17.

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-Ciao! –

Nadi spalancò la porta d'entrata.
Keith era senza maglia con lo spazzolino in mano e i denti impiastrati di dentifricio; accanto alla cappa della piccola cucina.

Lance, anche lui rigorosamente a petto nudo, si lanciò davanti al corvino per coprirne la vista alla nipotina.

–Nadia, BUSSA-

La bambina abbassò la testa per poi andarsi a nascondere vicino al tavolo.

-Ci stiamo vestendo, tra poco scendiamo, ora VAI-

Lance stava cercando la sua maglietta.
Nadi alzò lo sguardo verso il ragazzo a cui si era aggrappata in segno di aiuto.

Keith non resistette ai suoi occhi,
–Va bene Nadi, aiutami a scegliere i vestiti.-

Le iridi celesti della bambina erano tornate a brillare.

-Zio Lance mettiti questo!-

La bambina si stava sbracciando cercando di attirare l'attenzione del castano, con in mano uno dei reggiseni di una delle zie che aveva trovato in giro.

-Già Lance, dovresti mettertelo-

Ridacchiò Keith che alla fine indossò una semplice maglietta bianca a mezze maniche con dei jeans scuri e delle scarpe bianche.

30 minuti dopo

Ognuno aveva il suo ruolo in cucina nella famiglia Macclain. Avevano appena finito di mangiare e Samuel e Lance erano incaricati allo sparecchiare.

Avrebbe dovuto aiutare anche Keith ma era stato trascinato in soggiorno dai due bambini per giocare.
Matheo prese una macchinina che aveva pitturato e gliela diede in mano aspettando un suo resoconto positivo.

-Posso farti delle treccine?- Chiese, timida la piccola.

Keith stranamente annuì, forse era solo un suo modo indiretto per fare un dispetto a Pidge.

Lei si arrampicò fino a raggiungere l'estremità del bordo del divano per poi concentrarsi sui suoi capelli ribelli. Li osservò ancora un attimo prima di fiondarci le mani dentro, parevano morbidissimi.

-Ecco fatto-

La bambina stava porgendo un piccolo specchietto di Hello Kitty al maggiore.
Ne aveva fatte due, nascoste tra il resto dei ciuffi corvini. Entrambe a destra di forma strana e irregolari.

-Nadi, ho ancora i pennarelli lavabili della mamma, posso portarli e ci disegniamo addosso!-

La bambina lanciò un urlo di affermazione.

-Cristo-
Keith imprecò in modo soffocato tappandosi le orecchie.

I due piccoli iniziarono a pasticciarsi le braccia con soli, fiori, stelle, case, animali estremamente stilizzati.

-Posso farti un cuore sul braccio?-

Chiese ancora più imbarazzata Nadi.

Keith esitò un attimo, poi si tolse la maglia.
–Disegna tutto quello che vuoi, ma dopo andiamo in piscina alle docce e ci puliamo-

-Si-
Rispose nel modo più serio possibile la minore.

Nadi prese in mano un pennarello marrone.

-Hai una bella pancia-
Gli sorrise.

–Ha sopra dei quadrati strani-

Tolse il tappo al pennarello e incominciò a ripassargli le linee degli addominali.

-Queste sono colline e ora disegno le strade-


-Wowo, che state facendo?-

Samu era passato di lì per caso notando il perfetto fisico del corvino.

–Stiamo giocando!-

Disse Metheo intendo a fare i raggi del sole sul braccio del ventenne.

Lance aveva finito di ripulire le stoviglie e si stava dirigendo verso l'unica poltrona libera.

In pochi minuti il corpo del ragazzo era stato completamente stravolto, pieno di scarabocchi e disegnini vari.
Dietro la schiena le firme dei due bambini.
Samu complimentò la sorella:
-Ma brava Nadia, perché non condividi la tua arte con le tue Zie?-

Lance tirò un occhiata infuocata al fratello minore.

-Tu sei il nostro quadro, vieni, ora ti faccio vedere a Zia Veronica!-
Esclamò orgogliosa Nadi, tirandolo per un braccio.

Fu solo in quel momento che Keith notò l'abissale differenza di altezza tra loro.
Con la schiena inarcata faticava a stare dietro al passo pimpante e svelto della bambina.
Le mani si divisero quando arrivarono dinanzi alle scale, raggiunsero il secondo piano e Nadia gli riafferrò il polso strattonandolo leggermente.

Per essere così piccola aveva una forza sovrumana.

-Eccoci! Eccoci!-

Si girò verso Keith donandogli di un ultimo sguardo compiaciuta, poi bussò.

-Tia abre la puerta. ¡Keith quiere mostrarte algo!-

Dalla camera proveniva musica anni 60 con volume soffocato.
Veronica venne presa alla sprovvista, con ancora i capelli bagnati dalla precedente doccia si avvicinò all'entrata.

–Keith?-

-Si è arrivato stamattina!-

La ragazza, che aveva passato tutto il giorno da Amelie (una sua amica) fece per aprire la porta quando si ricordò di essere in mutande.

-Oh merda-

Inciampò nel filo del caricatore.

Mise i primi pantaloncini che trovò.

-Arrivo arrivo-

Solo dopo quelle parole Keith si ricordò chi fosse Veronica nella famiglia McClain e quanti anni avesse, e soprattutto del fatto che lui fosse senza maglia.

Vero eliminò la barriera in legno che c'era tra di loro dando spazio ad un corvino a petto nudo ed una bambina entusiasta che gli salterellava intorno.

-Guarda! Guarda! Non è bellissimo?-

La ragazza avvampò di colpo.

Keith con una mano tra i capelli per l'imbarazzo,
-H-hey... mi dispiace-

Guardò verso il muro.

-N-no, scusami io. Avremmo dovuto controllarla, e invece guarda che ti ha fatto-

Rise per poi arrossire di nuovo.

-Keith giusto?-
Allungò una mano

-Si, Veronica?-

La sua presa era salda, pareva uno sicuro. Come poteva non sentirsi a disagio in quelle condizioni?

-S-si- Quasi sussurrò, troppo presa dalle sue spalle larghe e dal collo.

STUCK HERE | KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora