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-Ti prego ti prego ti prego.-

Matheo era attaccato alla gamba della madre.

-Matheo no. Non ho tempo, ho molto lavoro arretrato.-

La nonna Aga stava sfornando i biscotti. La sala era inondata dal loro meraviglioso profumo alle gocce di cioccolato.

I due ragazzi erano già scesi e stavano per gustarsi quelle prelibatezze.

Si trovavano seduti a tavola insieme a Luis, Emilia e i suoi due bambini.

C'erano anche due cugine di Lance, Elena e Ambra. A occhio e croce avranno avuto la stessa età di Samu.
Parevano gemelle.
Corporatura robusta, le curve non mancavano. Basse, simili alla loro Zia Rosa. Pelle mulatta e capelli ricci pece che gli incorniciavano il viso sovrastato da una marea di lentiggini ricoperte con eccessivo fondotinta.
Non parlavano mai con nessuno, solo tra di loro. Ma non erano affatto timide, anzi.

-Che succede?-

Il castano girò una sedia e si sedette al contrario, verso il bambino.

-C'è la festa in paese e domani è l'ultimo giorno, ma mamá dice non vuole portarmi e che sono troppo piccolo per andare senza qualcuno, ma tu ci vai da solo-

Matheo aveva sporto il suo labbro inferiore, con occhi tristi.

-Non "non voglio", "non posso". E tesoro lo Zio Lance ora è adulto-

Adulto, parola grossa.
Troppo autoritaria per definire Lance.

-Nessun problema Emi. Ci pensiamo noi ai bambini domani. Li portiamo giù alla cittadina per il tardo-pomeriggio.-

La festa durava un weekend.
La sera ci sarebbero stati i fuochi d'artificio e il concerto in spiaggia. Di cui Matheo e Nadi non erano a conoscenza.
L'evento proseguiva fino ad orari improponibili per dei bambini come loro.
Ma apprezzavano la piccola parata per la cittadella, e lo zucchero filato.

Dopo colazione

-Monta-

Si stava mettendo il casco a cavallo della strana moto celeste in garage.

Rosa aveva incaricato Keith e Veronica ad andare a fare la spesa.

Sarebbe dovuto venire anche Lance ma era stato bloccato a occuparsi di Nadi, Matheo, Elena e Ambra.
Un bebysitter quasi a tutti gli effeti, purtroppo non ci guadagnava in denaro.

Superarono la caserma dei carabinieri e svoltarono a destra.

Raggiunsero il piccolo supermarket della zona.

L'entrata non aveva una porta, solo dei fasci in plastica semi trasparente appese allo stipite.
Faceva caldo, davvero caldo. Era una classica giornata di Luglio.

Entrarono, non era molto grande. Pareva trasandato, un terzo delle luci al neon non funzionava, il banco frutta era vuoto e i pochi alimenti che vi erano sembravano marciti o estremamente maturi, con mosche intorno.

–Che schifo-
Keith aveva una banana in mano un tempo gialla e ora marrone.

-Non toccare niente, e non fare commenti. La proprietarie è proprio dietro quello scaffale.-
Lui roteò gli occhi.

Era composto solo da due stanze, una "grande" con tre corsie e una più piccola con i banconi dei surgelati.

-Prendi del pane-
Vero stava scegliendo dei latticini.

-Sono intollerante-

-Non sei uno facile uh?-

-Sono diverso-

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