Capitolo 2:

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Negan si alzò in piedi, la schiena dritta e rigida venne piegata in avanti, le braccia si avvicinarono al tessuto del cappotto e le mani lisciarono  le pieghe che questo aveva assunto.
Carl fece alcuni passi avanti,le mani che prudevano, sollevò un braccio e con uno schiaffo colpì la guancia sinistra dell'uomo, facendogli voltare il viso.
Il Boss rimase immobile per alcuni istanti, si passò una mano sulla guancia e sorridendo voltò il capo verso il più giovane, una macchia rossa ora svettava contro la pelle bronzea, ma Negan non sembrava arrabbiato, anzi, sembrava divertito da quella situazione.
"Ti sei tagliato i capelli" Constatò semplicemente l'uomo.
Carl non gli rispose, si morse il labbro e strinse le mani a pugno.
"Stronzo!" Esclamò il ragazzo guardandolo con disprezzo.
"Come sei entrato in casa mia!?" Domandò ancora Carl puntando lo sguardo sulla porta.
Negan gli posò un dito sulle labbra e gli fece cenno di abbassare la voce.
"Non vorrai svegliare i tuoi vicini" Disse il Boss sedendosi nuovamente al tavolo.
Carl lo guardò allibito.
"Non è stato difficile forzare la serratura" Carl si morse il labbro, alzò nuovamente il braccio pronto a colpire Negan, ma questo gli afferrò il polso e lo costrinse a fermarsi.
Il Boss si alzò in piedi e lo guardò dall'alto.
"Cos'è? Sei diventato campione olimpionico di schiaffeggio?" Lo sfotté Negan.
Carl si liberò dalla sua presa e scosse il capo.
"Sai quanto tempo ho passato a cercarti!? Sai da quanto aspetto una telefonata? Mi sarebbe bastato anche un messaggio! Perché non ti sei più fatto sentire!?" Domandò Carl con rabbia, trattenendosi dallo sputare in faccia al Boss.
Negan sospirò.
"Carl..." Il ragazzo scosse il capo.
"Carl un cazzo!" Esclamò il ragazzo.
Negan gli strinse i polsi fra le mani e gli lasciò un bacio sulle fronte.
Carl si divincolò dalla sua presa e lasciò la cucina, attraversò orizzontalmente il piccolo corridoio e raggiunse il salotto. Superò il tavolino ed il divano e si avvicinò alla porta, ma Negan lo bloccò posandogli le mani sulle spalle.
La sua presa non fu violenta, non trattenne il ragazzo con la forza, applicò soltanto una leggera pressione con le dita.
Carl rimase immobile, le spalle rigide sotto le mani calde di Negan.
Il Boss sospirò avvilito e avvicinò il viso al capo del ragazzo, poi appoggiò la fronte contro i capelli scuri.
Carl riuscì a sentire il respiro caldo dell'uomo scontrarsi con la sua pelle bollente.
Un brivido corse lungo tutta la schiena, il ragazzo si divincolò dalla sua presa e si avvicinò alla porta, aprendola.
"Fuori" Ordinò tenendo lo sguardo basso.
Avrebbe voluto guardarlo dritto negli occhi, mostrargli che dopo tutti quegli anni lui era cambiato, che era diventato forte, ma dentro di se sapeva che se avesse alzato lo sguardo sarebbe scoppiato a piangere.
Negan fece qualche passo avanti e si fermò davanti a Carl, lentamente e senza spaventarlo gli passò una mano fra i capelli scuri.
"Carl..." Sussurrò nuovamente il Boss. Lui scosse il capo e scacciò la mano dell'altro uomo.
"VA VIA!" Gridò Carl, il corpo scosso dai brividi e gli occhi pieni di lacrime, sarebbe bastato pochissimo perché le guance iniziassero a bagnarsi.
Negan annuì e lasciò l'appartamento, Carl chiuse la porta sbattendola, prese le chiavi e le girò un paio di volte nella serratura, poi si allontanò dall'entrata. 
Con gambe tremanti si avvicinò alla cucina, prese un bicchiere da un ripiano e lo riempì con dell'acqua fredda, ne bevve giusto un sorso, poi preso dalla rabbia lo scagliò contro il pavimento, mille schegge di vetro si sparsero per tutto il pavimento della cucina, seguite da altrettanti schizzi d'acqua.
"Cazzo!" Esclamò Carl.
Il ragazzo si prese il viso fra le mani ed iniziò a prendere dei grossi respiri, cercando di calmarsi.
Si sedette al tavolo della cucina e chiuse gli occhi, appoggiò la fronte contro il piano del tavolo e rimase immobile, mille brividi che gli correvano lungo la schiena. 
Carl tirò su con il naso, una lacrima gli rigò la guancia e cadde sul tavolo, seguita da una seconda e una terza.
Il ragazzo nascose il viso fra le mani e continuò a piangere.
Sollevò il viso e si guardò attorno, forse avrebbe potuto chiamare qualcuno, si, avrebbe chiamato Jesus di sicuro l'amico avrebbe saputo cosa fare, cosa consigliargli.
Carl prese il cellulare fra le mani e cliccò sull'icona della rubrica, quando trovò il contatto del barista si bloccò e spense il telefono, probabilmente Jesus stava ancora lavorando e di sicuro non gli avrebbe risposto. 
Il ragazzo si alzò dalla sedia e dopo aver appoggiato il cellulare sul tavolo si avvicinò alla finestra che dava sull'esterno, fuori aveva ripreso a nevicare, le temperature dovevano essersi ulteriormente abbassate.
Carl guardò la porta con la coda dell'occhio, con passo felpato le si avvicinò e guardò dallo spioncino. Negan era seduto in corridoio, aveva la schiena premuta contro la parete, lo sguardo rivolto verso l'altro, una gamba piegata e l'altra completamente distesa.
Carl deglutì, farlo entrare sarebbe stato da stupidi, però vederlo là fuori al freddo...
Il ragazzo appoggiò la fronte contro la porta e sospirò affranto, portò una mano alla chiave e la girò facendo scattare la serratura, aprì la porta e sbirciò all'esterno.
Il Boss aveva sollevato lo sguardo e ora lo guardava con occhi gioiosi, non stupiti, sembrava quasi si fosse aspettato una reazione del genere da parte di Carl.
"Entra" Lo invitò il ragazzo con tono duro e fintamente distaccato.
Negan si alzò in piedi e fece il suo ingresso nell'appartamento.
Carl gli chiuse la porta alle spalle e per sicurezza la chiuse a chiave.
"Togliti le scarpe, non voglio che sporchi il pavimento" Il Boss annuì e dopo essersi inginocchiato iniziò a slacciare i nodi delle stringhe.
Carl lo lasciò all'ingresso e si diresse velocemente in cucina, non si era ancora occupato di ripulire il disastro che aveva combinato poco prima.
Prese scopa e paletta da sotto al lavandino e diede una rassettata veloce, poi asciugò il pavimento con uno strofinaccio.
Fortunatamente nessuno dei mobili si era rovinato, una gamba del tavolo si era lievemente scheggiata, ma non sarebbe stato un grosso problema, e poi nessuno lo avrebbe notato.
"Grazie per l'ospitalità" Disse Negan entrando in cucina a piedi scalzi.
Carl mosse distrattamente il capo e si mise a sedere, guardando l'ora sul display del cellulare.
Erano le due e mezza passate.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, pensava fosse più presto, era davvero rimasto da solo così a lungo?
"Non voglio che tu muoia per ipotermia" Spiegò semplicemente Carl con il tono più freddo che riuscì a trovare.
Negan sorrise quasi sollevato.
"Quindi di me ti importa ancora" Affermò l'uomo.
Il ragazzo si morse il labbro e scosse il capo alzandosi in piedi, aggirò il tavolo e si fermò ad un passo dal corridoio.
"No, non voglio che i miei vicini trovino un cadavere in corridoio" Disse Carl con rabbia.
Fece per lasciare la cucina ma Negan fu più veloce, gli bastò allungare un braccio e bloccare Carl afferrandogli un polso. 
"Non mentire. Non a me" Ringhiò il Boss.
Carl si voltò a guardarlo con rabbia. Storse il naso e si trattenne dallo scoppiare a piangere.
"E cosa dovrei fare? Uh? Fingere che non sia successo niente? Dovrei riaccoglierti a braccia aperte? Oh scusami! Se mi avessi chiamato sarei rimasto a casa e ti avrei preparato una deliziosa cenetta, avrei comprato dell'intimo sexy e mi sarei fatto trovare sdraiato sul tavolo!" Esclamò Carl con tono ricolmo di sarcasmo.
Negan scosse il capo, ma non riuscì a nascondere un sorriso.
"Non è quello che ti ho chiesto. Anche se l'intimo sexy non mi sarebbe dispiaciuto per niente" Carl lo guardò allibito, si sottrasse alla sua presa e gli voltò le spalle.
"Sei uno stronzo, uno stronzo idiota" Il ragazzo strinse le mani a pugno, Dio, aveva così voglia di voltarsi e colpire Negan dritto in faccia.
Il Boss lo prese per le spalle e lo costrinse a voltarsi verso di lui.
"Hai ragione. Sono uno stronzo, ma mi dispiace"

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