•4•

2.4K 67 0
                                    


Miralem

Gli hai parlato? Voglio vederlo, ti prego Danielle

Vado a prenderlo prima all'asilo, andiamo a mangiare ciò che più vuole in quel momento e gli parlo. Non posso dirgli "Ah Edin, tuo padre che fino a ieri non sapeva che esistevi, oggi, vuole vederti"

Guardo fuori dal finestra del mio ufficio e sospiro, mettendo il telefono sotto lo schermo del computer. "Dani, che hai? Edin sta male?" Guardo Pierre appoggiato allo stipite della porta, mentre sprofondo nella sedia "Lui sta bene, sono io che ho i nervi a pezzi. In due giorni mi è ripiombato addosso tutto il mio passato, con il suo carico da novanta" mi guarda stranito e si siede dall'altro lato della scrivania "È tornato qui il padre di Edin, e gliel'ho detto. Insomma, doveva saperlo no? Ed ora vuole conoscerlo, ma io non sono pronta. Non sono pronta a dividere mio figlio con lui. Non sono pronta all'eventualità che lui, voglia e possa portarlo via da me, per tutta la vita o anche solo per un giorno" allunga un braccio sulla scrivania e mi prende una mano, stringendomela forte "Non sono neanche pronta a parlare con Edin! Cosa gli dico? Come lo preparo?" - "Sei sempre stata abbastanza sincera con Edin, no? Sa che c'è suo padre, e da quello che mi hai sempre detto, lui spera sempre di ritrovarselo un giorno davanti agli occhi.." - "Si ma.." - "Dani, è Edin, il bambino più dolce ed intelligente del mondo. Tu ora sei qui a farti mille problemi e poi magari quando gli dirai tutto ti chiederà perché sei triste e preoccupata. Non posso aiutarti in questo frangente, ma parlagli, a cuore aperto, digli che è qui, e che se vuole vederlo glielo farai conoscere. In fin dei conti è pur sempre un bambino, che vuole conoscere suo padre" sospiro e mi torturo le pellicine delle mani "Non so se sono pronta ad affrontare tutto questo"

"Anche le patatine, dai maman! Ti pregoooo!" Sospiro sconfitta ed aggiungo all'ordine anche quelle, prima di pagare e poi andarci a sedere.
Appena la ragazza ci lascia sul tavolo il vassoio, mi prendo un attimo per guardare Edin sorridente che scarta il suo panino per poi imbrattarsi il viso con le salse. È cresciuto così tanto in così poco tempo, che mi sembra di essermi persa ogni momento. "Maman? Non mangi?" Allunga una manina verso le patatine ancora nella mia parte del vassoio e se le infila in bocca "Maman ti vuole bene, lo sai?" Annuisce anche se tutta la sua concentrazione è rivolta al panino che ha tra le mani. "C'è una persona che vorrebbe conoscerti.." sondo la sua reazione, finisce di masticare e manda giù il boccone posando il panino su un tovagliolo "Papà?" Mi guarda tra lo speranzoso e il rassegnato, probabilmente per tutte le volte in cui mi ha chiesto di lui e io gli ho sempre risposto di no, che non c'era, che non era lui, che non sarebbe arrivato e che noi non saremmo andati da lui. Ma al contrario di tutte le altre volte mi trovo ad annuire piano e lui in risposta sgrana gli occhi per poi fissarsi le dita delle sue mani e iniziare a strappare in piccoli pezzi il tovagliolo "Edin, solo se vuoi" annuisce piano sempre con il viso rivolto alle sue mani, così mi alzo e mi siedo accanto a lui e lo stringo forte al mio petto baciandogli la testa "Solo se vuoi e quando vuoi" mi prende una ciocca di capelli tra le dita ed inizia a rigirarla "Ti voglio bene Edin, e non cambierà niente" mi guarda negli occhi e poi allaccia le sue braccia al mio collo.


Miralem

Questa sera, dopo cena. A casa mia, ora ti mando la posizione.

Ok, devo portare qualcosa? Non lo so. Vuole il gelato? Che gelato gli piace? Oppure qualcos'altro, non lo so, dimmi tu

Vieni e basta

Guardo Edin che continua a camminare nervoso avanti e indietro, lungo il salotto, per poi sedersi sul divano, restarci per un paio di secondi e poi ricominciare daccapo il tutto. "Non vuoi finire la bistecca?" Si ferma e mi guarda per poi scuotere la testa a destra e sinistra "Edin, vuoi che gli dica di non venire?" - "No, no maman. No"Annuisco e mi alzo per spreparare la tavola e pulire la cucina, prima che Miralem arrivi.
"Andiamo a giocare mentre lo aspettiamo?" Scuote la testa mentre cammina davanti alla porta d'ingresso, finché il campanello non inizia a suonare e di riflesso Edin si blocca istantaneamente quasi fosse rimasto pietrificato "Apri tu?" Lo guardo mentre lui è lì immobile mentre fissa la porta ancora chiusa, così mi avvicino e lo prendo in braccio "Apriamo assieme?" Scuote la testa e nasconde il viso contro il mio collo. Apro la porta e Miralem è davanti a me con due confezioni di gelato tra le mani "Ciao" - "Ciao" - "Io.. ho preso del gelato" se avesse le mani libere probabilmente si starebbe grattando la fronte. Annuisco e lo lascio entrare mentre Edin inizia pian piano ad allentare la presa dal mio collo, preso dalla sua solita curiosità e anche, probabilmente, per aver sentito la parola gelato.
Edin è seduto a terra mentre mangia il gelato fissando ogni movimento di Miralem, non gli ha ancora rivolto parola e tenta sempre di scostarsi dal tocco di Mira, anche se lui non ci prova assiduamente e gli sta lasciando il suo spazio, e di questo lo ringrazio. "Edin, vuoi giocare?" Guardo Mira allungarsi sul divano e prendere dalla cesta dei giochi di Edin un pallone, il più piccolo lo continua a fissare "Maman non vuole" aggrotto la fronte "Se vuoi giocare, fallo, basta che andiate fuori" - "Ma vieni anche tu" Annuisco e lo prendo in braccio appena mi si avvicina.
Edin è crollato sul mio petto appena terminata la loro, lunghissima partita, ed ora Miralem mi è seduto accanto e sta continuando a sfiorare la guancia paffuta di nostro figlio "È bellissimo" involontariamente mi ritrovo a stringermelo addosso un po' di più, mentre annuisco "È uguale a te" - "Ha il tuo carattere" gli lascio un bacio tra i capelli e guardo Mira "Vorrei bene vedere, dopo tutta la fatica che ho fatto, non vedere niente di me in lui sarebbe stato troppo da sopportare" mi sorride e fa scendere il suo dito lungo il braccio di Edin che si muove un po' sfregando il suo viso sul mio petto e rilasciando un sospiro poco dopo, mentre Miralem stacca velocemente la sua pelle da quella di suo figlio, per paura di averlo svegliato o di poterlo fare a breve se continua. "Io.. io voglio esserci Danielle"

Guardami negli occhi, e pensa solo a noi • Miralem Pjanic Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora