Un lungo lampadario composto da piccoli diamanti illumina l'intera sala gremita di persone sorridenti. Il pavimento lucido riflette le immagini dei clienti seduti intorno a dei tavoli rotondi di media grandezza. Sopra essi ci sono delle piccole candele profumate, la tovaglia é cosparsa di petali di rosa bianca e un mazzetto di fiori é posto al centro del tavolo.
Una dolce canzone aleggia per tutta la sala.Sì, tutto molto dolce e romantico ma la mia espressione da serial killer rovina il tutto.
Jimin e Namjoon continuano a sorridermi innocentemente facendomi di tanto in tanto dei complimenti per addolcirmi ma non c'é verso.
Non ancora vedo il faccino angelico di Taehyung quindi la mia voglia di infilare una forchetta nelle chiappe dei miei due coinquilini aumenta ogni secondo di più.«Hea e le sue amiche stanno arrivando. Ti toglierai quel muso lungo in men che non si dica» Namjoon sorride cercando di smorzare la tensione dandomi un piccolo colpo con il piede. Gli rivolgo un'occhiata ancora più omicida di prima, se possibile, e lo zittisco.
«Ti abituerai Nam, non preoccuparti. Conosco questo feto da due anni ormai e posso dirti che sotto quegli sguardi assassini e quelle risposte ironiche c'è un cuore d'oro» sorride dolcemente Jimin toccandomi una mano.
«Toglimi quella mano di dosso o questa forchetta te la faccio ingoiare sana» lo minaccio prendendo con la mano libera la forchetta posata sul tovagliolo vomitevolmente rosa. Tutto questo romanticismo e tutta questa dolcezza mi stanno facendo venire il voltastomaco.
Jimin ritrae la mano di scatto con espressione terrorizzata facendomi soffocare una risatina divertita. «Ritiro tutto quello che ho detto. Potrebbe ucciderti nel sonno» ribatte il ragazzo dai capelli rosa porcellino ed io sorrido maleficamente.
Per quanto in questo momento, e in generale, vorrei sterminare quasi l'intera città non sarei mai capace di uccidere qualcuno. Jimin mi ha sempre detto che do costantemente l'impressione di un ragazzo che ucciderebbe un uccello senza avere sensi di colpa ma in realtà non é così. Mettendo da parte che l'uccello lo divorerei -sì mi riferisco a quell'uccello-, non sarei capace di schiacciare una formica senza scoppiare a piangere.
È una cosa che mi porto dietro da bambino. Tengo troppo agli esseri viventi per poterli uccidere. Sì gente, sotto questo cuore da perfetto stronzo si cela uno zuccherino. Ben nascosto tra l'altro a differenza di Jimin che non si fa problemi a mostrare la sua dolcezza.Esattamente come in questo momento che sta abbracciando una ragazza poco più bassa di lui dai lunghissimi capelli neri. Sembra quasi che la stia spezzando in due, anche se lei sorride ed è rossa in volto.
Ignoro completamente la ragazza che mi sta fissando come se fossi un gelato alla nutella e mi concentro sulla figura decisamente più alta che spunta da dietro. Un grande sorriso nasce sulle mie labbra e lui arrossisce incontrando il mio sguardo entusiasta.
È anche più bello del solito. La frangia gli copre quasi del tutto gli occhi ma lo rende ancora più adorabile e dannatamente attraente. Indossa una camicia bianca attillata, abbottonata fino al collo che lascia intravedere i pettorali mentre i jeans sono stretti e strappati al ginocchio.
Ditemi cos'ho fatto di così bello per meritarmi una visione così celestiale.
Ma ovviamente le cose belle durano ben poco perché una voce delicata ma già tremendamente irritante mi distrae dal mio bellissimo angelo. «Ciao! Tu devi essere Jungkook vero? Io sono Eunmi, è un piacere conoscerti» mi sorride gentilmente facendo un piccolo inchino e sedendosi accanto a me. È davvero carina. Se fossi etero sicuramente ci avrei già provato. Ma non lo sono.
Le sorrido gentilmente per non essere troppo scorbutico e lancio un'occhiata a Taehyung che, con mio grande piacere, si siede vicino a me salutando i due ragazzi e tornando poi a parlare con la ragazza che gli hanno smollato quei due cretini.
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War of hearts // Vkook
Fanfiction«Vietato innamorarsi di una persona dello stesso sesso» Siamo nel 3029 e non é cambiato nulla nel mondo. Escludendo le nuove tecnologie e il fatto che siamo praticamente comandati a bacchetta da dei superiori. É come se vivessimo in un videogame per...