Promemoria

462 35 2
                                    

Tish

Entro in camerino e chiudo la porta, mi lascio cadere fino a sedermi sulla moquette rossa della stanza illuminata dai led degli specchi, ce ne uno solo ma che parte dal fondo e finisce a meno di venti centimetri dalla cornice della porta.

Se ne è accorto, si è accorto del mio blocco.

E' positivo o negativo?

Non saprei, so solo che Ser mi tiene sotto scacco e mi devo muovere con prudenza affinché non faccia cazzate.

Chiudo gli occhi e inizio a fare profondi respiri, mi concentro solo sull'aria che entra ed esce ritmicamente dentro di me.

C'è silenzio, un silenzio piacevole ma intenso di nervosismo da parte mia, ora vorrei sprofondare nell'oblio e ascoltare il silenzio.

Controllo il cellulare, sono le cinque e mezza, fra trenta minuti dovrebbe arrivare tutto lo staff per prepararci alla gara.

Alla finale.

Non me lo sarei mai aspettata, detto sinceramente.

Sono stata la più piccola a scuola, una piccoletta troppo cresciuta con delle cicatrici che stringe forte tra le dita un sogno che poco tempo fa credeva irrealizzabile, qualcosa di bellissimo.

Sblocco la schermata del cellulare e guardo Instagram, ci sono numerosi post di Amiciofficial e qualcuno di Vale o Ari che ci augurano una buona finale, io commento sotto e poi riporgo il telefono spegnendolo.

Lo sento poi vibrare poco dopo averlo appoggiato, lo prendo e controllo lo schermo, mi si gela il sangue.

Ser.

Accetto la chiamata sentendo le dita tremare.

<<Pronto?>> Chiedo, lo sento respirare.

<<Pronta per la tua tanto agoniata finale, piccola?>> Mi chiede usando quell'odioso nomignolo, io sussurro di sì.

<<Cosa c'è che non va, cucciola? Ti sento giù di corda.>> Mi dice sarcastico, io cerco di stare calma.

<<Cosa c'è che non va? Ho detto io qualcosa che non va bene? Ho fatto qualcosa che non dovevo e che io pensavo che fosse giusta? Dimmelo Tish, sentirti così fredda mi uccide. Ti ricorda qualcuno questa frase smielata?>> Mi chiede stuzzicandomi, io annuisco, tanto so che lo sa.

Alberto.

<<Cosa ti serve ancora?>> Gli chiedo con tono gelido.

<<Ma cosa ti fa pensare che io debba chiederti qualcosa? Non posso chiamare la mia piccola?>> Mi chiede apertamente, io serro un pugno e tengo gli occhi chiusi, respiro lentamente per non farmi prendere dal panico o dalla rabbia.

<<Ti guarderò stasera, sono in tribuna e non vedo l'ora di sentire la tua formidabile voce, così tutti dicono di te.>> Mi dice, io sospiro e cerco di non far sentire il nervosismo nella mia voce, o solo anche nel mio respiro.

<<Ricordati bene Tijana, io ho orecchi ovunque, dunque sta attenta con chi parli e che argomento, sai quali sono i costi.>> Mi minaccia di nuovo con questa raccomandazione, io sussurro un "sì" e poi chiude lui la chiamata.

Appoggio il cellulare sul grembo e appoggio la testa alla porta, tutto d'un tratto mi sento a pezzi, come se il mondo mi fosse crollato addosso, sento le gambe cedere di tanto in tanto.

Provo ad alzarmi riuscendoci e, per evitare di prendere un colpo dalla porta, mi siedo sulla mia sedia.

Il Serale|| Tisherto FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora