14. È uno scherzo, vero?

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Alyssa

Questa mattina durante il tragitto per il Campus il mio cervello è altrove.
Ho fatto fatica a prendere sonno. Ieri sera, il pensiero di quello che stava per succedere tra me e Adriel, se non ci avessero interrotti, mi ha tormentato per parecchie ore.
La consapevolezza che volevo baciarlo, anche se non so quasi niente di lui, mi è piombata addosso come uno di quei acquazzoni estivi, inaspettati e potenti. Lo volevo così tanto che quasi potevo percepirne il sapore sulla lingua, senza il bisogno di sfiorarlo, e lo voglio ancora.
E anche per lui era così, ne sono sicura, l'ho visto sul suo viso e nella tensione del suo corpo, e la cosa mi rende speranzosa e spaventata al tempo stesso.

«E così conosci Kaleen... vi parlate spesso?» butto lì mentre io e Melissa siamo ferme a un incrocio sulla Keith Ave.

Lei inserisce la marcia e riparte. «Io e il biondino? Segue il mio stesso corso di Astrofisica, non siamo amici» mi spiega, concentrata sulla guida. «Come mai questa domanda?» indaga nell'istante in cui ruota il volante per svoltare sulla Arthur Ave.

«Così... Non trovi che sia un po' strano?»

Ho notato che quel ragazzo segue Adriel praticamente ovunque, quando non è a lezione.
Non mi stupirei se scoprissi che fanno la pipì insieme, tenendosi per mano. Con ogni probabilità sono molto amici o lui è il suo stalker personale.

«All'inizio sì. È un po' strambo, perché fissa tutti ed è sempre sulla difensiva, poi però se ci scambi due parole ti accorgi che è un ragazzo come tanti altri... se tralasci il fatto che è bello da mozzare il fiato e super intelligente.»

«Sarà, ma per me resta inquietante, in più mi guarda sempre in modo strano; io non vorrei stare nella stessa stanza con lui nemmeno sotto tortura.»

«Aly, tu sei convinta che tutti ti guardino in maniera strana nell'ultimo periodo!» esclama lei. «Mmh, però, ora che mi ci fai pensare... in effetti il biondino ha qualcosa d'insolito» rimugina ad alta voce, senza staccare gli occhi dalla strada.

Sobbalzo nel sedile e ruoto la testa nella sua direzione. «Che cosa?»

«Beh, l'altro giorno, a lezione, si è arrotolato le maniche della camicia e ho notato che, oltre ad avere dei bicipiti da paura, ha il braccio destro del tutto coperto da tatuaggi.»

Spalanco la bocca, delusa, e torno a fissare la strada. «Succulenti bicipiti e tatuaggi? Tutto qui?»

«Non mi hai lasciato finire! Il motivo del disegno sul braccio e sulla mano è lo stesso che ha addosso anche Adriel. Chissà, magari fanno parte di qualche gang» ipotizza.

Possibile che siano dei membri di qualche strana setta? E se fossero dei criminali? Kaleen ha tutta l'aria del gangster russo, in effetti...

Melissa fa manovra in uno dei parcheggi del Campus, vicino all'edificio del Pantzer Hall. Scendiamo e, ancora immersa nelle mie congetture, mi avvio verso il complesso dell'Health Sciences, seguita a ruota dalla mia migliore amica.

La mia attenzione viene catturata da un furgoncino bianco, che si arresta proprio di fronte al complesso del Duniway Hall. Sembra uno di quei mezzi che i malviventi utilizzano nelle rapine in quei film polizieschi e stona tra le monovolume degli altri studenti. Qualche secondo dopo, lo sportellone posteriore si spalanca ed escono con disinvoltura Adriel, Kaleen e gli altri tre ragazzi.

Mel allunga il collo per sbirciare e si ripara la vista con la mano, per schermare gli occhi dal sole di metà settembre. «Non sapevo che la MSU fornisse un servizio di trasporto.»

Tiro fuori gli occhiali da sole dalla borsa e li indosso. «Infatti è così: o vieni in autobus o in auto. Forse i genitori di uno di loro si saranno offerti di accompagnare anche gli altri. Che ne so, magari abitano nello stesso quartiere.»

Alpha - the escapeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora