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"Maman?" Tengo ancora gli occhi chiusi mentre Edin mi chiama iniziando a punzecchiarmi la guancia con un suo dito, mentre sono ancora distesa nel letto di Miralem "Dimmi" apro gli occhi e trovo il suo viso a pochi centimetri dal mio "Vieni anche tu?" - "Dove?" Gli lascio un bacio sulla guancia e mi siedo sul materasso, notando solo ora, Miralem davanti all'armadio aperto mentre a petto nudo cerca una maglia da infilarsi "Papi.." Miralem si gira e ci sorride mentre Edin mi circonda il collo con le mani e mi abbraccia "A fare colazione e poi a fare un giro in centro, dato che domani è il primo giorno di scuola del nostro piccolo ometto" sorrido alle sue parole lasciando un bacio sui capelli di Edin "Ti va?" Il piccolo alle mie parole annuisce "Allora andiamo a fare colazione" si alza di scatto dal mio petto ed inizia a correre fuori dalla stanza. "Beh, buongiorno" metto i piedi fuori dal letto ed incontro il marmo freddo della camera da letto, mentre Miralem mi stringe i fianchi lasciandomi un veloce bacio sulle labbra "Mira.." - "Ho aspettato che uscisse" accompagna la frase con un alzata di spalle e le mani alzate prima di infilarsi, finalmente, un maglione.
Quando mi avvicino al piano cottura noto una confezione ancora intonsa del mio te preferito, ed involontariamente mi sfugge un sorriso "Edin, dove sono le tazze?" - "Alla tua destra" annuisco alle parole di Emina che arriva in cucina con Enis in braccio mentre Edin mi indica uno sportello accanto a me, "Grazie" prendo una bustina di tè dalla confezione e la scarto mentre aspetto che l'acqua si scaldi "Non so quanto ti convenga bere quel te, quella confezione penso sia lì da quando è arrivato a Torino" aggrotto la fronte "È una confezione nuova" - "Ma se tu non bevi il te" Emina si gira a guardare Miralem mentre ha ancora al petto Enis che beve del latte dal suo biberon "Quindi posso berlo si o no?" - "Si Dani"

"Maman" mi giro verso Edin che è seduto nei posti anteriori della macchina di Miralem e lo trovo a scrive con un dito sul finestrino appannato "Dimmi, poi rimangono i segni Edin" si gira e punta i suoi occhi nei miei "Adesso andiamo a casa?" - "Si torniamo a casa" si muove nel seggiolone agitato "Ma a casa di papi?" Scuoto la testa ed allungo una mano verso di lui "Ma l'elefante.." - "Torniamo a casa a prenderlo se l'hai lasciato lì" - "Si papi"
Torno a guardare la strada davanti a noi mente tamburello le dita sul poggia braccio "Non riesce a dormire senza quell'elefantino" - "Se non ricordo male, tu avevi un coniglio bianco sempre sopra il tuo letto" mi giro e per un paio di secondi incrociamo i nostri sguardi "Forse"
Quando Miralem spegne la macchina davanti a casa sua scendo per far uscire Edin dall'auto "Dai, vai a prendere l'elefante" lo vedo sparire lungo il corridoio che porta alle camere mentre io rimango in salotto "Perché hai il mio te preferito sul piano cottura?" Si mette le mani nelle tasche posteriori dei jeans e mi fissa "A Roma lo facevo per ricordarmi di te, alle volte preparavo la tazza e ci mettevo dentro la bustina, solo per sentire quel profumo, almeno per un po' dentro quella casa. Ed ho continuato così, anche qui. Nessuno la toccava, era solo lì sopra in bella vista, come se usassi quelle bustine tutti i giorni, e forse era così, in fin dei conti lo facevo, e poi buttavo via l'acqua e ripetevo le stesse cose, gli stessi movimenti che fai tu, tutti i giorni. Scaldare l'acqua, immergere la bustina, aspettare un po', tirarla fuori dall'acqua per poi immergerla nuovamente -tre volte- e poi lasciarla lì, perché tu il te lo bevi con la bustina ancora dentro alla tazza" prendo un respiro e non sentendo ancora i passi di Edin, mi avvicino a Miralem e gli stampo un bacio sulle labbra, veloce e poi mi stacco da lui, anche se mi attira a se e finisco con la fronte poggiata sul suo petto mentre mi abbraccia. "Io ti odio. Vorrei farlo almeno. Ma poi mi ricordo che sei il padre di mio figlio, e poi dici queste cose. E io.. io.." - "Ti sciogli" sospiro e stringo gli occhi "Maman? Papi?" Appena sento la voce di Edin tento di allontanarmi velocemente da Miralem ma me lo impedisce "Hai trovato l'elefante?" - "Perché abbracci maman?" Sono ancora con la fronte appoggiata al petto di Miralem, ma immagino gli occhi indagatori ed un po' socchiusi di Edin mentre ci guarda "Sai com'è la mamma, stava per piangere, perché pensava a quanto stai diventando grande e che domani andrai a scuola e non ti vedrà per tutto quel tempo" prendo un respiro e grandi sento la presa di Mira venire un po' meno mi giro e guardo nostro figlio che mi si avvicina e si allunga verso di me, così lo prendo e gli lascio un bacio tra i capelli "Maman, ma io poi torno a casa da scuola sai? Non piangere. Perché ci vediamo lo stesso. Però Elefante vuole dormire anche oggi tra te e papi, possiamo?" Edin sgrana gli occhi, come me, ma inizia poi a riempirmi il viso di baci "Edin, era un segreto!" - "Non guardarmi in quel modo! Io stavo dormendo sul divano, poi Edin è arrivato e mi ha trascinato a dormire con voi!" Alza le mani mentre io alzo un sopracciglio, che come un tempo Miralem mi sfiora "Te l'ho detto ieri e te lo dico anche ora. Rilassati e non pensarci troppo" - "Non ti voglio a casa mia" questa volta è il suo il sopracciglio che si inarca "Davvero?" Annuisco stringendo Edin al mio petto "Ti devo ricordare cos'hai fatto prima?" - "No, non serve" - "Quindi vieni papi?" Edin si gira tra le mie braccia e si allunga verso il corpo di Mira che lo prende in braccio "Si, vengo a dormire con te, a casa di Maman" Edin sorride e gli lascia un bacio sulla guancia "Allora andiamo a casa Maman?"

Guardami negli occhi, e pensa solo a noi • Miralem Pjanic Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora