Dopo un'ora il paesaggio li circondava, con i finestrini leggermente appannati dal freddo.
Imbucarono una stradina in salita che, dopo diversi tornanti, li portò ad un altro paesino.
Oltrepassarono l'edificio più grande, il comune, seguito subito dopo da un hotel.
Il vento spazzava i tetti delle case poco innevate portandosi dietro morbidi fiocchi di neve.
Parcheggiarono con un po' di difficoltà causata dalla luminosità di un lampione e dal ghiaccio creatosi.
Keith aprì la portiera e in un momento dei fiocchi cristallini semiliquidi si insediarono tra sue ciocche corvine. Uscì dall'auto seguito dal castano e si sistemò la sciarpa al collo.
Non faceva particolarmente freddo, ma c'era molto vento.Lance prese un sasso da un muretto e lo mise dietro una ruota.
Keith capì poco dopo l'utilità di quel gesto.
Fece per camminare ma il piede destro gli scivolò in avanti costringendolo ad inarcare la schiena e ad aggrapparsi alla portiera ancora aperta.
Riacquisì equilibrio e raggiunse l'amico con passi leggeri e ridotti.Era sera e di luce ce ne era ben poca.
Con probabilmente le pupille dilatate, faticava a vedere il terreno.
Raggiunsero i gradini in marmo fortunatamente asciutti ed entrarono nella bottega che vendeva salumi e formaggi nostrani.-Ghiaccio?!-
Quasi gridò, ancora aggrappato al cornicione in ferro della scala al castano.
Lance fece spallucce,
-Dobbiamo attraversare la catena montuosa per raggiungere la villa, è normale che quassù faccia freddo--Si ma fermarci proprio qui-
Lo disse con un tono troppo basso per essere udibile dall'amico.
Appena le vetrate della porta scorrevole si aprirono, raggiunse alle narici dei due un odore penetrante di stagionatura.
Keith ringraziò il cielo per non essersi dimenticato la sciarpa. Subito il suo naso sprofondò nel tessuto donandogli una pausa da quel tormentante odore.
Lance si coprì il viso con una mano.
-Maleducato-
Gli sussurrò il moro.Gli occhi erano socchiusi e le sue iridi blu lasciavano spazio al rossore acido.
La bocca serata e le sopracciglia corrugate.
Non gli rispose, non avrebbe retto un respiro.
Keith si tolse la barriera profumata avvolta tra il suo collo e la tirò in pieno volto al castano.-Tieni-
Lance se la mise velocemente, in modo sgraziato e subito dopo aver inalato la buona fragranza lo ringraziò.
Dio se profumava.
Si avviarono verso la zona salumi dove l'aria era respirabile, senza contare l'odore putrefatto di un branzino probabilmente lì da settimane.-Ma dove mi hai portato?-
Il corvino si allontanò dal bancone.
-Non ti ho invitato ad uscire, dobbiamo solo prendere della carne per la mia famiglia. Sei ospite, non vorrai presentarti a mani vuote.-
Si girò di spalle.-Ora parli?-
Un sorriso sarcastico comparve sul suo volto.
Mentre uno sguardo privo di entusiasmo sopraffece le iridi cerulee di Lance.Il posto era deserto, anche nel parcheggio, solo un camioncino, oltre alla loro auto, probabilmente del negozio.
Una signora sulla sessantina di modesta altezza si sporse tra i prosciutti appesi. Il suoi capelli neri erano raccolti in una retina e portava un grembiule con ricami azzurri.
-Si?-
Le sue labbra erano screpolate, il suo tono di voce quasi infastidito, probabilmente aveva notato Lance all'entrata tapparsi il naso.
-Vorremmo un po' di bresaola-
La signora alzò un sopracciglio per poi donare le spalle ai due ragazzi e tagliare delle fette molto sottili con una macchina grigia metallica.
-Poi?-
Lance non fece a meno di domandarsi se quella donna parlasse a monosillabi.
Guardò verso destra in attesa di una risposta.Keith come al solito, in quel momento, aveva la testa fra le nuvole.
Concentrato su delle aste in legno che sorreggevano il soffitto, con qualche chiazza di un marrone più scuro causata dall'umidità.Così prese del filetto e un po' di brasato.
La donna con aria sfaticata fece ciò che il castano chiese.
Non si sforzò nemmeno di sorridere nel momento in cui Lance la ringraziò.I due ragazzi si avviarono verso l'uscita.
-Là-
Si. Decisamente. Parlava a monosillabi.
-Scusi?-
Chiese il corvino calmo, battendo sul tempo l'amico piuttosto irritato.Non parlò, la signora, ancora volta verso la macchina, indicò una porticina in vetro in un angolo del negozio.
Con un'insegna appesa sopra: Uscita.-Arrivederci-
Fu l'ultima cosa che sentirono.
-Si, non torneremo più-
Biascicò in meno di un respiro il castano facendosi sentire solo da Keith che come risposta gli tirò in testa uno due guanti che stava indossando.Tornarono in auto e stesero i sedili, tirarono fuori delle coperte dal bagagliaio e improvvisarono i loro zaini come cuscini.
Non si cambiarono, tolsero le scarpe e gli strati superflui.
Quella fu una delle poche notti in cui Lance tenne la maglia.
Keith tirò fuori dalla tasca della giacca il cellulare.
Shiro
~Prima notte con Lance.
Eccitato? ~Adam
~Scusalo, a volte sa essere molto infantile ~Il corvino lo spense segnando per letto solo uno dei due messaggi.
-Quanto era?-
Lance alzò un sopracciglio,
-Quanto hai pagato?-,
Keith aveva le mani pronte sul portafogli.-Che? No.-
il suo tono non ammetteva repliche.-Tutta la storia dell'essere "ospite" e poi non mi fai pagare?-
-Esatto-
Poi si sistemò sdraiandosi di schiena.-Notte Keith- Gli sorrise.
Keith non premette molto sull'argomento, anche perché aveva pagato il rifornimento di benzina durante il viaggio, rimase sveglio per un po'.
Pensava, guardava le stelle dal tettuccio in vetro.
Strano che Lance non le avesse nominate, era sempre stato preso dal cielo notturno.Erano passati pochi giorni eppure già si erano dimenticati del bacio.
Era talmente chiaro, Lance non provava niente per lui.
E anche Keith lo stesso.
Era un idiota logorroico, rumoroso, eccentrico, galante, dolce, premuroso, OK! Keith non si sarebbe mai innamorato di uno come Lance. Si.
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STUCK HERE | Klance
FanfictionQuel bacio, quella sera lo considerò come un suo momento di ribellione, niente più. Tutti i suoi piani, no, la sua vita sarebbe svanita in un attimo se avesse scelto Keith. Ma davvero Keith per lui valeva meno del suo futuro? No. Ma non lo avrebbe...