Capitolo 1:

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Erano passati tre anni da quando Negan lo aveva lasciato.
Il Boss non lo aveva più contattato.
Carl ricordava ancora l'ultima notte che avevano passato insieme, la notte del suo diciottesimo compleanno, era stato un qualcosa di meraviglioso, ma poi Negan era uscito con quella frase e tutto era andato in frantumi.
Ma nonostante questo Carl non aveva smesso di cercarlo, era andato a casa sua, ma l'aveva trovata vuota, era andato al Santuario e vi aveva trovato solo un luogo deserto, aveva provato a chiamarlo, aveva chiamato Dwight, ma entrambi erano irraggiungibili.
Aveva chiesto aiuto a suo padre, lo sceriffo aveva fatto il possibile, ma non aveva scoperto nulla, solo fogli bianchi e numeri inesistenti.
Una volta finita la scuola Carl si era trasferito a Los Angeles, a 1.2 miglia lontano dalla propria città d'origine.
Ovviamente tornava molto spesso a casa, chiamava suo padre almeno due volte alla settimana e si faceva raccontare tutto quello che accadeva nella cittadina e a sua volta raccontava le proprie piccole avventure.
Al momento svolgeva qualche lavoretto, nulla di troppo serio, doveva ancora capire quale sarebbe stata la sua strada.
Quasi tutte le sere lavorava come cameriere in un pub, il Salvation, un posticino niente male, un luogo trafficato ma allo stesso tempo tranquillo, non aveva mai conosciuto il proprietario del locale, era il suo assistente che si occupava di assumere i dipendenti, ma da come ne sentiva parlare doveva essere una persona magnifica e dai mille talenti.
Inoltre due volte alla settimana Carl faceva il babysitter, mentre i restanti giorni frequentava i corsi di criminologia.
Aveva deciso di seguire le orme di suo padre, ma non era sicuro di poter fare il poliziotto.
Si passò una mano fra i capelli corti e posizionò un paio di boccali di birra su un vassoio trasparente, poi si allontanò dal bancone.
Il pub quella sera era molto trafficato, decine e decine di persone continuavano ad entrare ed uscire dalla porta, facendo entrare l'aria gelida che proveniva dall'esterno.
Carl posò i due boccali su di un tavolino in vetro verde, i due ragazzi seduti al tavolo gli sorrisero ammiccanti.
"Perché non ti unisci a noi?" Gli domandò uno dei due ragazzi appoggiando una mano contro la schiena di Carl, poi iniziò a farla salire e scendere, arrivando quasi a toccare il sedere del ragazzo. 
Carl sorrise forzatamente.
"Mi spiace, ma non ho ancora l'età per bere" Rispose Carl lasciando i due di stucco.
Ciò che Carl aveva appena detto era vero, avrebbe compiuto ventuno anni solo fra qualche mese, più precisamente in estate, quindi legalmente non aveva l'età per bere, anche se molto spesso si fermava dopo l'orario di chiusura ed assieme ai colleghi brindava alla giornata.
Carl tornò al bancone dove stava il barista, un ragazzo di qualche anno più grande di lui, si chiamava Paul, ma lo chiamavano tutti Jesus, questo a causa dei suoi lunghi capelli, la barba e gli occhi azzurri come il cielo.
"Ci provano ancora?" Domandò Jesus sorridendo dolcemente.
Il barman aveva preso da subito Carl sotto la propria ala, lo trattava quasi come un fratellino e questo al ragazzo piaceva, aveva sempre desiderato un fratello, non che Judith non fosse abbastanza, ma avere un fratello maschio sarebbe stato molto più divertente.
Carl annuì e buttò gli occhi al cielo.
"Sai, dovresti andare in giro con una maglietta con su scritto, sono impegnato" Disse Jesus ridendo e mimando con le mani la scritta.
Carl sorrise a propria volta.
Ormai tutti i suoi amici e colleghi sapevano che il suo cuore apparteneva a qualcuno, sapevano anche che questo qualcuno se n'era andato senza lasciare traccia, ma non sapevano il nome di questo fantomatico uomo.
Tutte le vole che uscivano insieme qualcuno finiva con il provarci con Carl, ma il ragazzo rifiutava sempre chiunque.
"Non credo che a loro interessi molto" Confessò Carl.
Aveva incontrato molti uomini che ci avevano provato con lui nonostante avesse confessato loro di essere già impegnato.
"Con quelli non vale nemmeno la pena parlare" Disse Jesus versando del whisky in alcuni bicchierini di vetro. 
"Il tuo bel tenebroso non si è più fatto vivo?" Domandò Jesus.
Carl scosse il capo e sospirò stanco.
Il barista sorrise rassicurante e gli appoggiò una mano sulla spalla.
"Ascolta, so che tu ami quest'uomo, ma forse dovresti guardare avanti, non puoi rimanere ad aspettare per sempre che lui torni da te" Disse Jesus cercando in qualche modo di aiutare l'amico.
Il ragazzo annuì e prese i quattro bicchierini.
"Ci penserò" Disse Carl sparendo fra la folla.
Questa volta il tavolo era composto da quattro ragazze, tutte con dei tacchi stratosferici, Carl si chiese come facessero a stare in piedi.
"Grazie" Lo ringraziarono le ragazze quando servì i bicchieri.
Carl sorrise e si allontanò dal tavolo.
La chiacchierata con Jesus lo aveva fatto riflettere, forse il barista aveva ragione, forse doveva davvero voltare pagina.
Che senso aveva continuare a correre dietro a Negan?
Posò una mano al centro del petto, sotto la camicia nera poteva sentire la collana di Negan, quella che gli aveva regalato Lucille.
Chissà se anche lui aveva ancora la colla che Carl gli aveva dato.
Il ragazzo scosse il capo e tornò al bancone.
"Hey Carl!" Lo richiamò una ragazza dai capelli neri.
"Si?" Domandò il ragazzo.
Tara era una sua collega, non parlavano molto, ma si era sempre rivelata una ragazza gentile.
"Senti, ti devo chiedere un grosso favore" Iniziò la ragazza.
Carl incrocio le braccia davanti al petto e si mise in ascolto.
"Domani potresti fare il mio turno? Dalle 10:30 a 00:30?" Domandò Tara.
"E tu prendi il mio posto ora?" Domandò Carl.
Lei annuì.
"Mi salveresti! Mia sorella vuole assolutamente che partecipi ad uno stupido giochino familiare e me lo ha detto solo pochi minuti fa..." Si scusò Tara.
Carl annuì.
"Va bene, nessun problema" Tata batté le mani e lo abbracciò.
"Grazie grazie grazie, tu si che sei un tesoro! Forza su, vai a cambiarti e fila a casa" Lo incitò la ragazza.
Carl sorrise, salutò Jesus con un gesto della mano e sgusciò negli spogliatoi, fortunatamente questi erano dotati di riscaldamento, Carl iniziò a sbottonarsi la camicia ma rinunciò quando sentì un brivido di freddo corrergli lungo la schiena.
"Meglio di no" Disse fra sé e sé riabbottonando la camicia.  
Si infilò la giacca che precedentemente era stata appesa ad un appendi abiti ed uscì dalla porta sul retro.
Percorse la rampa di scale che lo avrebbe condotto al parcheggio.
Le scale erano ricoperte di neve e vagamente scivolose, Carl fu costretto a reggersi alla ringhiera per non rischiare di cadere.
Una volta raggiunta la propria auto estrasse una chiave dalla tasca e fece scattare la serratura della macchina bianca.
Si sedette al posto del guidatore ed accese il riscaldamento, l'inverno era iniziato da qualche giorno e le temperature erano calate drasticamente.
Uscì dal parcheggio e guidò fino al condominio in cui abitava.
Parcheggiò e si avvicinò alle scale.
Abitava in un'appartamento al quinto piano del condominio.
Si fermò davanti alla porta ed inserì la chiave metallica.
La fece girare nella toppa ed entrò in casa, si chiuse la porta alle spalle ed accese le luci.
Appese la giacca blu all'appendi abiti e si sfilò le scarpe ricoperte di neve, poi le posò su uno strofinaccio.
Attraversò il salotto e si diresse in cucina, accese la luce e si guardò in giro.
Trasalì quando trovò una figura seduta al tavolo da pranzo.
Il lungo cappotto nero arrivava fino alle ginocchia coperte da un paio di  pantaloni dello stesso colore, ai piedi aveva degli anfibi neri.
I capelli e la barba erano diventati più lunghi, ma Carl lo riconobbe in ogni caso.
"N-Negan?" Domandò senza fiato.
Il Boss sorrise.
"Carl"

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