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"Maman?" Guardo Edin corrermi incontro ridendo mentre Enis lo rincorre per poi finirgli addosso quando si ferma accanto a me "Ti sei fatto male?" Scuote la testa mentre mi guarda con quegli occhi grandi e vispi "Io e Enis vogliamo il gelato" il più piccolo annuisce ridendo, dietro di lui, così alzo lo sguardo verso Emina e lei annuisce "Ok, andiamo"
Pulisco il viso di Edin, dal gelato al cioccolato che sta mangiando e gli sorrido quando incrocio i suoi occhi limpidi che mi fissano. "Sono uguali" sospiro e appoggio la schiena alla sedia e la guardo "In tutto" per poi riportare i miei occhi sul mio piccolo uomo, ed infilargli una mano tra i capelli corti. "Se l'avessi saputo.." - "Emina, ti prego! Smettila! Mi avete tagliata fuori. Non voleva farmi soffrire? Non voleva una relazione a distanza? Bene. Ecco il risultato" Edin appoggia una mano sulla mia gamba ed inizia ad accarezzarla, per poi farla finire sulla mia e stringermela "Maman?" Gli sorrido e gli bacio la fronte "Va tutto bene" - "Devi dirglielo" alzo lo sguardo su di lei e sorrido amaramente "Ah si giusto, perché io non avevo intenzione di farlo appena l'ho saputo!" Emina allunga una mano verso di me per toccarmi il braccio ma lo ritiro portandomelo al corpo "Io.." - "Tu niente, Emina. Vuoi dirglielo? Fallo. Anche perché come posso farlo io? Sono ancora bloccata ovunque. Pensi che ogni giorno non ci provi a contattarlo per dirgli che ha un figlio? Ma non posso! Perché lui non me lo permette!" Lo sussurro, cercando di non attirare l'attenzione di Edin e cercando di reprimere la rabbia che provo in questo momento, verso di lei ma soprattutto verso Miralem. Sospiro e prendo un sorso d'acqua, mentre sento la sedia spostarsi ed Emina avvolgermi in un abbraccio lasciandomi un bacio sulla testa "Mi dispiace, io non so cosa avrei fatto al tuo posto. Probabilmente sarei crollata" - "E l'ho fatto Emina, l'ho fatto. Dopo aver partorito non volevo nemmeno vederlo, i primi mesi sono stati un inferno" Poggio gli occhi su Edin e mi viene da piangere ripensando a ciò che abbiamo passato nei primi mesi. "Vuoi parlarci? È qui a Lussemburgo anche lui" prende la sedia e la sposta vicino alla mia mentre continua a stringermi forte la mano.
È qui.
È qui.
È qui.
"Quante volte siete ritornati qui?" Emina inizia a guardarsi intorno per poi fissare un punto dietro di me "Perché mi hai cercata? Perché proprio ora?" - "Avevo bisogno di te, mi mancavi" Scuoto la testa "Giusto, tu hai bisogno ed io dovrei essere qui, per te, come se niente fosse. Ma quando io avevo bisogno di te o di tuo fratello, io non avevo nessuno" mi alzo dalla sedia e la guardo "Devo andare. Digli che devo parlargli, di una cosa importante. Quindi sarei grata, se mi sbloccasse. Edin, saluta che andiamo a casa" - "No, maman, restiamo quiii"

"Edin" Scuote la testa ed imbronciato se ne va verso la porta di casa, aspettando che io la apra, ed appena lo faccio corre verso camera sua ed io lo raggiungo sedendomi sul suo letto "Edin, lo so che volevi continuare a giocare con Enis, ma dovevamo tornare a casa, lo rivedrai un altro giorno. Ora puoi abbracciarmi?" Mi guarda da terra, si avvicina a me strisciando a terra e poi allunga le mani verso di me e così lo tiro a me. "Maman" gli bacio una guancia "Dimmi" - "Bacio" si indica l'altra guancia e lo accontento ben volentieri. "Quando andiamo a giocare con Enis?" Rido e mi distendo sul suo letto portandolo con me "Poi scrivo a Emina, ok?" Annuisce e mi accarezza le guance "Dammi un bacio" si avvicina al mio viso ed inizia a baciarmi il viso "Mi hai perdonata?" Annuisce e mi sorride "Pizza?" - "Sii" sorrido e lo prendo in braccio alzandomi dal suo letto per andare a recuperare il telefono e così ordinare le pizze.


Emina Pjanic
Ho parlato con Mira, e ti ho sbloccata. Puoi scrivergli

Perché sono così fissata con le parole?
Lei mi ha sbloccata, non lui.
Ora posso scrivergli, ma non ne sono più così convinta. Non poteva inviarmi uno stupido messaggio dove mi diceva quando potevamo vederci per parlare? Guardo Edin addormentato sulle mie gambe e gli passo una mano tra i capelli prendendo un respiro profondo.


Miralem Pjanic
Ho chiesto a Emina di dirti che volevo parlarti. Ma non so neanche cosa dirti, come dirtelo e quando farlo. Perché il momento perfetto è già passato, perché le parole non le trovo ed il modo nemmeno. Quindi lo faccio qui, con una foto e poche parole.

 Quindi lo faccio qui, con una foto e poche parole

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Questo è Edin ed è tuo figlio.

Mi alzo dal divano, lasciandoci sopra il telefono, con Edin in braccio per portarlo a letto, dove lo copro con le coperte e gliele rimbocco per poi lasciargli un bacio sulla fronte "Ti amo amore mio". Appena torno sul divano mi copro con la coperta grigia di pile e metto in pausa il cartone animato che Edin stava guardando, per passare all'ultimo episodio di Lucifer che stavo vedendo, prima però recupero il telefono e lo fisso, sperando in una sua risposta, di cui però non trovo notifica quando lo sblocco, sospiro frustrata per poi entrare nuovamente nella sua chat e trovarlo online, ma quando apro la tastiera per scrivergli compare il sta scrivendo, che compare e scompare ripetutamente. Sbuffo ed esco dalla chat, ed innervosita spengo la televisione e mi alzo dal divano per andare in camera.
Mi molla, senza dirmi niente, senza darmi uno straccio di spiegazione.
Se ne va dal Lussemburgo per giocare a calcio, senza dirmi niente.
Mi blocca ovunque non dandomi la possibilità di parlare con nessuno di loro.
Gli dico che ha un figlio, e non mi calcola neanche.
Mi rigiro ancora nel letto ed infine mi alzo per andare in camera di Edin, ma il mio telefono si illumina appena arrivo alla porta della mia stanza, così vado velocemente a recuperarlo, tentando di non farmelo cadere, rovinosamente a terra, dalle mani.


Miralem Pjanic
Dobbiamo vederci, ora.

Tre quarti d'ora per dirmi questo?

Dove sei?

È mezzanotte, ho un figlio che dorme, dove pensi possa essere?

Vengo da te

No. Non ora. Domani.

Ora

Edin dorme! Lo capisci? Non ho intenzione di farlo svegliare perché inizieremo, sicuramente, ad urlare.

Guardami negli occhi, e pensa solo a noi • Miralem Pjanic Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora