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Passo il resto del pomeriggio studiando e guardando il telefono in attesa di un suo messaggio, ma lui non si fa vivo.
"Tesoro, è pronta la cena. Vieni giù?", domanda mia madre sporgendosi sulla porta di camera mia.
"Si, arrivo.", do un'ultima occhiata al cellulare e scendo in cucina.
"Ah, eccola qui. Tesoro, volevo presentarti Matt. Matt, lei è mia figlia Hayden.", quando gli occhi castano chiaro di Matt si posano su di me, una strana scintilla attraversa i suoi occhi, e per un istante lui trasalisce impercettibilmente. Nonostante sia visibilmente bello, non mi convince fino in fondo. Probabilmente perché lui è il primo uomo il quale esce mia madre dopo papà, sono abituata ad averla tutta per me, forse è questo il motivo della mia diffidenza nei suoi confronti.
"Ciao, io sono Matt, molto piacere.", si presenta con un sorriso che non arriva agli occhi.
"Ciao, Matt.", lo saluto analizzandolo dalla testa ai piedi.
"Tua madre mi ha parlato molto di te.", dice accomodandosi a tavola.
"Sicuramente tutte cose orribili e false.", scherzo. Lui sorride.
"No, solo cose belle."
"Allora mi risparmierò tutte le cose brutte che avevo intenzione di dire.", mia madre mi da una pacca sulla schiena.
La cena procede con un leggero imbarazzo, ma dopo un esame approfondito, Matt sembra uno in gamba, e sembra tenerci davvero a mia madre. Sento il telefono vibrare, c'è un messaggio nella casella, ma non è di Jordan, è di Kyle.

Ciao, straniera. Vieni all'Irish con noi, stasera?

Ho detto a Jordan che sarei rimasta a casa questa sera, ma preferisco una serata con i miei amici piuttosto che reggere la candela a questi due.

Okay. A che ora?

Dopo nemmeno un minuto arriva la risposta di Kyle.

Tra un'ora sono lì.

Avviso mia madre che sto per uscire, mi sistemo trucco e capelli, e scendo ad aspettare in salotto. Kyle arriva puntuale come un orologio svizzero.
"Hey, Alaska come va?", domanda quando salgo sulla Jeep.
"Ciao, Kyle. Bene, tu?"
"Alla grande. Pensavo non saresti venuta.", dice mettendo in moto.
"Come mai?", chiedo.
"Non lo so, dato che stai con Jordan, immaginavo che non ti avrebbe lasciato uscire con me."
"Lui non è il mio padrone, non può dirmi con chi posso o non posso uscire.", mi irrita il fatto che la gente possa pensare che io obbedisca a Jordan come un cagnolino.
"Mi fa piacere sentirlo.", Kyle sembra diverso dal solito, meno timido, forse ha capito che tra di noi non può esserci più di una semplice amicizia.
Durante il tragitto, un pensiero invade la mia mente: l'ultima volta che sono stata all'Irish è finita in rissa, prego che la barista non si ricordi di me.
Il pub è stracolmo di persone, raggiungiamo gli amici di Kyle, tra i quali riconosco i due con cui abbiamo giocato a freccette l'ultima volta: Luke e Jeff.
"Sei venuta per la rivincita?", domanda Luke.
"Ma se vi abbiamo fatto il culo.", ribatto prendendo la birra che Kyle mi sta porgendo.
"Mi sa che hai le idee confuse ragazzina.", scherza Jeff.
"No, io non credo."
"Hayden.", mi volto per vedere chi mi abbia chiamata.
"Victoria, ciao.", la saluto mentre Kyle ci guarda stranito.
"Che ci fai qui?", domanda.
"Kyle mi ha chiamata e sono passata a bere una birra. E tu?", avere una conversazione civile con Victoria sembrava un'impresa impossibile fino a qualche giorno fa, e ora invece, eccoci qui a parlare come due persone normali.
"Lo stesso. Jordan è qui con te?", chiede guardandosi intorno.
"No, è fuori per lavoro. E Nate?", Kyle sembra guardare due alieni che comunicano tra di loro in una lingua straniera.
"No, sarà qui tra poco.", non appena finisce la frase, Nate entra nel pub, Victoria segue il mio sguardo e il suo sorriso diventa quasi accecante.
"Ma cosa diavolo sta succedendo qui?", domanda Kyle quando Victoria corre incontro a Nate.
"Non ci crederesti nemmeno se te lo dicessi.", rispondo portandomi la birra alle labbra. Vedere Nate e Victoria insieme mi fa sentire ancora di più la mancanza di Jordan, guardo il telefono ma non ci sono né messaggi né chiamate perse.
"Ciao, bellezza.", mi saluta Nate baciandomi sulla guancia.
"Ciao, Nate.", guardo Victoria, ma non sembra minimamente infastidita dal gesto di Nate.
"Hayden, andiamo a fare il culo a Jeff e Luke?", domanda Kyle dopo aver salutato Nate.
"Si, certo."
Sono alla quinta partita di freccette e sto scolando la quarta o quinta birra, mi sento euforica e dopo il terzo centro di fila getto le braccia al collo di Kyle. Qualcuno mi passa un'altra birra, vorrei rifiutare ma la prendo lo stesso.
"Non hai bevuto abbastanza?", sento il sangue gelare nelle vene quando riconosco la voce.
"Hey, piccolo. Che ci fai qui?", domando sorridendo come un ebete, mentre i suoi occhi sono colmi di rabbia. Lo abbraccio, ma lui resta impassibile.
"Ti ho chiamata almeno venti volte, ma tu non rispondevi, e come un coglione ho chiamato Nate per chiedergli di venire da te a controllare che stessi bene. E, invece, mi dice che sei qui a bere con questi quattro sfigati.", stringe i pugni lungo i fianchi.
"Hey, amico calmati, non stava facendo nulla di male.", interviene Kyle.
"Non sono tuo amico e non ho chiesto il tuo parere. Stai fuori dalle palle.", Jordan avanza di un passo verso di lui, Kyle probabilmente è diventato più coraggioso a causa dell'alcol in circolo, perché non si sposta di un centimetro.
"Hayden, non dovresti farti trattare così.", dice Kyle.
"Perché tu puoi trattarla meglio, vero? Volevi farla sbronzare per ottenere che cosa?", Jordan sta per perdere il controllo, guardo in giro per il pub alla ricerca di Nate e quando incrocio i suoi occhi lo prego di intervenire. Pochi istanti dopo prende Jordan per una spalla.
"Fratello, lascia perdere. Andiamocene.", lo ringrazio e lui risponde con un cenno del capo.
"Tu che vuoi fare? Resti qui con lui o vieni via con me?", domanda. In realtà ho paura di entrambe le opzioni, se vado con lui litigheremo certamente, se resto qui penso che lo perderò, inizia a girarmi la testa.
"Devo andare in bagno.", sento che sto per vomitare, corro verso il bagno e mi piego sulla tazza.
Sento qualcuno che mi tiene i capelli mentre tiro fuori tutta la birra.
"Che schifo.", dice Victoria alle mie spalle. Sento la porta aprirsi di nuovo.
"Lascia fare a me, vai da Nate.", ordina Jordan.
"Devi vomitare ancora?", domanda.
"No, credo di aver vomitato anche l'anima.", lui mi aiuta a rialzarmi e aspetta mentre mi sciacquo il viso.
"Andiamo, ti riporto a casa.", non oso guardarlo in faccia perché probabilmente ci troverei odio e rabbia.
"Mi dispiace.", non so esattamente per cosa mi sto scusando, ma è l'unica cosa che mi viene in mente.
"Non è colpa tua."
"Non sei arrabbiato?", domando guardandolo.
"Oh, altroché se lo sono. Ma stai già uno schifo di tuo, non mi va di infierire ulteriormente.", risponde con un sorriso maligno.
"Grazie."
"Se vomiti in macchina ti abbandono in mezzo alla strada.", spero che stia scherzando, ma conoscendolo, lo farebbe veramente.
"Non dovevi essere fuori città?", domando quando mi accomodo sul sedile del passeggero.
"Infatti lo ero. Ma dopo la quinta telefonata senza risposta ho deciso di anticipare il mio rientro.", risponde tenendo gli occhi fissi sulla strada.
"Mmh..", chiudo gli occhi e appoggio la fronte sul finestrino.
"Che cos'è successo?", domanda mia madre. Ho le palpebre pesanti, non riesco ad aprire gli occhi perciò mi limito ad ascoltare.
"Il suo caro amico Kyle ha avuto la grande idea di farla bere.", ribatte ironico Jordan.
"Mettila a letto. Grazie, Jordan."

Despite the blood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora