Capitolo 18
Due mesi dopo
Con fare stanco, Zoro si portò una mano a massaggiarsi il volto.
Era da ore che, con fare quasi annoiato, fissava un foglio completamente bianco.
In poche settimane, l'azienda era diventata una potenza mostruosa e approfittando della costruzione di un nuovo centro commerciale, aveva dato una mano per aumentare i profitti.
Ora che finalmente era terminato, dopo irreparabili mesi di stallo, era stato invitato a partecipare all'inaugurazione della struttura.
Non aveva un discorso però.
Se lo aspettavano tutti insomma, ma proprio, nessuna parola riusciva ad uscire dalla sua mente.
Aveva passato la notte in bianco, a scribacchiare ed appallottolare fogli di carta. Niente però gli era sembrato adatto.
Sospirò profondamente sprofondando nella comoda sedia e imprecò.
L'inaugurazione era quello stesso pomeriggio e più che sentirsi teso, era stancamente stufo.
Il lieve bussare alla porta lo riportò alla realtà.
Si schiarì la voce e tornò composto con la schiena.
-Avanti-Mormorò prendendo la penna in mano e tornando a far finta di scrivere.
-Permesso-Nami si fece avanti rimanendo però sulla porta. Come sempre, sguardo chino, fogli alla mano e un espressione spenta in volto.
Assottigliò le labbra e alzò lo sguardo verso di lei.
-Vieni avanti-Gli concesse con un breve cenno della mano. Ancheggiante sui tacchi, la rossa si posizionò davanti alla sua scrivania.
Come ogni mattina, depositò la tazza di caffè caldo e attese il permesso di parola.
-Come vedi, sono molto indaffarato-Le spiegò abbozzando un paio di frasi che nemmeno lo convincevano.-Perciò, vedi di sbrigarti...-Il loro rapporto era diventato duro, come il cemento. Abitavano ancora nella stessa casa, ma da “conoscenti” erano diventati due estranei. Entrambi non si parlavano e poche volte, con i loro orari, si incrociavano. Zoro molte volte neanche tornava a casa. Ferita dalla situazione, Nami si era spostata fuori dal suo ufficio, nel piccolo e angusto corridoio. Zoro non aveva rifiutato la sua offerta. L'aveva liquidata con un: “benissimo” ed era tornato a lavoro. Nami in compenso, se Zoro era diventato un pezzo di pietra, lei si era trasformata in una segretaria docile. Non era assolutamente nel suo carattere farsi mettere i piedi in testa, ma ogni giorno, rimaneva costantemente ferita da lui. Il loro rapporto quindi era piombato in un vortice del tutto professionale. Capo e segretaria. Niente di più.
-Le ho portato il discorso di oggi pomeriggio- Depositò sulla sua scrivania una cartellina contenente dei fogli.-Ho pensato che essendo molto impegnato e pieno di impegni, questo potesse in qualche modo sollevarle il lavoro.-Bisbigliò a capo chino. In verità, lei voleva aiutarlo. Entrambi lo sapevano e Zoro, più di lei.
-Ci darò un occhiata più tardi- Afferrò una fila di documenti ignorandola volutamente.-Chiama il mio autista e ordinagli di passare a prendere Tashigi per le...-Si fermò. A che ora era quello stupido taglio del nastro? Fissò Nami in segno di aiuto e prontamente, si sentì rispondere.
-Per le tre e un quarto di questo pomeriggio-
-Esatto-Si alzò in piedi.-Inoltre, voglio che Tashigi trovi nella limousine quella borsa stupida che mi ha chiesto.- Dopo pochi giorni, Nami aveva scoperto cosa era successo all'interno dell'ufficio di Zoro quella mattina. Il padre di Tashigi, l'aveva eletta presidentessa della sua azienda. Aveva consegnato una lettera di dimissioni a Zoro ed era diventata immediatamente famosa. Sotto l'occhio dei riflettori, aveva spifferato la presunta relazione con Zoro e adesso, tutti si aspettavano l'unire delle compagnie. Ma tutto questo, non l'aveva scoperto da Zoro, no.
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Destiny
FanfictionNami, segretaria di una grande azienda, grazie ad un incidente d'auto, farà un fatale incontro con l'uomo che stravolgerà il suo futuro e che ha in pugno il suo destino.