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"Edin" lo chiamo piano mentre inizio a baciargli il viso, e smetto appena lo vedo sorridere "Ancora, maman" sorrido e continuo a baciarlo, e lui si aggrappa al mio collo così mi alzo dal suo letto portandolo in bagno. "Facciamo colazione fuori, ti va?"Annuisce stropicciandosi gli occhi "Viene anche Enis?" - "Oggi no, tu devi andare all'asilo" lo vedo sbuffare mentre si toglie la maglia del pigiama. "Non arrabbiarti" - "Voglio la brioche con la cioccolata" lo aiuto a lavarsi il viso e lo guardo dallo specchio "Ok" Gli sorrido lasciandogli un bacio tra i capelli, lui sgrana gli occhi e inizia a sorridere "Dai veloce, che altrimenti non facciamo a tempo!" Si asciuga velocemente il viso e poi corre in camera sua, lo guardo mentre infila velocemente una felpa e poi mi guarda in cerca di aiuto quando non riesce ad allacciarsi le braghe che si è messo.
"Dai maman, dai, andiamo! Voglio la brioche!" Lo guardo accanto alla porta mentre mi metto la giacca e recupero le chiavi e la borsa, do un ultimo sguardo al telefono e ci trovo una sua notifica.


Miralem Pjanic
Ci vediamo dopo?

Si, tu piuttosto cerca di non volatilizzarti nel nulla

Cammino verso, quello che era, il nostro solito bar. Lo cerco e lui è già li, seduto ad un tavolo che si guarda attorno, mi fermo un attimo e rimango ferma, attonita. Non sono pronta. Ho passato interi anni ad immaginarmi questo momento, pensando e ripensando a cosa avrei dovuto dirgli, ed ora, ora non so più niente. Respiro più volte, tentando di arginare le lacrime, i ricordi, e il cuore che continua a battere ad un ritmo esagerato.
Appena i suoi occhi incontrano i miei, si alza dalla sedia, come una molla, vorrei scappare da lì. Appena torno in me, mi ritrovo Miralem a pochi passi che mi fissa, tenta di accarezzarmi, ma gli faccio no con la testa e lui ritira subito la mano. "Ci sediamo?" Prendo un respiro profondo e annuisco camminandogli accanto per poi sedermi davanti a lui, inizio a battere ripetutamente le dita contro le gambe mentre lo fisso passarsi una mano tra i capelli per poi prendersi il labbro inferiore tra il pollice e l'indice e tirarselo un po', come fa Edin quando è in imbarazzo.
Sono così uguali.
"Quanti anni ha?" - "Quanti anni fa mi hai mollato qui, senza dirmi nulla e bloccandomi ovunque?" Mi stringo la giacca attorno al petto "Lo hai chiamato Edin" alzo lo sguardo su di lui "Hai sempre detto che ti piaceva" alzo le spalle e mi guardo attorno, notando che finalmente sta arrivando la cameriera con la nostra ordinazione, che appoggia sul tavolo per poi lasciarci di nuovo soli. "Com'è?" - "È il bambino più dolce del mondo" prendo il telefono ed apro la galleria, per poi scorrere tutto l'album con i video e le foto di Edin, e gli lascio il telefono davanti a lui "Guarda" lo vedo scorrere tutte le foto, una dopo l'altra, sorride, ride mentre guarda video che faccio a Edin, si passa una mano tra i capelli e poi punta i suoi occhi nei miei "Cosa mi sono perso?" - "Tutto, però, ci sono milioni di altre cose che lui farà o vorrà fare. E se.. Insomma.. Se vuoi, potrai esserci" - "Ti ha mai chiesto di me?" Sospiro e mi strofino gli occhi "Si, sempre. Dice di volerti vedere, conoscere. Ma non so se è effettivamente pronto. Ti ha già visto, cioè gli ho fatto vedere delle nostre -mi gratto la testa e sospiro- delle foto dove ci sei anche tu" - "Ora dov'è?" Prendo un sorso d'acqua e lo guardo "All'asilo, devo andarlo a prendere tra un paio d'ore" - "Voglio vederlo, Dan" sospiro "Devo prima dirgli che sei qui, io.. Senti, è difficile" - "Emina mi ha detto che il primo periodo è stato difficile, cos'è successo?" Mi muovo sulla sedia, nervosa, e mi lego i capelli per prendere tempo "È nato il 28 agosto. Era così piccolo, bellissimo e così uguale a te, già allora. Non riuscivo a gestire lui, le mie emozioni, la situazione in sè. Non mi interessava di lui, io.. -lascio i miei occhi vagare su qualsiasi cosa, tranne che su di lui- Il primo periodo, io.. Ringrazio Dio di aver avuto vicino i miei, loro badavano a Edin e io.. Io tentavo di tirarmi su" - "Mi dispiace, Dan" si avvicina e mi prende una mano, che però scaccio "Non mi chiamare così" - "Danielle.." sospiro "Tu dovevi esserci. Io volevo tu ci fossi, ma non c'eri, perché sei un egoista di merda. Se ci fossi stato io forse non sarei caduta in tutta quella merda. Dovevi esserci durante il parto, quando Edin ha iniziato a camminare, quando ha detto la sua prima parola, quando ho dovuto portarlo al suo primo giorno all'asilo, quando ha imparato ad andare in bici. Ma non c'eri e tutto questo perché tu non mi hai dato la possibilità di dirti che ero incinta!" Mi alzo dalla sedia e mi passo una mano sul viso frustrata "Danielle, ti prego" - "Io voglio che tu ci sia per Edin, ma io non sono pronta a vederti e a stare vicino a te. Ti odio per come hai fatto andare le cose tra noi, ma una parte di me ti sara per sempre grata per il semplice fatto di avermi dato la persona più importante della mia vita"

"Maman!" Sorrido a Edin che urla correndomi incontro, e lo prendo di slancio "Mi sei mancato" respiro il suo profumo e gli lascio dei baci sulle guance "Maman, noo!" Rido mentre lo vedo allontanarsi un po' da me "Guarda cos'ho fatto!" Lo lascio andare mentre torna nella sua classe per poi tornare da me con un foglio tra le mani, mi inginocchio e lui mi fa vedere il disegno, mentre si appoggia al mio petto "Io e te" sorrido "Posso darti un bacio e dirti che ti voglio bene, o devo aspettare di essere a casa?" Lo guardo mentre aggrotta la fronte "A casa, maman" mi alzo scuotendo la testa e recupero la sua giacca per poi infilargliela "Allora andiamo a casa così potrò baciarti e coccolarti, senza che nessuno ci veda" gli faccio l'occhiolino e lo sento ridere per poi prendermi la mano ed avviarci verso la macchina.




















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Guardami negli occhi, e pensa solo a noi • Miralem Pjanic Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora