Capitolo 23
Aveva sempre visto film e scene imbarazzanti capitare a tavola. Molte volte succedeva qualcosa di divertente e sexy, ma quel momento, era tutt'altro che pieno di ilarità.
A sedere accanto a Zoro, i nervi tesi e le mani che sudate reggevano i pronostici dell'azienda, Nami fissava quasi con terrore l'uomo davanti a se.
Biondo, occhiali stravaganti e un enorme pelliccione rosa.
Non assomigliava a Zoro e ne fu ben lieta. Da quello che aveva compreso, lui era il padre adottivo, ma ancora non riusciva a capacitarsi da cosa la madre, ne era stata attratta.
Era silenzioso, con un sorriso accattivante a solcargli le labbra.
Due donne erano accanto a lui, entrambe come Nami, a reggere i dati aziendali.
-Non ho intenzione di comprare- Lo avvisò Zoro sorseggiando il cocktail alla frutta.-E non voglio nemmeno che tu, pensi di poterlo fare.- Una risata sommessa passò per la gola del biondo. Trovava la situazione divertente evidentemente.
-Figliolo, mi sorprende trovarti con la tua segretaria- Ridacchiò indicando Nami. -Non fraintendermi, è molto graziosa e io ti sono accanto per questa scelta...-Afferrò con due dita il bicchiere che una delle segretarie gli tese.- Ma Tashigi non se la prenderà a male?- Zoro ringhiò sonoramente. Lui sapeva quanto la odiava.
-Congratulazioni inoltre per il pubblico fidanzamento-
-Non sono stato informato di questo evento quanto è successo-Spiegò il verde stringendo tra le mani il bicchiere.
-Posso immaginare...fufufu...-Rise e bevve in un sol sorso il contenuto-Un altro Mone-Ordinò alzando un dito.
-Certo mio signore- Ubbidì la segretaria versando altro cocktail.
-L'hai sentita?-Domandò a Zoro pieno d'orgoglio-Mi ha chiamato “mio signore”- Nami alzò gli occhi al cielo e Zoro sospirò. Era oltremodo contento che quell'idiota non fosse il suo vero genitore.
Era stato un pessimo padre: mai a casa, infedele, meschino...all'età di dieci anni l'aveva visto tradire sua madre finchè al suo diciottesimo anno, era tornato a farsi vivo Mihawk.
Dentro di se Zoro, sapeva che Drakul sarebbe stato un padre differente se ci fosse stato. Ma andava bene anche così.
-Tu come ti fai chiamare dalla tua segretaria?-Nami arrossì. A lavoro, in presenza di altri lo chiamava Capo, ma nella vita privata, quel “capo” detto a letto, aveva un suono più provocante e più apprezzato.
-Siamo qui per parlare di affari o cosa?-Domandò irritato Zoro, tanto che, si alzò da tavola intenzionato ad andarsene.
Suo padre per l'incontro, non aveva scelto un locale o un ristorante.
Aveva scelto la sua vecchia dimora, il luogo dove era cresciuto e passato l'infanzia.
Conosceva quel luogo come le sue tasche e non aveva il bisogno del suo permesso per alzare i tacchi e sloggiare.
-Che maleducato- Sussurrò passando un braccio dietro le spalle dell'altra segretaria-Non trovi Baby 5?- L'osservò annuire e ridacchiò-Volevo solo sapere come vanno gli affari e la vita di mio figlio...-Si assestò con un colpo delle dita gli occhiali-Non devo?- Lo sguardo che Zoro gli rivolse valse come risposta. Glaciale, freddo e disarmante.
Non correva buon sangue tra i due.
-Non sei mio padre-Sottolineò quell'affermazione alzando il volto.-Non devo dirti niente...Nami andiamocene-Gli ordinò voltandogli le spalle e intenzionato ad abbandonare la tavola.

STAI LEGGENDO
Destiny
Fiksyen PeminatNami, segretaria di una grande azienda, grazie ad un incidente d'auto, farà un fatale incontro con l'uomo che stravolgerà il suo futuro e che ha in pugno il suo destino.