Epilogo: fusioni

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Sto entrando dentro l'aula per la mia primissima volta qui ad Amici, è sorprendente che mi abbiano preso e sono felice.

Mi stabilizzo in piedi insieme ad una ballerina, la prima ad aver avuto il banco alle selezioni per il programma.

<<Buon pomeriggio a tutti.>> Inizia a dire Maria, nonostante abbia ottantadue anni ha ancora quel suo fascino materno e dolce ma allo stesso tempo serio e, quando deve, severo.

<<Abbiamo i nostri primi due allievi, presentatevi.>> Ci dice, da gentiluomo qual sono faccio iniziare la ballerina che si presenta dicendo il suo nome, Dalia, l'età, ventidue anni, e luogo di provenienza che è Roma, poi chiedono a me.

<<Io mi chiamo Gabriel, ho diciott'anni e vengo da Roma anche se ho origini sia del nord che del sud.>> Dico con scioltezza, i professori annuiscono, riconosco il professor Zerbi e noto che mi sta guardando, come se stesse cercando qualcosa di piccolissimo su di me, passa agli occhi, forse gli piace il colore del mare spumeggiante, si protende verso il professor Stash e gli sussurra qualcosa, anche il frontman dei The Kolors mi scruta e poi sembra essere sbalordito, annuisce, il professore senza capelli chiama Maria con un cenno del capo, li raggiunge e si china per ascoltare, mi guarda e sussurra qualcosa, Maria torna al suo posto e il professor Zerbi torna in posizione eretta.

<<Posso farti una domanda, Gabriel?>> Mi chiede proprio il professore che ha iniziato a guardarmi per primo, io annuisco.

<<Mi potresti dire il tuo cognome?>> Mi domanda.

<<Certo, ovviamente. è Urso il mio cognome, mio padre ha vinto Amici.>> Dico fiero.

Sono sempre stato felice del fatto che il mio vecchio abbia vinto Amici, il suo modo di cantare, mi dice quando parliamo di Amici, è stato qualcosa di particolare e, con quella particolarità, è riuscito a conquistarsi la vittoria.

Appena nomino il mio cognome sui loro volti appare un sorriso contento e felice.

<<Ecco di chi erano quegli occhi, mi pareva un po' strano, ma dimmi, se tuo padre è della Sicilia, perché sei chiaro?>> Mi domanda Stash, io sorrido.

<<Mamma è del profondo nord, ce, non così tanto nord ma, rispetto il mio vecchio, è molto più a nord.>> Spiego, loro sorridono.

<<Ci scommetterei la mano che lei viene dalla Serbia, vero?>> Mi chiedono, io annuisco.

<<tacno, professore.>> Dico.

<<Non ci posso credere, ragazzi, ve li ricordate quei due?>> Dice Stash rivolto ai professori, per chi c'era a quell'edizione annuisce con un sorriso stampato sulle labbra.

<<Dimmi, Gabriel, lirico o pop?>> Mi chiedono.

<<Pop, la mia laringe ha un non so che di particolare e non mi permette di raggiungere la giusta estensione, ma in compenso ho ereditato la laringe di mamma, qualcosa di stratosferico.>> Commento.

<<E quanti strumenti sai suonare?>> Mi chiede Maria, io li elenco con la punta delle dita.

<<Pianoforte, violino, violoncello, viola, chitarra, ukulele e per un certo verso anche il flauto dolce alle medie.>> Dico ironico alla fine, loro annuiscono.

<<La copia spiccicata di Tish, si potrebbe dire, pelle pallida, capelli castani, alto perché lo è, gli occhi invece sono quelli di Alberto, sono intensi.>> Commenta il professor Zerbi.

Io ringrazio.

<<Bene, facciamo sentire a tutti come canti, Gabriel.>> Mi incoraggia Stash, io annuisco e, dopo avermi portato il microfono e tutto, fanno partire la base di una canzone che so, canto mettendoci tutto me stesso, la mia anima, il mio corpo, l'amore per la musica.

Mi lascio trasportare, è bello sentire come la musica ti trasporti, ti alleggerisca da ogni peso, me lo ha sempre detto mamma: quando stai male pensa alla musica, suona qualcosa, canticchia o fischietta, vedrai che starai meglio.

Ed è sempre stato così.

Finisco e tutti applaudono, i professori annuiscono convinti di ciò che han appena sentito.

<<E' una fusione che spacca, ragazzi.>> Commenta Shade, io sorrido e ringrazio.

<<Bene Gabriel, puoi sederti.>> Mi dice Maria. <<Il tuo viaggio inizia ora.>>

Il Serale|| Tisherto FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora