Capitolo 14

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Poso gli ultimi bicchieri sul tavolo preoccupandomi di mettere quello rosa al posto dove si sarebbe seduta Eonjin. La mia sorellina incarna perfettamente lo stereotipo di faccia d'angelo con la coda da diavoletto dietro. Carina ed adorabile quanto vuole ma sa far patire le pene dell'inferno a chiunque. Ridacchio al pensiero e faccio un passo indietro gettando uno sguardo all'orologio che segna le 11:55. Fra pochi minuti quei due diavoletti verranno qui insieme ai miei genitori. Finalmente potrò rivederli dopo due mesi passati solo a studiare e lavorare.

«Il pranzo è pronto!» esclama Jungkook facendomi quasi spaventare. Per poco non mi sono dimenticato della sua presenza ai fornelli. Solitamente non la smette di parlare, quella faccia da coniglio, ma in questi ultimi giorni lo vedo fin troppo strano: è sempre silenzioso, sta spesso per conto suo e lo vedo poco con tutti gli altri. Con me non sembra essere cambiato di molto. Certo, non mi parla più tanto come prima ma almeno qualcosa la dice a differenza di quando è con gli altri.

Mi giro verso di lui ritrovandolo ad osservare compiaciuto i piatti che aveva preparato con tanta cura. Mi aveva detto, non appena siamo tornati a casa, di voler preparare i miglior piatti che avesse mai cucinato per far colpo sulla mia famiglia. Rido andandogli vicino e gli do una pacca sulla schiena, circondandogli le spalle con un braccio. «Sei un cuoco provetto» gli pizzico una guancia beccandomi uno schiaffo sulla mano da parte di Jungkook.

«Risparmia le pizzicate alle guance per i tuoi fratelli. Sembri la prozia americana dei film» scherza usando un tono scocciato che viene però tradito da una piccola risata scappata dalle sue labbra.

Mi fingo offeso e faccio qualche passo indietro dandogli uno schiaffo sul braccio. «Non sono la prozia assillante dei film americani!» esclamo sbuffando sonoramente trattenendo un sorriso divertito nel vedere Jungkook alzare gli occhi al cielo. Apre bocca per rinfilzarmi probabilmente qualche altro velato insulto ma il campanello della porta lo blocca. Mi giro di scatto e subito l'immagine della mia famiglia si proietta davanti al citofono. Sorrido correndo ad aprire e delle urla acute mi perforano i timpani prima di venire assalito da due scimmiette che si aggrappano alle mie gambe senza scollarsi.

«Tae!» urlano in coro facendomi scoppiare a ridere. Si alzano da terra e prendono a saltare felici intorno a me ridendo contenti. «Ci sei mancato!» esclama Eonjin con la sua vocetta acuta guardandomi con un sorriso a trentadue denti.

Mi abbasso e prendo in braccio entrambi dando un bacio sulla testa di tutti e due sorridendo. «Anche voi mi siete mancati piccole pesti. Ora andate a sedervi a tavola che è pronto» li lascio a terra e un altro urlo mi arriva alle orecchie prima di vedere i due gemelli cercare di arrampicarsi sulle sedie. Sospiro ridendo e mi giro verso i miei genitori abbracciandoli. «È bello rivedervi» mormoro sentendo le loro braccia stringermi, soprattutto quelle forti di mio padre.

«Appena ti liberi mi raccomando passa a darci un saluto. I tuoi fratelli non fanno altro che chiedere quando vieni a trovarci» ridacchia mamma allontanandosi dall'abbraccio così come fa papà.

«Lo farò, parola di Taehyungie» incrocio l'indice e il medio baciandoli ridendo. Mi giro e vedo Jungkook in piedi abbastanza imbarazzato che lancia occhiatine ai miei fratelli che lo stanno fissando curiosamente dalle loro sedie. Rido avvicinandomi a lui e circondandogli le spalle. «Lui è Jungkook, il mio migliore amico» sorrido fiero girando il viso verso di lui che sorride e scuote una mano prima verso i miei fratelli e poi inchinandosi verso i miei genitori.

«Oh quindi tu sei il famoso Kookie! Taehyung parla in continuazione di te» sospira mia mamma ridendo e venendo verso di noi. Spalanco gli occhi diventando rosso e inizio a farle cenni con una mano per intimarle di stare zitta ma né lei né mio padre mi prestano attenzione.

War of hearts // Vkook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora