Mi dirigo in palestra con passo spedito decisa ad ottenere qualche risposta, io e Jordan non abbiamo ancora chiarito tutto, per la verità non abbiamo chiarito quasi nulla. Quando lo guardo il mio cervello si svuota completamente e dimentico tutto quello che devo dirgli, quindi lo affronterò senza guardarlo negli occhi, come la peggiore delle codarde. Non ho mai avuto problemi a parlare con gli uomini, coetanei o no. Ho sempre saputo rimetterli al proprio posto, non ho mai provato imbarazzo ed emozioni tali da impedirmi di rispondere. Mi cambio in fretta e furia ed esco dagli spogliatoi più agguerrita che mai, sono decisa a dirgliene due visto che prima mi ha colta di sorpresa e non sono riuscita a dirgli tutto ciò che penso. Lo cerco con gli occhi ma lui non c'è.
Riconosco la chioma biondo scuro di Kyle, mi avvicino e lui inizia subito a parlare dell'uscita di stasera, dopo due minuti già non lo ascolto più. Tutta questa euforia per una semplice uscita tra amici non la capisco, sempre che lui non pensi che sia un appuntamento, prego che non sia così.
Sono immersa nei miei pensieri, e quando Kyle nomina Jordan ha di nuovo tutta la mia attenzione. Istintivamente perlustro la palestra con gli occhi ma lui non c'è.
"Scusa, mi ero distratta. Cosa stavi dicendo?", domando sperando che non si sia accorto che questa è la prima volta da dieci minuti che rispondo con una frase completa e non a monosillabi.
"Ti ho chiesto di cosa voleva parlarti Jordan.", ripete leggermente imbarazzato.
"Ah, niente. Alcune cose riguardo a francese.", mento perché non voglio spifferargli gli affari miei.
"Pensi che lui ci sarà stasera?", azzardo. Lui sembra un po' stranito dalla mia domanda.
"Non penso, non l'ho mai visto lì.", cerco di nascondere la delusione che sicuramente mi si legge in viso.
La professoressa annuncia che faremo una partita di pallavolo, quindi smettiamo di parlare e iniziamo a giocare. Sono brava negli sport, è l'unica cosa che riesce a distrarmi quando sono pensierosa, quindi ci metto impegno per smettere di pensare a quei maledetti occhi blu che cerco in tutte le persone di questa palestra.
All'uscita spero di trovare Jordan, ma lui non c'è. Guardo se la sua auto è parcheggiata dove l'abbiamo lasciata stamattina, e provo un'altra fitta di delusione quando mi accorgo che non è più lì.
Prendo l'autobus e torno a casa.Ho dormito quasi tutto il pomeriggio e quando mi risveglio sono già le sei. Mi alzo in fretta, mi arriccio i capelli e applico un po' di eyeliner sulle palpebre. Indosso un paio di jeans blu scuro e una canottiera nera di pizzo. Sopra metto la giacca in pelle e prego di non morire di freddo. Opto per le vans nere con le strisce bianche e scendo in salotto ad aspettare Kyle.
"Dove stai andando?", chiede mia madre.
"Esco con Kyle e altri amici, andiamo in un pub non molto lontano da qui.", dico mentre cerco le chiavi nella borsa.
"Hayden..", so cosa sta per dire quindi alzo una mano per interromperla.
"Lo so mamma. Mi comporterò bene, non berrò alcolici, non mi drogherò e tornerò a casa prima dell'alba. Sono adulta ormai, non devo chiederti il permesso."
"In realtà, volevo chiederti se ti servono soldi.", ah. Questo non me lo aspettavo, l'aria dell'Oregon deve farle proprio bene.
"Ne ho già, ma se insisti ne prendo altri.", le sorrido allungando la mano. Lei alza gli occhi al cielo, scuote la testa e mi passa una banconota da cinquanta dollari.
Sentiamo la macchina di Kyle entrare nel vialetto, prendo la borsa, saluto mia mamma ed esco.
La jeep di Kyle ha il riscaldamento al massimo, quindi non sento freddo durante il tragitto.
Parliamo di chi ci sarà al pub e lui mi informa che ci saranno alcuni dei suoi compagni di squadra e qualche ragazza. Prego che non ci sia psyco-barbie e Ben il molestatore.
L'Irish pub si presenta come una casetta di legno con un'insegna a LED che raffigura un quadrifoglio. All'interno le pareti sono di legno, ci sono dei quadri che raffigurano qualche folletto qua e là. Dietro al lungo bancone ci sono diversi tipi di alcolici posti a piramide. In fondo al pub ci sono almeno una ventina di studenti, alcuni giocano a biliardo, altri a freccette e altri ancora sono seduti ai tavoli bevendo birra..aspetta.. Birra?
Kyle segue il mio sguardo e come a leggermi nel pensiero, si avvicina al mio orecchio e dice sottovoce, come se avesse paura di farsi sentire: "Qui non chiedono i documenti".
Raggiungiamo gli altri e lui inizia a presentarmeli uno ad uno, per mia sfortuna ci sono anche Ben e Victoria. I due stanno parlottando tra di loro, sono amici. Meraviglioso.
Kyle saluta Victoria con un bacio sulla guancia e lei mi squadra dalla testa ai piedi.
"La mattina con Jordan e la sera con Kyle. Vedo che ti dai da fare.", dice acida.
"L'invidia non ti dona, ti fa sembrare più disperata di quello che sei.", ribatto sfoggiando un ghigno malefico.
"OK, time out!", interviene Kyle. Mi prende per un braccio e mi allontana dalla vipera.
Iniziamo una partita di freccette nell'attesa che arrivino le nostre birre. Ci dividiamo in due squadre: io e Kyle contro due suoi compagni di football, Luke e Jeff. Riesco a fare due centri consecutivi, Luke inizia a lamentarsi di avere in squadra un pappamolle mentre Jeff afferma il contrario. Rido talmente tanto da farmi venire i crampi alle guance. Quando la cameriera ci porta le birre vedo che il mio compagno di squadra si è distratto, seguo il suo sguardo e vedo Jordan. È appena entrato nel pub insieme ad un tizio alto quanto lui e altrettanto muscoloso. Solo che a differenza di Jordan che ha i capelli neri come la notte, lui è castano chiaro. Non è bello come Jordan, ma ha il suo fascino.
Il cuore manca un battito quando gli occhi di Jordan incontrano i miei, istintivamente faccio un passo in avanti verso di lui mentre lui sta venendo verso di me.
"Ciao.", gli sorrido.
"Ciao.", mi saluta ricambiando il sorriso.
"Ciao, io sono Nate.", si presenta l'altro. Ma certo, è il cugino di Jordan.
"Ehi, piacere io sono Hayden.", ripeto per quella che mi sembra la centesima volta da quando ho messo piede in questa città.
Torno a guardare Jordan.
"Non ti sei presentato a ginnastica."
"No, ho avuto un imprevisto.", spiega.
Kyle arriva alle mie spalle, saluta Nate e Jordan, e mi informa che tra cinque minuti lui va via.
"Se vuoi ti riporto io a casa.", interviene Jordan senza rispondere al saluto di Kyle.
Quest'ultimo mi guarda con gli occhi di un cucciolo ferito, probabilmente perché spera che torni a casa con lui. Mi dispiace un po', ma in questo momento voglio solo stare con il ragazzo che tormenta la mia mente.
"Si, va bene.", rispondo a Jordan. Saluto Kyle e seguo gli altri due al bancone. Molti ragazzi iniziano ad andarsene, Kyle incluso.
Nate ordina due birre, dato che io ho appena iniziato la mia.
"Vado un attimo in bagno.", dico a Jordan.
Mi guardo allo specchio per essere sicura che non sia colato il trucco, mi ravvivo i capelli ed esco dal bagno.
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Despite the blood
Teen FictionHayden è una ragazza diciassettenne con problemi di autocontrollo e gestione della rabbia. Tende a mettersi nei guai facilmente ed i continui spostamenti da una città all'altra, a causa del lavoro della madre, non aiutano a migliorare il suo atteggi...