Una Stella Vicino A Me

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Alberto

Siamo partiti alle cinque, abbiamo avvertito la produzione della nostra assenza per una decina di giorni, loro hanno detto che ci terranno informati in caso di novità.

Sono le otto e Tish è incollata al finestrino da più di un'ora e mezza, ho preferito prendere la strada normale invece che della superstrada, da più di mezz'ora lei e la sua fidata Canon si stanno rifacendo gli occhi, non c'è una luce immensa ma neanche il buio più totale, il sole è tramontato quasi, avvolgendo nella sua cortina di colori caldi e rilassanti il panorama, affianchiamo la costa, il litorale è puntinato dalle fitte fronde dei pini silvestri, si sente un odore salmastro, simile a quello di casa mia.

Il vento le spettina i capelli mentre lei, con il finestrino abbassato, scatta delle foto che passa sopra una sorta di piccolo computer, ogni tanto sbircio, ha una tempistica fantastica, non sono mosse né sfocate, ogni tre o quattro foto lascia pendere la fotocamera dal collo e controlla gli scatti, aumentando la saturazione o schiarendo di più.

Posa la fotocamera e inizia a digitare dei tasti, infine preme invio e tre secondi dopo il suo cellulare squilla, lei controlla prima il nome del mittente e, con un sospiro di sollievo, accetta la chiamata.

<<Ehy Luca>> inizia a dire, Luca Fornasier, il migliore amico di Tish, un fotografo onestamente molto bravo e molto simpatico. <<Dio, grazie>> dice sorridendo, gli zigomi si pronunciano un po' di più, un sorriso che illumina il suo.

<<No, Alberto si è cavallerescamente offerto di farmi fare una gita fuori porta, ora siamo... Dove siamo, Albi?>> chiede, io controllo il navigatore. <<Precisamente al Parco Nazionale del Circeo>> dico, lei lo riferisce. <<Lì ci sono acque limpidissime!>> sento urlare da Luca in preda all'estasi, io annuisco ridendo, ascolta ciò che lui le dice e sorride. <<Sì, lo so, sono molto fortunata ad averlo qui>> commenta.

Mi guarda e distoglie subito lo sguardo sorridendo, poi controlla la fotocamera. <<Sì, è quella che mi hai regalato tu, la Eos cinque di esse>> dice veloce. <<E sì, adoro come mette a fuoco, ce, neanche il tempo di trasferire la foto al laptop che è già pronta>> dice ridendo, lei inizia ad annuire. <<Ovvio, sì, è okay, muoviti sennò mi muori di fame>> dice lei, annuisce. <<Sì Luchino adorato, la mamma serba ti adora lo sai>> dice, poi chiude.

<<Lo adoro, letteralmente>> dice sdraiandosi sul sedile, poi sospira. <<Manca molto? Ho un certo languorino>> dice, io sorrido divertito. <<Appena arriviamo in riserva>> dico, lei annuisce e continua a guardare il panorama dall'alto.

§

<<E questa è la vostra camera>> commenta l'oste, guardo Tish. <<Condividiamo come a scuola?>> le chiedo, lei annuisce. <<E' okay>> dice sorridendo, io annuisco. <<Se avete freddo basta che scendiate e chiedete a Pietro, alla portineria>> dice l'uomo barbuto, mi consegna le chiavi ed esce.

Poggiamo i borsoni all'angolo, Tish si stende sul letto. <<E' morbidoso>> dice, io mi metto accanto a lei e annuisco confermando la sua affermazione, non ci muoviamo. <<eEdopo il Lazio andremo in Campania?>> chiede lei mettendosi su un fianco, io annuisco. <<Il mio programma era questo: facciamo la costa fino allo stretto, se vuoi ti porto anche in Sicilia, poi continuiamo l'altra parte di costa, attraversiamo l'Umbria e torniamo a Roma>> dico, lei ride, io la osservo mentre ride.

E' così carina.

<<Questo tecnicamente è sequestro di persona...>> dice. <<Ma tu ti sei fidata>> ribatto, lei mi guarda. <<Perspicace>> dice, io sorrido.

<<Tu vuoi farti una doccia?>> chiedo, lei annuisce, prende le sue cose e, nel giro di mezz'ora, indossa già il suo pigiama, io faccio lo stesso.

Si affaccia alla finestra, io la raggiungo. <<Con Luca, quando eravamo piccoli, mi ricordo che prendeva in prestito la macchina fotografica di suo padre, mi chiamava a casa sua per dormire insieme e invece scorrazzavamo sui tetti per fare delle foto, mi ricordo anche che gli ruppi un obiettivo e mi ero messa a piangere come un lupo>> dice sorridendo al ricordo.

Sospira. <<Da lì io e lui siamo aspiranti fotografi, con tutto il denaro che conservai per due lunghi anni riuscì a ricomprare lo stesso obiettivo>> conclude. <<Ti dispiace se apro un attimo la finestra? Queste stelle sono irresistibili>> ammette, io scuoto la testa e la apro, con la Canon posiziona la macchina, chiude un occhio e gira la cornice per mettere a fuoco.

Lei sorride. <<Say "stars" my darling>> dice in inglese e poi scatta un paio di volte, guarda poi nel piccolo display. <<Che meraviglia>> dice, io guardo nello schermo e annuisco.

Chiudo la finestra girando la manovella. <<Bhe, direi sia ora di andare a dormire, sono le undici e ho un sonno inimmaginabile>> dice, io annuisco, ci stendiamo sul letto grande e morbido, siamo uno di fronte all'altra, la vedo un po' tremare.

Lei chiude gli occhi. <<Accidenti>> dice a denti stretti. <<Sono nordica e in centro Italia ho freddo, roba da matti>> dice, io rido. <<Vuoi che chieda delle coperte...>> chiedo, ma lei mi anticipa. <E se mi abbracciassi?>> mi chiede, io rimango leggermente sorpreso dalla richiesta, ma annuisco, si avvicina per stringermi, cosa che fa, e io la abbraccio forte a me.

Chiude gli occhi con il sorriso sulle labbra e, dopo poco, ho la certezza che stia dormendo, rivolgo lo sguardo alle stelle che sembrano ricami argentati cuciti sul tessuto oscuro della notte, poi guardo lei e penso che, tra tutte, sia la stella più bella.

Il Serale|| Tisherto FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora