13.

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Il corvino aveva pronta la valigia da un bel pezzo ormai e aveva raggiunto Lance a casa sua per aiutarlo con i bagagli.

La casa non era niente male, davvero accogliente, avrebbe potuto viverci.

-Hola-

Lance gli aprì la porta. Il suo tono era addormentato con ancora la voce impiastrata dal sonno.
I capelli erano un'opera a parte e ognuno puntava in una direzione diversa, prevalentemente verso l'alto.
Era in pigiama.
O una parte di esso.
Indossava solo dei pantaloncini alle ginocchia blu scuri.

Keith rimase pietrificato.
Incantato dal fisico perfetto e dalla pelle ambrata dell'amico.

-Entri?-

Il corvino a quelle parole si riprese dall'estasi ritornando a funzionare, ma mantenendo distante lo sguardo dai suoi fianchi o addominali.

-Vuoi qualcosa da bere?-

Lance si stropicciò gli occhi con una mano mentre con l'altra sorreggeva una tazza con scritto "I'm not a morning person".

Keith sorrise, e chinò leggermente la sesta per leggere a scritta.

–Dice la verità-,

il castano guardò la tazza

-Scusa se la mattina non sono impeccabile come al solito-

Alzò gli occhi, poi si avvicinò alla credenza e si sistemò i capelli specchiandosi nel microonde.
Raggiunsero la camera da letto.

...

-La stai piegando malissimo, lascia che ci pensi io ai tuoi vestiti.-

Keith stava distendendo le mani verso l'altro capo del letto per afferrare una maglietta tutta stropicciata.

Appena la ebbe in mano la riuscì a vedere nei dettagli, era piena di piegature.

-Lance ti stavi per caso cimentando in origami innovativi?-

Ridacchiò.

-Vado in soggiorno a cercare il mio cellulare-

-Attento allo zaino sulle scale.-

Fece il corvino senza distogliere lo sguardo dalla t-shirt bianca.

Il castano si mise la prima maglia che trovò, scese al piano terra, attraversò il corridoio e si trovò davanti al divano, dove pensava di aver lasciato il telefono, ma non era li.
Iniziò ad alzare cuscini, coperte e soprammobili. Inutilmente.
Si fermò qualche secondo a contemplare il vuoto.

Fu una canzone scelta dal corvino a svegliarlo.

Era abitudine, per Lance, ascoltare della musica la mattina per svegliarsi, e la sua playlist era appena finita.

-Senti Gerard Way dei poveri, prestami il tuo cellulare così faccio partire la suoneria per trovare il mio.-

Gridò leggermente guardando il soffitto.
Ma l'unica risposta che ottenne fu una parte del testo della canzone.

-Sei proprio pazzo sai?-
Disse il castano mentre saliva l'ultimo gradino.

-Lascia ora ci penso io alla mia roba-

Lance congiunse la mano a quella del corvino per prendergli dei pantaloncini.

Keith era arrossito.

Continuava a ripetere a se stesso che era sbagliato. Provare qui sentimenti era un errore.

Ma li teneva repressi da troppo e ciò non faceva che alimentarli.

Ad un tratto si riprese notando che Lance, per chiudere la valigia, premette il montone appena piegato di magliette, rovinando tutto il suo lavoro.

STUCK HERE | KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora