Sento la vitamina D che penetra nella mia pelle, il sole di San Diego mi avvolge mentre il suono delle onde mi culla. Il sole inizia ad avvicinarsi sempre di più, il caldo diventa insopportabile e inizio a temere che presto prenderò fuoco. Provo a muovermi, ma nulla, le mie gambe non rispondo ai comandi e il sole continua ad avanzare. A pochi centimetri da me, quando ormai penso di essere in fiamme, cambia improvvisamente forma diventando una luna, una luna fredda e triste che si riflette su di me. Inizio a sentire freddo, cerco le coperte ma la mia mano tocca qualcosa, o meglio..qualcuno. Apro gli occhi di scatto.
"Buongiorno.", Jordan mi fissa mentre io ci metto un attimo a ricordarmi che ho dormito con lui.
"Buongiorno.", sorrido abbracciandolo, affondo il viso sul suo petto e intreccio le gambe alle sue richiudendo gli occhi.
"Vedo che sei in vena di coccole, questa mattina.", dice posandomi lievi baci sulla nuca.
"Mmh-mmh.", mi avvinghio ancora di più per quanto possibile. Svegliarsi con lui accanto è il mio nuovo modo preferito di cominciare la giornata.
"Hai dormito bene?", domanda stringendomi a sé.
"Si, e tu?"
"Si, molto bene devo dire.", gli do un bacio sul petto.
"Hai intenzione di alzarti da questo letto?"
"No.", non voglio andare da nessuna parte se non qui con lui.
"Ma io ho fame.", si lamenta come un bambino capriccioso.
"Allora vai a mangiare.", ribatto divertita.
"Oppure, potrei mangiare te.", d'un tratto sono più sveglia che mai. Lui inizia a ridere.
"Andiamo a fare colazione, signorina. Magari più tardi posso assaggiare te.", le farfalle nello stomaco iniziano ad impazzire.
Mi rassegno e mi alzo dal letto brontolando. Il bancone in cucina è già apparecchiato, ci sono dei muffin, dei pancakes, dei cupcakes, della frutta e del caffè.
" E tutta questa roba da dove arriva? ", domando allibita prendendo posto su uno sgabello.
"Da Janvier."
"Ma è dall'altra parte della città, quando ci sei andato?"
"Mentre dormivi, eri esausta e ho pensato di lasciarti riposare.", il fatto che abbia attraversato la città per andare a prendere la colazione per me mi riempie il cuore.
"Davvero? Che ore sono?"
"Sono quasi le dieci.", risponde versando il caffè ad entrambi.
"Cavolo, non dormivo così tanto da tempo.", mordo un cupcake e il sapore è ancora più buono di quanto mi ricordassi.
"Ti ha chiamata Rachel.", per poco rischio di strozzarmi.
"Le hai risposto?"
"Si, le ho detto che stavi ancora dormendo e che l'avresti richiamata appena ti fossi svegliata.", non so se infuriarmi con lui perché ha risposto al mio telefono o ringraziarlo per aver tranquillizzato mia madre, che ovviamente sarebbe andata fuori di testa se non le avessi risposto.
" Okay. ", rispondo decidendo di non fare nessuna delle due cose.
"Cosa vuoi fare oggi?", domanda.
"Dovrei fare una cosa."
"Che cosa?"
"Andare a scegliere il vestito per il ballo.", se non mi sbrigo non ne troverò nemmeno uno.
"Posso accompagnarti?"
"No. Non puoi vedere il vestito prima del ballo."
"Hayden, non dobbiamo sposarci. Posso vederlo il vestito.", non ha tutti i torti, però vorrei davvero sorprenderlo quella sera.
"Va bene, puoi accompagnarmi, però non vedrai come mi sta addosso.", lui alza gli occhi al cielo.
"Okay, come preferisci."
"Prima, però, vorrei passare a casa a cambiarmi.", lui annuisce mentre beve il suo caffè.
"Jordan, posso farti una domanda?"
"Una sola."
"Cos'è successo tra te e Spike? In passato, intendo. Sembrava avercela a morte con te."
"Spike ha qualche anno in più di me, mio zio Timothy lo ha preso dalla strada e lo ha addestrato assieme a me e Nate. Era il suo pupillo, e lui da cane bastardo qual'è, faceva tutto ciò che li veniva detto di fare. Adulava mio zio, si occupava dei suoi affari, insomma faceva di tutto per essere il suo preferito. Ma con il tempo io sono cresciuto, mio zio iniziava ad affidare più compiti a me che a lui, e Spike iniziò a comportarsi in modo strano. Mi accorsi che sparivano soldi in casa, e Spike era quasi sempre fatto. Lo dissi a mio zio e lui fu costretto a cacciarlo, da allora mi odia e ha iniziato a cercare un punto debole nella mia vita, qualcosa con cui ferirmi, come io ho fatto con lui.", mi ritornano in mente le parole di Spike, quelle in cui annunciava vittorioso di aver trovato il punto debole di Jordan.
" E lui pensa che sia io? ", domando allibita.
" Si. "
" E perché? "
" Perché qualche tempo fa, mentre uscivo con Victoria, ha fatto una scenata simile. Ma gli risposi che poteva prendersela pure, che non mi importava un cazzo di lei.", per quanto Victoria mi irriti il sistema nervoso, il fatto che si parli di una donna come un oggetto mi infastidisce.
" E perché io sarei diversa? "
" Perché lo sei. Comunque, avevi detto una domanda sola, ne hai già fatte tre. Andiamo a cambiarci, dobbiamo cercare il tuo vestito per il ballo.", ordina porgendomi la mano.
"Tu cosa indosserai?", domando seguendolo in camera.
"Pensavo di venire nudo.", sorride.
"Si, potrei venire nuda anche io.", torna subito serio.
"No, te lo scordi.", non posso fare a meno di ridere della sua espressione.
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Despite the blood
Teen FictionHayden è una ragazza diciassettenne con problemi di autocontrollo e gestione della rabbia. Tende a mettersi nei guai facilmente ed i continui spostamenti da una città all'altra, a causa del lavoro della madre, non aiutano a migliorare il suo atteggi...