freddezza

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Alberto

Mi sveglio, controllo l'orologio dal cellulare, sono le dieci, all'inizio perdo un battito per paura di essere in ritardo ma poi mi ricordo che oggi è domenica dunque niente lezioni.

Tasto accanto a me il materasso nell'intento di abbracciare Tish per darle il buongiorno ma, sotto le mie dita, sento solo le lenzuola fresche, sarà in piedi già da un po', cosa abbastanza strana essendo che a lei piace tantissimo dormire.

Mi alzo e mi dirigo prima in bagno per lavarmi il viso e poi mi dirigo in saletta cercando di sistemare un ricciolo fuori posto, la vedo poi seduta che mi da le spalle, la testa leggermente china sicuramente sulla colazione, io mi avvicino e le lascio un bacio sul carré color carota ma sembra più concentrata sul croissant che sta mangiando.

Mi siedo accanto a lei per vederla in viso, vedo che cerca di evitare un qualsiasi contatto visivo con me e la cosa mi da abbastanza fastidio.

Cosa le sta succedendo?

<<Buongiorno, Tish.>> Le dico con la speranza che alzi il viso, però continua ad essere concentrata sulla sua colazione, io sospiro.

<<Ehy pupetta che ti succede? E' tutto okay?>> Chiedo, a queste domande però risponde ma il suo tono conserva benissimo l'arido ghiaccio della sua freddezza, cosa che, con me, non sentivo da tantissimo.

<<Sto benissimo Alberto, non preoccuparti.>> Mi dice.

Freddezza arida, mi ha chiamato con il mio nome per intero, sì, è sicuramente successo qualcosa.

<<Io però non ti credo.>> Le dico addolcendo il mio di tono ma lei sembra ostinata a stare nel suo ghiaccio secco.

<<Non credermi se ti ci vuole tanto.>> Dice, io continuo a guardarla preoccupato.

Che cosa le è successo?

<<Cosa c'è che non va? Ho detto io qualcosa che non va bene? Ho fatto qualcosa che non dovevo e che io pensavo che fosse giusta? Dimmelo Tish, sentirti così fredda mi uccide.>> Le dico estremamente inquietato, ho bisogno di sapere cos'ha.

Finalmente alza il viso completamente rivelando quei bellissimi occhi di ghiaccio, la sua espressione non è solare come al solito: è dura, fredda, quasi inespressiva.

<<Niente che ti interessi, Alberto, ora vorrei mangiare il mio croissant, grazie.>> Il suo tono, anzi, la sua voce è intrisa nel sarcasmo più puro e intenso, cosa che acquisisce quando si sente minacciata o quando c'è qualcosa che non va per il verso giusto facendole tirare le staffe.

<<Io continuo a pensare che condividere con entrambi dei malesseri possa aiutare.>> Le dico, lei sbuffa scocciata.

<<Io sono invece dell'opinione che condividere sia una grande cazzata.>> Dice inasprendo il tono, ora sembra che stia sputando veleno piuttosto che parole.

<<Mi dici cosa c'è?>> Le dico alzando di poco la voce, lei mi guarda dritto nelle mie iridi, dentro quella distesa di ghiaccio che sono i suoi occhi c'è, oltre la freddezza, la paura, del timore, incertezza.

E' successo qualcosa mentre stavo dormendo, forse per quello si è alzata prima.

<<Ma io non ho capito una cosa di te>> inizia a dire. <<Quand'è che inizi a farti tre quarti dei cazzi tuoi?>> Mi dice alzando di più il tono alzandosi, espira, sulla sua pelle chiara si mette in risalto un po' di rossore dovuto al nervoso, probabilmente.

<<Io non ti capisco, davvero, io sono qui per esserci perché ti amo e tu che fai? Respingi la mia proposta d'aiuto.>> Le dico, lei se ne va arrabbiata chiudendosi in camera sbattendo la porta e io rimango allibito in piedi cercando di metabolizzare ciò che è successo.

Il Serale|| Tisherto FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora