La domenica decido di restare in pigiama tutto il giorno, mi porto avanti con i compiti della settimana e rifiuto l'invito di mia madre di pranzare fuori. Non sono proprio in vena di uscire con lei. Alle cinque del pomeriggio, mentre sono sdraiata sul letto ascoltando musica e cercando di non pensare ad occhi blu e sorrisi strafottenti, entra mia madre.
"Tesoro, c'è qualcuno per te alla porta.", dice. Il mio cuore smette di battere per un istante: deve essere per forza lui. Scendo le scale due alla volta rischiando di cadere e rompermi l'osso del collo, vado alla porta e senza curarmi del fatto che sono in pigiama, struccata e spettinata, la spalanco. Ma di fronte a me non ci sono gli occhi blu che odio, ci sono quelli dolci color cioccolato di Kyle.
"Kyle, ciao!", lo saluto sorridendo per nascondere la delusione che sicuramente mi si leggerà in viso.
"Ciao, scusa se piombo così a casa tua senza avvisarti. Volevo chiamarti ma mi sono reso conto di non avere il tuo numero.", si giustifica imbarazzato. Non capisco perché non l'ho notato prima, ma è proprio carino. I capelli biondi sono pettinati all'indietro, gli occhi hanno un leggero taglio a mandorla e quando sorride gli si formano le fossette.
" Non preoccuparti. Ora che mi hai trovata dimmi tutto.", abbasso gli occhi imbarazzata ricordando in quali condizioni sono, mentre lui è impeccabile nella sua camicia bianca e i pantaloni color cachi.
"Mi chiedevo se volessi venire al cinema con me. Ci saranno anche Mel e Dave, mi pare tu li conosca già.", non sapevo che fossero amici ma una serata con loro non può che migliorare il mio umore, restare a crogiolarmi nel rimorso non porterà a nulla di costruttivo.
"Certo, volentieri! Però devo prepararmi. Se vuoi puoi aspettare dentro, qui fuori si gela.", lui accetta l'invito senza esitare e si accomoda in cucina. Si presenta a mia madre in modo educato e da come lei gli sorride capisco che le sta già simpatico.
"Okay, io vado a prepararmi. Mamma non terrorizzarlo.", lui sorride mentre lei alza gli occhi al cielo boffonchiando qualcosa di incomprensibile.
Mentre sono in camera per prendere tutto il necessario non posso fare a meno di domandarmi perché non potrebbe essere così facile anche con Jordan.
Scaccio la sua immagine dalla mente e corro in bagno. Mi lavo denti e viso, mi trucco leggermente e lego i capelli in una coda alta visto che oggi non li ho lavati. Indosso una canottiera bianca, un lungo cardigan nero e un paio di jeans blu scuro.
Mentre scendo le scale sento ridere Kyle e mia madre, mi fa piacere che vadano d'accordo, forse così capirà che non frequento più persone problematiche. Quando arrivo in cucina Kyle mi guarda e rischia di strozzarsi con il caffè, mia madre sorride sotto i baffi e io la guardo in cagnesco.
"È stato un piacere, signora Cooper.", la saluta Kyle mentre io lo spingo verso la porta.
"Anche per me Kyle. Ci vediamo presto.", saluto mia madre con la mano e chiudo la porta. Mentre ci dirigiamo alla Jeep una famigliare macchina rossa con le strisce nere accosta dietro ad essa. Jordan scende dall'auto e si dirige verso di noi.
Kyle sembra confuso nel vederlo qui, confuso tanto quanto me.
"Ciao.", dice quando è a pochi metri da noi.
"Vi lascio da soli. Ti aspetto in macchina, Hayden.", dice Kyle salendo sulla sua macchina.
"Che ci fai qui? ", rispondo con il tono più freddo di cui sono capace.
"Volevo portarti a cena fuori, ma vedo che non sono l'unico.", nel dirlo squadra Kyle.
"Già, ora devo andare. Ciao Jordan.", faccio un passo verso la Jeep ma lui mi trattiene per un braccio, fa scivolare la mano fino alla mia e sfiora la fasciatura.
"Aspetta. Mi dispiace per come mi sono comportato ieri.", tolgo la mano dalla sua e incrocio le braccia al petto.
"Ah, si? Beh, a me non dispiace per niente. Ho capito, Jordan. Sono l'ennesima tacca sulla tua infinita cintura, la preda di turno. Ma per me finisce qui. Torna da Victoria, starà sicuramente sentendo la tua mancanza."
"Non è come pensi.", questa frase è la goccia che fa traboccare il vaso già strabordante.
"Continui a ripetere che non è come penso, però io credo che sia esattamente così. Stavamo bene ieri mattina, poi ti faccio una domanda su un tatuaggio e tu diventi un iceberg vagante, mi lasci a casa e te ne vai di corsa da Victoria. Io non sono così Jordan, mi merito qualcosa di meglio.", nel dirlo guardo involontariamente la Jeep, Jordan segue il mio sguardo.
" Forse hai ragione. Ciao, Hayden. Divertiti con il tuo meglio.", gira sui tacchi, sale in auto e sgomma via. Faccio un respiro profondo e salgo sulla macchina di Kyle. Probabilmente lui sarebbe la scelta migliore per me: un bravo ragazzo, gentile, educato, mentalmente stabile. Però a me le scelte facili non sono mai piaciute, ma nonostante questo non posso permettere a Jordan di trattarmi come una delle tante.
"Va tutto bene?", domanda Kyle.
"Si, certo. Andiamo pure.", mi fa piacere uscire con i miei nuovi amici, però so che nel profondo del mio cuore vorrei essere salita su quella Camaro.
"Voi due uscite insieme?", chiede Kyle tenendo gli occhi fissi sulla strada.
"Non lo so. No, non credo. Non lo so nemmeno io.", sospiro.
"Capisco.", risponde comprensivo. Beato lui che capisce, io non capisco più nulla da quattro giorni a questa parte.
"Vuoi parlarne?", continua notando che sono immersa nei miei pensieri.
"Non c'è molto di cui parlare. Lui è.. Complicato. Probabilmente lo siamo entrambi, non funzionerebbe mai."
"Si, forse hai ragione.", afferma.
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Despite the blood
Teen FictionHayden è una ragazza diciassettenne con problemi di autocontrollo e gestione della rabbia. Tende a mettersi nei guai facilmente ed i continui spostamenti da una città all'altra, a causa del lavoro della madre, non aiutano a migliorare il suo atteggi...