Il Serale|| Tisherto Fanfiction

anticipi

Alberto

<<Dunque io canterò il mio inedito insieme a un'artista?>> Dico interrogativo ad Alex, lui mi annuisce.

<<Sì, la conosco molto bene, ti giuro che ha un tono meraviglioso.>> Mi dice lui con un sorriso, io annuisco.

<<E come si chiama lei? Vorrei sentirla.>> Chiedo rivolto al professore, lui scuote la testa.

<<Lo scoprirai stasera Alberto, ora vai in casetta, bisogna prepararsi per stasera.>> Mi sprona Alex, io annuisco e lo saluto avviandomi in casetta.

Oggi ho finito prima per grazia divina, e anche perché il pezzo che farò io, oltre che essere un pezzo semplice, mi piace.

Finalmente le ore prima delle prove.

Relax, la parola corretta.

In poco arrivo ed entro dentro, ora mi accorgo che le luci sono spente tranne quelle a led che sono invece molto potenti, di sottofondo un brano molto rilassante, eight direi che sia, sento un po' caldo.

La porta del bagno e quella della camera sono aperte, io mi avvicino ma, neanche il tempo di fare due passi che vedo lei uscire con indosso una delle sue maglie oversize nere, sopra c'è impressa una fenice o qualcosa di simile.

Con le labbra mima il testo che sa bene e ogni tanto con le dita mima gli accordi sull'ukulele con un'aria leggermente malinconica, forse così farà stasera, un tono malinconico.

Appena si accorge di me sobbalza e, essendo lo stereo vicino, lo spegne di tutta fretta.

Mi fa ridere.

<<Cosa ci fai tu qui? Cioè, ci abiti okay, ma perché così presto? Torni sempre un'ora dopo.>> Dice, io sorrido leggermente ma cerco di sopprimere l'espressione divertita.

<<Ho finito prima.>> Constato, lei sospira e si fionda in camera per cambiarsi, appena sento la porta chiudersi mi scappa una risata dalle labbra.

C'era qualcosa nei suoi movimenti però che non mi convince, era più rigida, meno spensierata o felice, come se ci fosse qualcosa nella sua testa che la rendesse triste o più giù.

Dopo neanche cinque minuti esce con indosso quel completo verde acqua, entra in bagno sicuramente per tracciare il suo simbolo e sistemarsi quel carré color carota tanto buffo quanto lei.

<<Tu non ti prepari? Sei fermo lì.>> Mi dice, io annuisco e mi avvio in camera, prendo il necessario, mi chiudo in bagno e, dopo una lunga doccia, mi sento come nuovo.

Velocemente indosso gli stessi abiti della semifinale -e con dei capelli migliori- e prendo dietro un piumino leggero.

<<Andiamo?>> Le chiedo, lei si vota distratta, era china sul suo cellulare a macchinare chissà che cosa.

Annuisce riprendendosi, si alza e prende anche lei qualcosa per coprirsi in caso torni un acquazzone.

Vorrei che si dimenticasse il piumino e che venga a piovere, solo per stare stretti sotto una giacca che ci copre a malapena.

Usciamo e, silenziosi, ci avviamo agli studi per la registrazione.

Il tragitto è corto e infatti non parliamo più di tanto, forse neanche un pò.

Poi io proferisco parola.

<<Tu non ci sei, Tish>> inizio a dirle, lei alza lo sguardo e mi guarda.

<<In che senso, scusa?>> Mi chiede come offesa.

<<Prima insieme e ora divisi, dimmi che ti succede, per favore.>> Dico.

Sembro implorarla di parlare con me, come se le sue parole fossero cibo e io un pover'uomo rimasto privo di ciò che gli serve per vivere, forse è così, le sue parole mi sostengono.

<<Niente, affari miei, cosa vuoi che te ne faccia delle mie faccende private?>> Mi dice, io mi ritrovo disorientato.

<<Perché hai paura di ciò che provi, Tish? Cosa ti blocca ad amare una persona senza la paura di essere lasciata da sola?>> Le chiedo fermandomi e di conseguenza fermando anche lei.

Sembra tentennare indecisa, glielo leggo negli occhi.

<<Tu non provi laura per i tuoi sentimenti, è qualcosa di diverso.>> Constato.

<<E cosa te li fa pensare, sentiamo?>> Mi chiede con tono di sfida, io sospiro.

<<Ti vedo rigida, non più sciolta com'eri. Non sei più la vera te, ecco.>> Le spiego in breve sperando che capisca, i suoi occhi però non sono freddi, sono scoperti.

<<Sarà, io sono io, è cambiato niente.>> Dice poi inizia ad aumentare i passi fino ad allontanarsi da me.