ricatti

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Tish

Ho sentito.

Ho sentito il suo corpo.

Ho sentito le sue emozioni.

Ho sentito tutto di lui quella sera, una cosa che penso sia diventata indispensabile.

Indispensabile.

Siamo poi tornati da questo viaggio infinito che mi sono goduta fino all'ultimo, soprattutto da quella sera, certa del suo amore che prova per me.

Siamo in casetta adesso, domani ci sono le lezioni per il serale di questa settimana, hanno sistemato tutto l'impianto e io non vedo l'ora di tornare agli studi.

Abbiamo dormito insieme, io sono abbracciato a lui senza invadere troppo i suoi spazi, lui dorme ancora tranquillo, gli zigomi sono illuminati dalla luce che entra dall'unica tapparella della camera dove dormiamo noi.

Sospiro e guardo il soffitto con i tanti grilli per la testa sentendo il suo profumo di sapone e un leggero alone di fumo.

Non è suo, è mio, l'odore del fumo.

Io non mi alzo perché sono pigra e perché questo viaggio mi ha letteralmente buttata giù, siamo tornati al fresco di Roma dopo due settimane di forno a cento ottanta gradi e ora sto bene, il caldo non mi piace più di tanto, soprattutto quando è secco.

Sento il comodino vibrare, controllo il cellulare, mi sta chiamando un numero sconosciuto, lentamente mi libero delle braccia di Albe e vado in saletta, poi rispondo.

<<Salve, con chi parlo?>> Chiedo come faccio sempre ai numeri che non conosco, la voce che sento poi dopo mi fa raggelare il sangue.

<<Ma che bello, il tuo ragazzo ti porta in vacanza per due settimane, come ti senti ora, mia cara Tish?>> Calca il tono sul "mia", io chiudo gli occhi e cerco di mantenere la calma.

<<Perché mi hai chiamata, Sergey?>> Chiedo a lui con un tono gelido tradito dal leggero tremolare, lo sento sbuffare divertito, so che sta scuotendo la testa.

<<Te l'ho detto, ti voglio mia, nient'altro...>> <<Per farmi di cosa? Per essere il tuo giocattolo personale?>> Gli chiedo adesso presa dall'ira, lo sento scoppiare in una risata fragorosa e molto sardonica.

<<Oh piccola, come sei cattiva con me, io ti amo ancora come allora e di te non farei un giocattolo...>> Mi dice, io rido tristemente.

<<Poco convincente, lo sai vero? Da quando ti interessava l'amore vero, eh? Tutte quelle prima di me lo han detto, sei tu che le hai fatte tacere, razza di bastardo figlio di puttana...>> <<Piano con le parole, piccola, sei una signorina non uno scaricatore di porto.>> Mi ammonisce, io cerco di tenere i nervi saldi, nervi che stanno per saltare e mandare a puttane tutto.

<<Comunque è stato abbastanza strano andare fino in Sicilia per perdere il tuo fiore prezioso, non trovi?>> Mi chiede consultandomi, perdo un battito che mi fa mancare.

<<Come lo sai?>> Gli chiedo con una leggera insicurezza nella voce, sento delle piccole interferenze dovute al suo respiro.

<<Quando io voglio qualcosa faccio di tutto per averla, non so se ti ricordi, la faccenda del conservatorio, quella ragazzina che voleva a forza il mio posto ma che alla fine, con un'abile esibizione e qualche chiacchierata, ho conquistato io, te la ricordi Tish? Aspetta, questo soprannome non mi è mai piaciuto, perché non chiamarti con il tuo nome per intero? Eh, Tijana?>>.

Lo sa benissimo, tutti lo sanno, odio chi mi chiama con il mio nome per intero, soprattutto in queste situazioni.

<<Non mi piace...>> <<Lo faccio apposta, piccola, so che odi il tuo nome, anche se lo trovo molto carino, "principessa forte e graziosa" anche se sembri più un gatto spelacchiato con la coda tra le gambe, ma aspetta, ogni tanto la coda la togli...>>.

No, non posso abbassarmi al suo livello.

Perché è tornato a tormentarmi?

<<Che cosa vuoi?>> Sussurro a bassa voce.

<<Voglio che tu sia mia, bambola, o come ti chiama quello? Ah sì, pupettina. Che strambi i meridionali...>>.

<<Cosa vuoi che faccia, pur di non toccar nessuno...>> Lo sento ridere.

<<Bhe, mi hai letto nel pensiero cucciola, io sarei disposto a togliere di mezzo qualche avversario pur di arrivare al mio obiettivo, basta solo che ti isoli, non chiedo altro.>> Mi dice, io sospiro stringendo gli occhi.

<<Ah, una cosa, io ho orecchi ovunque, anche solo a sapere che hai detto qualcosa a qualcuno possono iniziare a scivolare i proiettili dentro la canna.>> Dice con un tono calmo, poi chiude la chiamata.

Non ci posso credere.

Il Serale|| Tisherto FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora