"Hayden, non sei al sicuro qui.", la donna dagli occhi verdi mi avvolge tra le braccia, il viso sottile è rigato di lacrime mentre le labbra carnose tremano leggermente.
"Ti amerò per sempre.", sussurra prima di lasciarmi andare, vorrei abbracciarla, stringermi a lei e non lasciarla mai andare, ma le mie braccia sono bloccate.
"No! Lasciami!", grido. Ma non è la mia voce quella che esce dalla mia bocca, è la voce di una bambina. Le lacrime scendono sul mio viso mentre mi dimeno, mi volto verso la persona che mi sta trattenendo per pregarla di lasciarmi andare, ma il suo viso famigliare mi costringe a tacere. Non è una sconosciuta, è mia madre."NO!", grido svegliandomi di soprassalto.
"No, no, no, no.", mi agito sul letto passandomi le mani sui capelli.
"Che succede?! Un altro incubo?", domanda Jordan allarmato.
"Si, c'era questa donna che diceva di amarmi come sempre, ma il finale era diverso, per la prima volta ho visto il viso di chi mi portava via. Jordan, era mia madre.", sono agitata e mi muovo nervosamente.
"Piccola, è solo un sogno.", prova a rassicurarmi ma nei suoi occhi leggo sincera preoccupazione.
"No, Jordan, non credo si un sogno."
"Cosa pensi che sia?", domanda corrugando la fronte.
"Io..io..penso che sia un ricordo.", sembra una totale follia.
"Un ricordo di quando?"
"Di quando avevo due anni o forse anche meno, non lo so. Io devo parlare con mia madre.", salto giù dal letto e mi rivesto come una pazza in preda all'isteria.
"Questa mattina hai detto che c'ero anche io nel tuo sogno."
"Penso che quello fosse frutto del nostro litigio.", Jordan non compare mai in quel sogno, e quello di stamattina penso fosse solo il mio subconscio timoroso di perderlo a farlo comparire in esso.
"Ti do un passaggio.", annuncia prima di alzarsi dal letto. Controllo l'ora, sono già le sei di sera, mia madre dovrebbe essere a casa adesso, ma per sicurezza sarà meglio telefonarle. Risponde al primo squillo.
"Ciao, mamma."
"Ciao, tesoro."
"Dove sei?", domando mangiucchiando una pellicina dal pollice.
"A casa, tu dove sei?"
"Sono da Jordan."
"Avete fatto pace.", immagino il suo sorriso dall'altra parte del telefono.
"Si, adesso mi riporta a casa. Puoi aspettarmi lì?", non vorrei che uscisse con Matt.
"Si, sembri agitata. È successo qualcosa?", domanda allarmata.
"No, voglio solo parlarti di una cosa."
"Sei incinta?!"
"Oddio, no!"
"Okay, che sollievo."
"A dopo.", saluto riagganciando. Mi domando perché abbia questa fissazione che potrei restare incinta ogni volta che sto a meno di dieci centimetri da Jordan.Prendo posto sul lato del passeggero della Camaro mentre inizio a pensare che forse sto davvero esagerando. Potrebbe essere solo uno stupido sogno, ma una vocina dentro di me suggerisce che non lo sia. Jordan mi stringe la mano mentre cambia marcia, guarda dritto davanti a sé con la tensione dipinta sul viso. Accosta davanti a casa mia e scende senza dire una parola.
Mia madre è seduta sul divano con un libro tra le mani.
"Ciao, Rachel.", saluta Jordan prendendo posto accanto a lei sul divano.
"Ciao, ragazzi.", risponde posando il libro sul bracciolo.
"Mamma, devo parlarti di una cosa.", ho pensato a come parlargliene senza risultare una pazza, ma temo che in qualsiasi modo glielo dirò il risultato sarà lo stesso.
"Dimmi pure."
"È da qualche tempo che faccio uno strano sogno.", inizio.
"Che genere di sogno?"
"Vedo questa donna, molto bella con gli occhi verdi, che mi dice che non sono al sicuro e che mi ama molto, provo ad abbracciarla ma vengo portata via. Tu, tu mi porti via da lei.", nei suoi occhi non leggo la confusione come temevo, non vedo il riflesso di una figlia fuori di testa, come forse in fondo speravo. Vedo la preoccupazione, l'agitazione ed il terrore.
"È solo un sogno.", la poca convinzione nella sua voce mi spinge ad insistere.
"No, invece. Non lo è. È un ricordo, non è vero?", lei inizia a massaggiarsi nervosemente le mani.
"Chi è quella donna, mamma?", domando mentre la voce inizia a spezzarsi.
"Jordan, devi andare via, devo parlare con mia figlia.", improvvisamente il suo sguardo è diventato di ghiaccio.
"Tutto quello che devi dire a me, puoi dirlo davanti a lui.", replico con tono fermo quanto il suo.
"No, non posso. Jordan, per favore, lasciaci da sole.", Jordan si alza in piedi, vorrei pregarlo di non lasciarmi qui da sola perché ho paura di quello che potrebbe dirmi.
"Terrò il telefono acceso.", mi informa prima di darmi un bacio sulla fronte ed uscire dalla porta.
"Siediti.", ordina mia madre. Mi siedo al posto di Jordan mentre lei si alza per tornare poco dopo con una scatola in mano.
"Avevo promesso di aspettare il tuo diciottesimo compleanno, ma ormai mancano pochi giorni perciò posso dartela anche adesso.", estrae una lettera e me la passa con mano tremante.
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Despite the blood
Teen FictionHayden è una ragazza diciassettenne con problemi di autocontrollo e gestione della rabbia. Tende a mettersi nei guai facilmente ed i continui spostamenti da una città all'altra, a causa del lavoro della madre, non aiutano a migliorare il suo atteggi...