25. Decisioni avventate

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Alyssa

«Non credi dovremmo approfittarne per tagliare la corda?» mi chiede Mel mentre cerca di farsi spazio tra i rami del cespuglio dietro cui siamo nascoste.

Allungo la mano, per toglierle una foglia che le è rimasta impigliata tra la massa di boccoli dorati. «Per andare dove? Non sappiamo nemmeno dove siamo.»

Mel arriccia le labbra, pensierosa. «Beh, prima o poi dovrà pur passare un'auto. Basterà solo farci dare un passaggio fino a casa da qualcuno e il gioco è fatto. Sempre meglio che restare qui» dichiara mentre scruta la vegetazione con un'espressione disgustata.

Lancio un'occhiata in direzione dell'entrata della base e osservo per l'ennesima volta il quadrante del mio orologio. Sono passati dieci minuti e di Adriel, e degli altri, ancora nulla.

«E aspettare che il supervisore venga a bussare alla nostra porta? No, grazie. Io non tornerò a casa, almeno non fino a che non sarò sicura che mia madre non verrà coinvolta in questa follia.»

Nel ricordare il mio unico incontro recente con il dottor Ryes  rabbrividisco: quell'uomo è inquietante, malato e per nessuna ragione gli permetterò di avvicinarsi a mia madre. Riporto di nuovo lo sguardo sull'ingresso dell'edificio e mi mordo il labbro inferiore, nervosa per quest'attesa sfibrante. Adriel ci ha ordinato di aspettarlo, nascoste nel bosco, e così stiamo facendo, però, se entro dieci minuti non riapparirà, dobbiamo scappare lontano dai guai, come lui ci ha suggerito.

«Allora, com'è Adriel, nudo?» mi chiede di punto in bianco la mia migliore amica.

Mi volto, con la bocca spalancata e gli occhi sgranati, incredula che trovi il coraggio di domandarmi una cosa così inopportuna, in un momento tanto delicato. «Solo a te può venire in mente di chiedermi una cosa del genere!»

Sorride. «Beh, ce ne dobbiamo stare qui per almeno altri dieci minuti buoni, tanto vale impiegare il tempo in modo proficuo. E quale modo migliore, se non riprendere il discorso di questa mattina? Comunque, ti ricordo che sei stata tu a trascinarmi nel bosco, in crisi, perché l'avevi visto senza vestiti» puntualizza divertita, dandomi un piccolo colpetto con la spalla.

A quel ricordo sento montare di nuovo l'imbarazzo, la pelle del viso comincia a riscaldarsi, così mi affretto a celare il volto con le mani.

Mel si lascia andare a una risatina sommessa. «Oddio, sei rossa come un gambero!» mi canzona. «Deve proprio essere stata una visione succulenta, se il solo ricordo ti fa ancora questo effetto.»

«Non c'è nulla da ridere! Ma non capisci? Non riuscirò mai più a guardarlo negli occhi dopo averlo visto nudo.»

Lei poggia le mani sulle mie per scostarmele dal viso. «E perché dovresti? Non mi sembra che lui si sia fatto tanti problemi.»

In effetti ha ragione: Adriel si è comportato come se non fosse successo nulla, mentre io ne ho fatto un dramma, agitandomi in modo infantile e costringendo Mel ad ascoltare i miei sproloqui. Le ho spiattellato tutto: l'ho messa al corrente di Layla e del nodo, e le ho fatto un resoconto dettagliato del nostro bacio mancato.

«Hai ragione, sto ingigantendo la cosa. Lui mi piace davvero e non so che fare.»

«Finalmente ammetti che ti piace!» 

Faccio una smorfia. «Ci ho provato a non innamorarmi di lui, capisci? Ci ho provato davvero a cancellare i suoi occhi, la sua voce e il suo viso dalla mia testa, ma ho fallito.»

La mia amica poggia una mano sulla mia spalla, per confortarmi. «Adriel lo sa?»

«Non credo e comunque non ha importanza. Questo non è il momento giusto per innamorarmi di lui! Non è pronto a voltare pagina, a lasciare andare Layla. E poi i soldati e il supervisore ci danno la caccia e, se ciò non bastasse, c'è quel piccolo dettaglio che non è umano. È tutto un gran casino!» confesso amareggiata.

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