Carl era solo a casa da quasi tre ore, era rimasto a letto per quasi tutto il tempo, una parte di se desiderava alzarsi e fare qualcosa di più produttivo, ma l'altra parte aveva paura che anche il solo respirare con troppa forza potesse riaprire la ferita.
Annoiato e bisognoso di recarsi al bagno Carl si alzò in piedi, si diresse in bagno e ne uscì una decina di minuti dopo.
Voglioso di una bevanda calda raggiunse la cucina, pensò di preparare una cioccolata calda ma rinunciò quando si rese conto di non avere bustine in casa, così optò per un po' di tè.
Prese un pentolino e lo riempì d'acqua, si mosse verso i fornelli pronto a metterlo sul fuoco quando sentì suonare il campanello.
Carl sollevò un sopracciglio, non aspettava visite quel giorno, Negan aveva le chiavi e lo stesso valeva per suo padre, pensò che forse si trattasse di Jesus, il barman era passato più volte a trovare Carl in ospedale, forse voleva sincerarsi che il ragazzo stesse bene.
Carl si diresse all'ingresso e dopo aver girato un paio di volte le chiavi nella serratura aprì la porta.
Si sorprese di trovare uno sconosciuto alla porta.
"Salve" Salutò Carl rimanendo aggrappato alla porta.
L'uomo che aveva davanti sarà stato alto quanto Negan, aveva lunghi capelli scuri e barba dello stesso colore. Indossava un cappotto grigiastro e aveva le mani giunte dietro la schiena. Carl si chiese come avesse fatto ad entrare in casa, per accedere al condominio si dovevano possedere le chiavi o qualcuno doveva aprire il portone.
"Chi è lei?" Domandò Carl quando l'uomo non rispose al suo saluto, rimanendo sulla difensiva, scrutava lo sconosciuto con occhio critico, osservando ogni minimo dettaglio, dalla barba ispida agli stivali ricoperti di neve.
"Sono un amico di Negan, lui è in casa?" Domandò l'uomo. Carl deglutì e si scostò un poco dalla porta, non aveva nessun motivo per impedire a quell'uomo di entrare in casa.
"No mi spiace, è uscito qualche ora fa, ma se vuole lo può aspettare, entri" Il ragazzo si scostò completamente dalla porta e lasciò spazio all'uomo, che si pulì le scarpe sul tappeto posto all'ingresso.
"Dammi pure del tu, puoi chiamarmi Dylan" Si presentò finalmente l'uomo togliendosi il cappotto che Carl appese di fianco alla porta.
"Io sono Carl" Si presentò il ragazzo, avendo però il sospetto che Dylan conoscesse già la sua identità. Quell'uomo aveva un aria particolare e Carl dubitava fortemente fosse un amico del Boss.
Prese il bordo della maglietta bianca che aveva indossato quel pomeriggio e cercò di tirarla verso il basso, cercando di coprire il più possibile il cellulare che teneva nella tasca posteriore dei pantaloni neri. Notò quasi immediatamente che la maglietta era troppo corta.
"Scusami un attimo, vado a mettermi una felpa e torno" Disse Carl. Dylan gli sorrise amabilmente ed iniziò a guardarsi in giro, lasciando delle impronte sul pavimento.
Carl si chiuse in camera e s'infilò una felpa nera abbastanza lunga poi uscì dalla sua stanza.
"Vuoi qualcosa da bere? Stavo per mettere sul fuoco un po' di tè" Disse Carl raggiungendo l'uomo che nel frattempo si era seduto al tavolo della cucina.
Dylan sollevò un sopracciglio ed annuì pigramente, i suoi occhi vagavano velocemente lungo le pareti.
"Lo prendi con qualcosa?" Domandò Carl cercando di apparire il più rilassato e tranquillo possibile. Dylan puntò lo sguardo su di lui e sollevò un sopracciglio.
"Come?" Domandò l'uomo, evidentemente non stava prestando molta attenzione al ragazzo occupato ai fornelli.
"Latte? Zucchero? Vino?" Domandò allora Carl, rendendo più chiara la sua domanda precedente. L'uomo sorrise ancora ed annuì.
"Latte per favore" Carl annuì, aprì il frigo e si chinò verso l'ultimo ripiano, dove stavano le bevande, occupando completamente la visuale di Dylan con la sua schiena spostò la bottiglia del latte verso il fondo del frigo, poi finse di cercarlo, spostando il più rumorosamente possibile le diverse bottiglie.
"L'ho finito" Disse Carl alzandosi in piedi portandosi le mani ai fianchi. Dylan portò le mani davanti a se.
"Non importa, lo prenderò solo con un po' ci zucchero" Il ragazzo scosse il capo e uscì dalla cucina, seguito a ruota dall'uomo.
"Non ti preoccupare, vado a chiederne un po' alla vicina, torno subito, tu rimani seduto o... se non ti dispiace puoi toglierti le scarpe? Non ti vorrei sembrare maleducato ma stai lasciando un mucchio di impronte" Disse il ragazzo quasi a volersi scusare per quella richiesta.
Dylan si guardò i piedi e si inginocchiò iniziando ad armeggiare con le stringe.
"Mi dispiace, hai ragione, le tolgo subito" Carl sorrise.
"Mettile di fianco al calorifero in cucina, si asciugheranno prima che Negan ritorni" Disse Carl uscendo, chiudendosi la porta alle spalle.
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e si avvicinò alla porta della vicina, l'anziana signora che viveva al suo fianco era andata a trovare i figli per le vacanze natalizie.
Carl prese il cellulare e compose in fretta il numero di Negan.
"Piccolo? Che succede?"Domandò immediatamente il Boss. Carl deglutì ed abbassò la voce, stando bene attento alla porta del proprio appartamento, poi iniziò a bussare a quella della vicina, doveva dare l'impressione a Dylan di stare cercando l'anziana. Non sapeva se l'uomo lo stesse spiano a meno, ma doveva essere cauto.
"Negan... c'è un uomo a casa, dice di essere un tuo amico..." Sussurrò Carl suonando il campanello della vicina.
"Un uomo? Descrivimelo" Ordinò il Salvatore, nel suo tono c'erano ansia e paura.
Carl deglutì e descrisse l'uomo nei minimi dettagli.
"Ora è in cucina" Disse infine il ragazzo.
"Ok, rimani calmo e cerca di chiuderti da qualche parte, io arrivo subito!" Esclamò Negan chiudendo la chiamata.
Carl prese un grosso respiro e mise via il cellulare, si avvicinò alla porta di casa e l'aprì, Dylan era ancora in cucina.
"Hey scusami, potresti venire a darmi una mano" Lo richiamò il ragazzo. L'uomo comparve immediatamente dalla cucina e raggiunse Carl, era a piedi scalzi, aveva seguito il consiglio del ragazzo e aveva messo le scarpe ad asciugare.
"Che succede?" Domandò l'uomo incrociando le braccia contro il petto. Carl sorrise e si grattò il capo leggermente in imbarazzo.
"Mi sono ricordato che la mai vicina è via per le vacanze Natalizie, ho il permesso di entrare in casa sua, ma tiene le chiavi di casa là in alto" Disse Carl indicando una rientranza nel muro posta sopra la porta.
"Io non ci arrivo, ma tu sei più alto, quindi potresti...?" Dylan annuì.
"Certamente" Rispose l'uomo, si portò davanti alla porta e dopo essersi messo in punta di piedi iniziò a cercare la chiave nelle piccola rientranza sul muro.
In realtà la chiave non si trovava lassù, ma nascosta al sicuro in casa di Carl.
"Sei sicuro sia qui?" Domandò Dylan appoggiando una mano contro la porta per riuscire a sorreggersi e non rischiare di cadere.
Il ragazzo approfittò di quel momento, spinse Dylan e scappò verso il proprio appartamento, l'uomo ringhiò, ma non fece in tempo a mettersi in piedi che Carl era già al sicuro dentro casa, girò due volte la chiave nella serratura e corse in cucina.
Negan aveva nascosto una pistola in uno dei cassetti, il ragazzo la prese fra le mani e la puntò verso la porta, poi fece il numero di Negan.
"Carl!" Esclamò l'uomo dall'altro capo del telefono. Il ragazzo deglutì.
"Negan! Sono... sono chiuso in casa e..." Dylan iniziò a picchiare con violenza contro la porta, i cardini cigolarono emettendo un suono orribile e per nulla rassicurante.
"Credo... credo che butterà giù la porta..." Sussurrò Carl con le lacrime agli occhi, completamente terrorizzato.
"Quindici minuti, quindici minuti e saremo da te, chiuditi in camera e blocca la porta" Negan chiuse la chiamata.
Carl non attese un minuto di più, afferrò il cappotto di Dylan e corse verso la propria stanza, chiuse la porta a chiave e spostò il letto davanti a questa, poi si chiuse a chiave nel bagno di servizio.
Carl sentì un boato provenire dall'ingresso. Dylan aveva abbattuto la porta.
"RAGAZZINO!" Gridò l'uomo. Carl deglutì e puntò la pistola contro la porta del bagno, non avrebbe esitato, avrebbe fatto fuoco.
"Sto cercando di essere gentile, non costringermi ad essere cattivo, vedi..." Carl sentì dei rumori provenire dalla porta della sua camera. La maniglia veniva abbassata ma la porta non cedeva.
"A me non piace fare il cattivo" Terminò Dylan.
"Ora!" Gridò Dylan. La porta della camera cedette.
"Merda..." Sentì dire da Dylan, poi dei passi affrettati.
"Carl! Carl!" Suo padre e Negan lo chiamavano. Carl corse ad aprire la porta del bagno e corse incontro ai due uomini che stavano immobili davanti alla porta d'ingresso.
Il ragazzo corse fra le braccia de Negan ed il Boss se lo strinse addosso.
"Stai bene?" Domandò il padre avvicinandosi alla coppia.
"Io..."
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Guns and Roses III
Fanfiction⚠️La storia presenta contenuti per adulti⚠️ Seguito di Guns and Roses II Abbiamo un Carl più cresciuto, maturo ma nonostante questo ancora legato al suo passato. 23-10-20 = 1°twd