ridiamo senza un motivo preciso.
"Sei bellissima quando ridi.", non penso avesse intenzione di dirlo a voce alta. Come a confermare la mia teoria, appena si rende conto di quello che ha detto, diventa paonazzo.
"Grazie, anche tu non sei male.",dico tirandogli una spallata scherzosa.
Arriva il nostro turno alla cassa e lui insiste per offrirmi il caffè.
Prendiamo posto ad un tavolo e iniziamo a parlare delle lezioni che abbiamo in comune.
Mi parla della sua passione per il football, della borsa di studio che gli hanno offerto per la Berkeley e di quanto siano orgogliosi i suoi genitori. Poi mi domanda quanti stati ho visto, gli rispondo cinque. Glieli elenco tutti: Virginia, Wisconsin, Iowa , California e adesso Oregon. Mi chiede cosa ne penso di ognuno di loro e di dirmi le cose più belle che abbia visto, dato che lui non è mai uscito dall'Oregon.
"Beh, in effetti nemmeno io ho visto un granché di questi posti.", rispondo. "Purtroppo, appena iniziavo ad ambientarmi, mia madre annunciava un altro trasloco.", dico tracciando il bordo della tazza con l'indice.
"Spero davvero che questo sia il tuo ultimo trasloco.", dice lui guardandomi con intensità. Il suo sguardo non ha la stessa intensità di quello di Jordan, e i suoi occhi color cioccolato non mi mettono a disagio come quei maledetti occhi blu. Improvvisamente vorrei che Kyle fosse un'altra persona.
" Se tutto va bene, ne dovrò fare solo un'altro.", annuncio.
"Hai già scelto a quale università farai domanda?"
"Si, pensavo alla University of California a Los Angeles. Di tutti i traslochi, la California, è l'unico Stato che mi ha lasciato una nota positiva dentro e vorrei tornarci."
"La Berkeley e la UCLA non sono distanti, potremmo vederci ogni tanto.", dice timidamente.
"Certo.", sorrido e finisco il caffè.
Saluto Kyle il quale si offre di darmi un passaggio, che rifiuto con garbatezza. È stato gentile ad offrirmi il caffè, non vorrei approfittare ulteriormente della sua gentilezza. Mi fa notare che ho tante borse piene di cose, che gli autobus sono piccoli e la possibilità che qualche malintenzionato mi rubi gli abiti nuovi è molto alta. Poi inizia ad elencare altri motivi per cui non è salutare prendere l'autobus che alla fine mi arrendo e salgo in auto con lui. È una bella Jeep: grande, sicura e confortevole. Devo ammettere che è un sollievo stare in questo caldo e spazioso abitacolo, piuttiosto che in uno squallido mezzo pubblico.
Quando imbocchiamo la via di casa mia, mi domanda se ho bisogno di un passaggio anche l'indomani mattina per andare a scuola. Rifiuto con decisione, perché sarebbe davvero troppo, e lo saluto entrando in casa.Mia madre è seduta sul divano con un caffè tra le mani mentre guarda una stupida serie TV. Il grande salotto con mattoni a vista è un disastro, pieno di scatoloni ancora da disfare ovunque e i cartoni della pizza a domicilio sul piccolo tavolino di vetro.
"Ciao, mamma.", la saluto quando nota la mia presenza.
"Ciao, Hayden. Come mai così tardi? Pensavo tornassi a casa subito dopo le lezioni."
"Mamma, non cominciare. Sono andata fino al centro commerciale a fare scorta di abiti invernali, dato che qui rischiano di cadermi gli alluci.",ribatto seccata.
"Ah, potevi avvisarmi, sarei venuta con te. Comunque, com'è andato il primo giorno? E chi era quello che ti ha riaccompagnata?", chiede mentre sprofondo sul divano accanto a lei.
"È andata bene, lui è Kyle. Abbiamo qualche corso in comune e ci siamo incontrati per caso al Rouge Valley, così si è offerto di darmi un passaggio."
Le racconto delle lezioni, di Mel e Dave, di Kyle e della decisione di iscrivermi a patente. Sorvolo su psyco-barbie, Ben e Jordan, non voglio che si preoccupi. La aiuto a disfare gli scatoloni mentre aspettiamo che arrivi il fattorino con il cibo cinese. Quando riponiamo le nostre poche cose sugli scaffali, vado a dormire esausta. Mi addormento appena metto la testa sul cuscino e sogno occhi blu con sfumature dorate, capelli neri e sorrisi impertinenti.
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Despite the blood
Teen FictionHayden è una ragazza diciassettenne con problemi di autocontrollo e gestione della rabbia. Tende a mettersi nei guai facilmente ed i continui spostamenti da una città all'altra, a causa del lavoro della madre, non aiutano a migliorare il suo atteggi...