scontri

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Tish

Fa male, tanto.

Fa male rispondere così a chi amo, soprattutto a lui.

Fa male essere sotto ricatto o sotto tortura, è così che vedo tutto questo.

Una maledetta tortura.

Sono in sala prove oggi, per la finale mi faranno cantare molte canzoni, tra cui il mio adorato inedito "try to C".

Canto come sempre, o quasi, i miei pensieri sono rivolti più a quel che ho detto ad Alberto che alla corretta respirazione e del movimento del diaframma.

Come prima canzone mi faranno eseguire un brano dal tono abbastanza esteso con tanto di accompagnamento maschile inedito, scoprirò chi canterà con me sabato e la cosa mi eccita di poco.

Cerco di sembrare il più naturale, cerco di cantare con la mia voce che è sempre stata premiata per la sua estensione e mi ha portata qui, e ancora mi viene da pensare come io ci sia arrivata essendo che ero leggermente spaurita.

Rudy mi guarda attentamente, segue i miei movimenti, ascolta bene la mia voce, cerca di cogliere ogni cosa che non vada bene per correggerla.

E oggi ne avrà visti tanti, di errori.

Appena finisco di cantare chiudo gli occhi un attimo per riprendere fiato e poi li riapro guardando subito Rudy per vedere quale sia l'espressione sul suo viso, e non mi piace quel che mi ha appena fatto vedere.

<<Ed ecco che è tornato il malumore.>> Mi dice lui come arresi, io lo guardo.

<<Cos'è successo Tish, raccontami rossa.>> Mi rassicura lui, io sospiro.

<<Non posso 'stavolta, mi dispiace Rudy.>> Dico io, lui mi guarda confuso.

<<Cos'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?>> Chiede con un mezzi sorriso consolatorio che non basta a tirarmi su.

<<Questa volta sì e non mi permette di parlare.>> Dico alludendo al mio ex, lui, anche se non lo sa, annuisce.

Continuo a cantare dando il meglio di me e sembra andare più o meno bene.

Quando finisco la lezione con Rudy mi catapulto in sala relax, mi faccio un caffè e inizio a bere, poi entra Al, quando entra mi saluta ma io mi faccio subito un cubetto di ghiaccio e mi raffreddo diventando polare.

<<Ehy Tija>> mi saluta. <<Come è andata la lezione?>> Chiede, io alzo la testa e lo guardo negli occhi, nel mare del sud che tanto ho adorato.

<<Bene.>> Dico freddamente, un tono che conosco e so interpretare bene.

Siamo distanti poco meno di due metri ma per me è troppo, il fatto di fingere che abbia fatto qualcosa mi fa star male ma quel che mi blocca a spiegargli la verità è il timore che quel mostro possa fargli qualcosa.

Si avvicina e, mentre allunga una mano per prendere una capsula da mettere nella macchinetta, mi scosto da lui anche se vorrei toccarlo, sfiorarlo...

Lui mi guarda per poco, spezza quel silenzio così breve sospirando e avvicinandosi di più, io mi allontano ma lui continua ad avanzare, lascia la capsula e, dopo pochi e brevi passi, mi ritrovo il muro alle mie spalle.

In trappola, Tijana.

<<Perché mi stai letteralmente evitando Tish?>> Mi chiede vicino, calibrarlo così la nostra distanza è di un respiro molto corto, sono io che provo ad allontanarmi convinta che, spingendo, io mi allontani nonostante il muro.

Io non gli rispondo, forse per mostrarmi sempre più fredda o forse solo perché non riesco a nascondere la verità che mi taglia come il vetro.

<<Quale parola di "fatti i cazzi tuoi" non hai capito?>> Chiedo usando un tono glaciale e pesante, cosa che pressa sul mio petto come un macigno.

<<Mi sono rotta di sentirmi dire "come stai?" o "sono io?", io e te siamo sempre stati incompatibili, cazzo!>> Gli urlo dietro riuscendo ad allontanarlo, finalmente.

Lui mi guarda disorientato, come se la mia reazione fosse quella che si aspettava di meno, nei suoi occhi vedo un riflesso scuro, disperato e triste, vedo poi una cosa inaspettata scendergli lungo la guancia estinguendosi nell'accennata barba.

Una lacrima, non l'ho mai visto piangere.

<<Ho bisogno che mi spieghi, cosa ti ha fatto ribaltare?>> Mi chiede cercando di tenere un tono fermo tradito da un tentennamento, io respiro a grandi boccate, tiro su con il naso e sospiro.

<<Allora non hai capito un accidente>> dico.

<<Sai cosa mi ha fatta ribaltare? Quanto tu mi stia attaccato quando siamo insieme o...>> Quante cazzate ho detto in nemmeno dieci secondi?

<<O?>> Chiede impaziente e abbastanza nervoso, io sospiro nuovamente in preda a un vuoto.

<<Non voglio continuare, questo riversamento di emozioni in così pochi giorni mi ha fatto capire che così di fretta non si va...>> <<Io però mi ricordo che tu quella sera non ti fossi tirata indietro, che eri tu quella a istigarmi al baciarti di più.>> Conclude.

Perché cazzo tutte a me? Cosa dovrei aver fatto per esser flagellata da così tanta sfiga?

Io non resisto un minuto di più, butto la tazzina di plastica nel bidone e mi dirigo all'uscita quando sento dire: <<Certe volte non ti capisco, davvero. Prima finalmente ci liberiamo di un macigno pesante del dichiararci a vicenda, e ora questo. Io ero felice finalmente di averti completamente accanto, Tijana.>> Sibila dicendo il mio nome come se avesse sputato del veleno amaro, io non reagisco e giro i tacchi avviandomi alla mia seconda lezione.

Il Serale|| Tisherto FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora