Inediti alle sei del mattino

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Tish

Mi sono svegliata alle sei, Arianna sta dormendo, ha le labbra socchiuse e non fa rumore, non russa.

Io mi alzo, come pigiama ho usato una maglia gigantesca che avevo rubato a Boris prima di partire, apro lentamente la porta della camera e mi incammino lentamente nel lungo corridoio rustico della casa di Ari, con una direzione ben definita.

Sono di fronte alla porta di Alberto, sento che sta ascoltando una canzone che sta per finire, inizia una melodia che conosco, una di quelle canzoni italiane che adoro.

In poco tempo mi ritrovo a cantare le parole di “La Nuova Stella di Broadway” di Cesare Cremonini, ad alta voce cercando di usare il tono più dolce che io possa usare, mi appoggio con la fronte alla porta e continuo, appoggio poi le mani e continuo, sento poi la porta tremare, ma non si apre.

Si è appoggiato anche lui.

Il ritornello lo sussurro così da convincerlo ad aprirmi, l’obiettivo lo raggiungo, sento poi la porta aprirsi appena finisce e lo vedo lì, davanti a me, con indosso solo un paio di bermuda della tuta, mi osserva con quegli occhi azzurri, deglutisce, le sue iridi mi osservano trovando tutto quel che è visibile nella penombra dell’alba mattutina.

Io respiro a pieni polmoni e mi avvicino alzando leggermente la testa, ci guardiamo negli occhi senza nessun velo di emozioni particolari, solo ciò che in quel momento divora il mio stomaco, la mia mente e il mio cuore.

Nel mentre la voce di Cesare viene sostituita da quella di Mengoni con “Ti Ho Voluto Bene Veramente”.

Lui abbassa lo sguardo e mi prende una mano, poi l’altra, le accarezza e le porta alle labbra sfiorandole e stampando sulle mie nocche un bacio, poi le abbassa e, nel preciso momento in cui inizia il ritornello, le sue labbra sono sulle mie, qualcosa di dolce, delicato, qualcosa fatto con amore.

Non pensavo che in così poco tempo la gente potesse sentire un sentimento come questo bruciargli nel petto come lava.

Le mie mani istintivamente serpeggiano nei suoi riccioli castani, inspiro e nelle mie narici entra il suo odore, odore di caffè, di sudore e di lui, il suo odore umano, un odore che, poco importa di cosa fatto, finché è il suo ne rimarrò sempre incantata.

Cammina indietro per invitarmi ad entrare, un invito che accetto ben volentieri, con un piede chiudo la porta cercando di fare piano, appena chiudo la porta parte una canzone dei The Fray, più precisamente “How To Save A Life”, quando ci separiamo per riprendere fiato lo guardo sorpresa.

<<Il tenore che ascolta musica del genere mi stupisce, sai?>> Dico con ironia, lui mi cinge delicatamente i fianchi e mi guarda con un sorriso beffardo.

<<Pensavo che alla mia professoressa d’inglese facesse piacere che io imparassi l’inglese, quale miglior modo se non la musica?>> Chiede, io inclino la testa.

<<Dovrei essere io la professoressa d’inglese?>> Chiedo, lui annuisce.

<<Allora sono molto fiera di te, Urso.>> Dico sorridendo, si avvicina di nuovo e io non resisto alla tentazione.

L’unico ricordo che ho del mio primo bacio con Ser è che le sue labbra sapevano di biscotto perché ne aveva rubato uno quando li avevo fatti con mamma, nient’altro.

Mi abbraccia forte e mi tiene stretta a sè, io mi lascio stringere tra le sue braccia e chiudo gli occhi sorridendo.

<<Come mai qui?>> Mi chiede sciogliendo l’abbraccio, io lo guardo.

<<Non so, ero sveglia e da quel che ho fatto ieri, ecco, sentivo di doverti vedere…>> mi fa tacere sfiorandomi la nuca e la mascella, i miei punti deboli, o almeno, quelli che mi lasciano senza fiato.

<<ti va di sentire il primo pezzi di un mio inedito?>> Propongo io, lui mi guarda sorpreso.

<<Un inedito? Volentieri, è nella borsa del tuo ukulele il testo?>> Mi chiede, io annuisco e mi porge la corsa a forma di mini chitarra.

Estraggo lo strumento e il foglio, sotto il testo in inglese c'è anche la traduzione italiana, così che possa capire.

Ci sediamo sul letto e controllo l'accordatura del mio amato ukulele, quando l'ho perfettamente accordato lo guardo.

<<Vai, ti ascolto.>> Mi sprona lui, io inizio a suonare e poi inizio a cantare.

I lost my mind,
(Ho perso la mia testa)
Someone told me "go to find it",
(Qualcuno mi ha detto "vai a cercarla")
But I really don't mind.
(Ma non mi importa)

I get you everytime,
(Ti ho ottenuto tutte le volte)
For nothin' I can lie to you
(Per nulla potrei mentire a te)
Really, I am fine.
(Davvero, sto bene)

My feelings are confused
(Le mie emozioni sono confuse)
Because of you
(A causa tua)
Because of you
(A causa tua)

But I really don't mind
(Ma non mi importa)
I wanna be me for all time
(Voglio essere me per tutto il tempo)
I really don't mind
(Non mi importa)

Oh, I really don't mind.
(Non mi importa)

Finisco e lo guardo, lui però guarda il foglio leggendo le righe, annuisce.

<<Mi piace, davvero.>> Alza lo sguardo e mi sorride.

<<Quando hai iniziato a scriverlo?>> Mi chiede curioso.

<<Sono gli attacchi schizofrenici che mi vengono così.>> Ammetto, lui annuisce, piega il foglio, lo appoggia accanto alla custodia del mio ukulele e si avvicina, io metto per terra il mio strumento e lascio che mi abbracci e ci addormentiamo così.

N.A.: non esiste un inedito di Tish come quel che ho scritto qui nel capitolo, il testo l'ho inventato io.

Il Serale|| Tisherto FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora