12.

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-RAGAZZI!- Lance era dall'altra parte della sala, che si sbracciava gridando.

In un anglo, un gruppo di ragazzi nascondeva i volti dietro libri o indumenti fingendo indifferenti di non conoscerlo.

Era passata una settimana dalla festa e bene o male, grazie all'aiuto di Hunk e Pidge, i due, avevano ricominciato a parlarsi. Mantenendo sempre le distanze.
Keith era stizzito e un po' imbarazzato, tutti avevano posato lo sguardo su di loro.

-Avresti potuto non scegliere una biblioteca come luogo d'incontro sapendo che avresti fatto tutto questo casino, non credi!?-

Biascicò all'arrivo del castano.

–Siamo qua perché devo finire un progetto di Tecnochimica sulle particelle prodotte dall'ebrasione delle navic..-

-Si, grazie Pidge-
Interruppe Lance, non interessato.

-Stavo dicendo-

Fece un respiro profondo per calmarsi;

-Tra meno di una settimana iniziano le vacanze-,

-E tu ci hai fatto venire qua per dirci questo?-
Keith era più nervoso di prima.

-Ho promesso alla mia famiglia che avrei trascorso due settimane da loro verso fine Luglio. Solito.-

Continuò ignorando le interruzioni,

-Quindi?-

Keith ora mai non più interessato alla conversazione.

-Beh, avrei potuto farmi scappare con le mie sorelle il fatto che ci saresti stato anche tu-

Il Hunk spalancò gli occhi e con aria sconsolata passò a Pidge qualcosa sotto il tavolo, probabilmente soldi di una scommessa dato il ghigno malefico della ragazza.

Il castano invece aveva le iridi blu puntate sul pavimento mentre, la mano sulla nuca. Percepiva bene lo sguardo trapassante di Katie che invece conosceva benissimo la verità.

Dopo un minuto di completo silenzio il maggiore dei due parlò,

-No. Non accetterò niente in cambio.-

Keith posò il libro sul tavolo.

-Già amico.-

Fece Hunk al castano alla sua sinistra, notando la serietà nell'espressione del corvino.

Aveva una vaga idea del piano dell'amica, ma non pensava potesse funzionare, anzi aveva paura per loro.
Sapeva bene quanto Lance tenesse a Keith e perderlo sarebbe stata la sua più grande sofferenza.
Non avrebbe retto o comunque non sarebbe mai tornato lo stesso, inoltre rivoleva la sua banconota.

-Mi sa che questa volta non lo comprerai-

-Comprarlo? Sono solo molto persuasivo.-

Assottigliò gli occhi in direzione del moro. Keith fece per protestare, ma dalla sua bocca non uscì niente se non un piccolo verso, era arrossito.

-E poi credevo che la tua famiglia fosse...-,

-Omofoba-
Interruppe Keith.

Lance si alzò dalla sua posizione stravaccata sulla sedia in legno e prese ad inginocchiarsi ai piedi di Keith, congiungendo le mani in una preghiera.

-Oh andiamo non cederà certo così-

Pidge si sporse dall'altro capo del tavolo.

-Mi uccideranno se non verrai, e ne sono capaci credimi. Si-si vendicheranno Keith-

-Che melodrammatico-

Hunk incitò l'amico ad alzarsi.

-Lance alzati o ti arriva un cazzotto sulle palle-

Keith pareva molto a disagio, il castano con la sua posa aveva attirato l'attenzione nella sala.
Lance alzò la testa e fu lì che i suoi occhi violacei incontrarono i cerulei sciogliendolo.

-Ugh, ok ci sto, ma ora alzati che ci guardano tutti-

Sospirò.

Il castano si alzò in piedi, sul suo viso si poteva intravedere un sorriso che andava mano a mano crescendo, per poi tramutarsi in un piccolo urletto di euforia.

Non aveva del tutto mentito, si era davvero messo nei casini con le sorelle parlando di Keith, l'unico particolare è che lo avesse fatto di proposito.

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-Keith scendi è pronto-

Shiro e Adam erano entrambi vicino alla tavola. Takashi scolava la pasta mentre il fidanzato apparecchiava.

–Vado io-.

La musica con il volume al massimo la si percepiva fino giù in soggiorno. E dire che indossava le cuffie.

La porta di camera sua era aperta e Adam bussò con una nocca sullo stipite.

-Hey Seraut c'è il cibo che si fredda-

La sua voce era dolce, calda.
Il corvino interruppe la Playlist dei MCR e staccò il cavo delle cuffie per poi mettersi il cellulare in tasca.
Coprì il disegno a matita su cui stava lavorando con un foglio e si girò.

Passo davanti al giovane adulto senza guardarlo e una volta in corridoio, si fermò un attimo,

-Seraut faceva puntini -.

-Qualcuno non è dell'umore giusto-,

Adam gli mise una mano sulla spalla e si avviarono in cucina.
Finirono di cenare e con la scusa di un ipotetico esame, il ragazzo si chiuse in camera evitando di sparecchiare.

Si rimise le cuffie e si sdraiò sul letto.
Scorse tra i brani senza neanche prestare attenzione ai titoli, aveva ben altro i testa. Premette a caso, azionando una canzone poco conosciuta dei
Panic! At The Disco.

Lo stava forse prendendo in giro? Due giorni prima lo baciava e ora lo invitava a casa?
Ed erano state le sue sorelle a farlo.
Cosa che lo infastidiva maggiormente.

Lance sapeva benissimo dell'orientamento del corvino o almeno era così che a Keith piaceva pensare.
Lance lo sapeva perciò non avrebbe dovuto dirglielo.
Perfetto no? Se ne era convinto; gli aveva lanciato molti segnali per fargli capire il suo disinteresse verso il genere femminile.

Avrebbe voluto dire di no.
Prendere e alzarsi, fare come al suo solito.
E invece aveva accettato.

Il suo sguardo incrociò quello riflesso nello specchio dell'armadio.
Quanto sembrava stressato con quelle sopracciglia corrugate.

Doveva smettere di essere così negativo.
Sarebbe stata un'esperienza nuova, sempre meglio che restare bloccato in casa con Adam e Shiro.




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