Alberto
È da venti minuti che sento la gamba di Tish contro la mia, spesso i nostri sguardi si incrociano portando lo stesso messaggio, quando lei però smette la sfioro e la guardo cercando di far capire ciò che vorrei farle intendere.
E lo capisce, eccome se lo capisce.
Appena finiamo il dolce ci guardiamo, ci vogliamo dire la stessa cosa, una cosa di cui ne sentiamo la necessità.
<<Mamma>> inizio a dire attirando l'attenzione di mia madre, lei mi guarda.
<<Dimme.>> Mi dice.
<<Io e Tish possiamo andare su in camera?>> Chiedo.
Mi sembra di tornare adolescente, quando invitavo i miei migliori amici per i soliti "pigiama party per soli uomini", ogni volta bastava guardarsi per capirsi e io, essendo il padrone di casa, chiedevo, cercando di fare l'angioletto, di salire su per andare a giocare a chissà cosa o di parlare di macchine e belle ragazze.
Se avessi conosciuto lei alle medie, ad ogni party sarebbe stata lei la ragazza di cui parlavo in continuazione.
Mia madre sta per dire qualcosa, come se volesse negare, quando mia nonna salta su dandoci il permesso di andare con un bel sorriso sulle labbra, noi ci alziamo con uno scatto veloce.
Allora non solo io ho fretta di averti, Tijana.
Saliamo le scale salutando i commensali e, con poche falcate e mantenendo un surreale e poco retto silenzio, arriviamo finalmente in camera mia.
Dimmi che ti ho capita, ti prego, perché se non è quel che penso io posso rimanerci veramente di schifo.
Chiudo dietro di me la porta dopo che lei entra, ci concediamo pochi secondi per guardarci nelle nostre iridi, le sue di ghiaccio, le mie che sanno di mare.
Neanche il tempo di farle fare un minimo passo che la prendo dalle braccia e, cercando di non fare troppo rumore, premo la sua schiena contro il legno scuro, vicini, siamo troppo vicini, una vicinanza che mi provoca in una maniera che forse neanche lei può capire e solo Dio o il mio inconscio sanno che mi trattengo dal baciarla solo per la gran stima che ho nei suoi confronti.
<<Allora hai capito a pieno.>> Mi sussurra a fior di labbra sorridendo sardonica e provocandomi, cosa che manda in pappa i miei sensi e il mio freno inibitore.
Giochi con il fuoco sbagliato, rossa.
Le sue dita, che prima aveva lasciato accostate ai fianchi, salgono lentamente percorrendo il mio petto per poi sfiorare il mento dove c'è un pò di barba incolta, ma sembra non farci tanto caso.
Tiene lo sguardo basso, sulle scarpe, io invece cerco di cogliere per un minimo un pezzo di quel ghiaccio del nord che in poco tempo sono riuscito a sciogliere alla grande.
Poi finalmente alza gli occhi.
E io continuo a vedere le stelle e il paradiso in lei, come se lei stessa fosse uno degli arcangelo più grandi caduto sulla terra nella stessa maniera goffa con cui si è scusata in spogliatoio.
<<Spero di non correre, forse sono anche un pò incoerente con me stessa e con te.>> Dice, io la guardo accigliato e confuso.
<<Quando eravamo da Mowgli ti avevo fermato dicendo che non ero pronta e ora, a due o tre giorni di distanza, sento il desiderio di averti pulsare nelle mie vene.>> Mi spiega, io scuoto la testa ridendo, lei mi guarda con una sopracciglia inarcata in alto.
<<E dunque? Hai valutato come tuo solito se per te era giusto o meno, sbaglio?>> Le chiedo, lei abbassa lo sguardo e scuote la testa.
Gliela alzo e premo dolcemente le mie labbra sulle sue, facendole combaciare, c'è ancora il sapore della ricotta dei cannoli insieme alla dolcezza del candito e la cosa mi fa impazzire di più.
Schiude poi le labbra picchiettando la lingua contro i miei denti, e alla fine ci troviamo a condividere un bacio colmo di passione, ma anche di comune amore.
Io lo definisco amore come lo definisce lei, o almeno lo spero.Ora però, oltre all'amore, sento il mio desiderio di lei, non solo del suo corpo, ma il desiderio di sentire le sue emozioni, sensazioni, la parte soggettiva di tutto questo, qualunque cosa sia.
La accolgo tra le mie braccia guidandola sul lettino della mia infanzia, stretto per due persone.
Meglio penso, così potrò sentirla più vicina a me.
E in pochi minuti, scambiandoci baci ardenti e passionali, ci troviamo completamente spogli della superficialità e da ciò che, per completarci alla perfezione, non serve a qualcosa.
E quel che provo è in poche parole indescrivibile, mai provato per davvero con nessuna.
Nessuna.
E questo l'effetto che da un angelo?
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Il Serale|| Tisherto Fanfiction
Фанфик(what if...) E se Tish avesse vinto contro Vincenzo, di conseguenza passasse al finale? Best Ranked: 1 in #canzoni (09/06/2019)