🔹Capitolo extra: DelaKy🔹

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Ciao a tutti!
Questo è un capitolo bonus, che segue il capitolo ventidue, dedicato a chi, come me, si è chiesto che cavolo hanno combinato Malaky e Delaney nel bosco.

Spero vi piaccia.

S. ❤️

Delaney

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Delaney

Mi addentro nella radura, facendomi largo tra i bassi cespugli e i tronchi delle conifere. Di fronte a me Malaky avanza spedito, piegandosi con fatica di tanto in tanto per raccogliere qualche ramo da terra, facendo contrarre tutti i muscoli della schiena nello sforzo. 

«Non mi hai ancora detto cosa ti è successo quando hai passato la notte in cella», gli chiedo, ormai incapace di trattenere la curiosità che mi divora da questa mattina.

Lui si volta con un'espressione indecifrabile negli occhi. «Nulla, o meglio, nulla che tu debba sapere».

«Ma... ti hanno colpito. L'ho visto anche ora che ti fa male il fianco. Hai fatto vedere la tua ferita ad Adriel o a Kaleen?» indago, sempre più apprensiva. 

L'idea che possa avere una costola rotta, perché ha reagito con un gesto avventato, mosso dalla preoccupazione per la mia incolumità, non mi dà pace.

Maledetto supervisore, è tutta colpa sua!

«Ti ho detto che non è nulla», ribatte lui scocciato, girandosi di nuovo e avanzando nella radura.

Corro verso di lui e l'afferro per il gomito. «Ti prego, lascia che sia io a giudicarlo. Lo sai che ho studiato per diventare curatrice e, anche se non ho fatto in tempo a terminare gli studi, potrei esserti utile in qualche modo», dichiaro e lo supplico con lo sguardo.

Lui esita un momento, poi sospira, sconfitto. «Ok, ma facciamo in fretta», asserisce, poi avanza verso una roccia e si siede, cominciando a sbottonare a uno a uno i bottoni della divisa che indossa.

Arrossisco all'istante.
«Che cavolo stai facendo?» balbetto, in preda al panico.

Inarca un sopracciglio scuro e le sue dita indugiano sul terzo bottone. «Mi spoglio, così puoi controllare la ferita».

Che stupida! Ovvio che deve togliersi la maglia, che cosa mi dice il cervello!

Non appena si toglie la parte superiore dell'orrenda divisa e la lascia cadere su una roccia, sussulto: un ematoma violaceo gli corre lungo tutto il fianco destro e sembra gonfio.

Avanzo verso di lui e mi inginocchio al suolo. «Intendo esaminare la ferita», chiarisco, chiedendogli implicitamente il permesso.

Lui annuisce, per poi posare lo sguardo altrove. Tasto con tutta la delicatezza di cui sono capace la botta. A una prima ispezione sembra che non ci sia nulla di rotto, così tiro un sospiro di sollievo. 

Alpha - the escapeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora