10.

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Il giorno seguente non si rividero e neanche quelli dopo.

Ma entrambi avevano una dannata voglia di stare insieme.

Il loro rapporto stava cambiando e forse, ora, erano ancora più divisi.

Non più dall'odio o dalla rivalità, che rimaneva insediata imperterrita e rispuntava in un qualsiasi momento di... beh, in un qualsiasi momento.
Chi finisce prima la coda in cassa, chi arriva primo all'ultimo piano, il più bravo a disegnare, ballare, canestro con le cartacce nella spazzatura(...)

Qualsiasi cosa era buona per essere resa competitiva da quei due ragazzi.

Ma era forse quello, che oltre a dividerli, li teneva uniti.
Ora erano tenuti distanti dall'imbarazzo, la paura di una parola pronunciata al momento sbagliato o anche solo di sfiorarsi le mani.


-Secondo me non era così male-,

Lui alzò le sopracciglia,

-Che? Lavanda è il peggior personaggio mai inventato.
Non aveva ne un ruolo ne uno scopo se non altro quello di far soffrire Hermione, come se non avesse già altre cose a cui pensare-.

-Te ne si è sciolta una-

Pidge era sul letto accanto a Keith, occupata facendogli piccole treccine dietro il collo, che subito dopo si snodavano.

-Non farla troppo stretta, sennò mi rimane per giorni-,

il ragazzo era distratto, disegnava sul tablet,

-Io trovo che ti stiano molto bene, e poi tranquillo, ne ho fatte solo due permanenti-, -Cos?-,

Portò di scatto la mano dietro la nuca controllandosi le ciocche.

-Non ti piaci?-

La ragazzina aveva aperto la fotocamera del cellulare per scattargli una foto e poi fargliela vedere.

-No.-,

Lei roteò gli occhi,
-Beh sappi che sei davvero carino.-

Fece per poi avvicinarsi cercando di sbirciare su cosa stesse lavorando il corvino.
Non sembrava uno dei suoi soliti lavori.

–Lontana.-

Non era una giornata particolarmente soleggiata, i raggi a stento attraversavano la vetrata illuminando leggermente le punte dei capelli scuri del ragazzo.

-Devo prendere un libro che ho dimenticato.-

Shiro spalancò la porta della camera di Keith.

–Oh ciao Katie-.

Il coinquilino non era a conoscenza di niente, ne della cotta perenne verso Lance, anche se con il tempo l'aveva intuita, ne del bacio della sera pima; di cui Pidge invece conosceva i minimi dettagli.

Lo aveva costretto, perché di norma Keith era uno taciturno.

-Si è fatto tardi è meglio che vada-

La ragazza radunò le sue cose e si dileguò.
Lasciando Keith al suo destino.

Shiro stranamente non aveva fatto domande sulla sera prima.

-Sei tornato molto tardi ieri..- Ecco appunto.
Keith stava giocando con una delle sue treccine.

-Credevo stessi dormendo- Abbassò lo sguardo.

-Non c'è bisogno che tu ti senta a disagio. Mi sono sorbito già troppe volte
l'elenco dei difetti di Lance.-

Di cui Keith era innamorato perso, dal primo
all'ultimo.

-Non ho bisogno di una conferma anche quest'anno-

Si, non gli avrebbe raccontato di come aveva passato la nottata prima.

-E non credo che tu abbia interesse per Pidge o per l'altro suo amico-

Parve più una domanda che una affermazione.

Keith sospirò,
-Vado a farmi una doccia-.

Poi si chiuse in bagno.
Era illuminato solo dalla luce artificiale del piccolo lampadario, con le imposte in legno che sbarravano la finestra.

L'acqua scorreva calda sulla sua pelle forse troppo chiara. Si fece passare più volte la mano tra i capelli bagnandoseli per bene, poi iniziò a insaponarsi.

Perfino la doccia la trovava stressante.
Lance era costantemente nei suoi pensieri, e sempre di più lui si stava odiando.
Come poteva perdere tempo con un ragazzo come lui, già dalle medie aveva capito che fossero diversi.
Non avrebbero mai avuto una relazione stabile, nemmeno di amicizia.

Uscì dal bagno, aveva dimenticato i vestiti puliti in carema, si era portato solo la biancheria.

-Cos'hai dietro il collo?-

Shiro era ancora in camera sua. Aveva preso posto sulla sedia della scrivania e stava leggendo un libro. Probabilmente quello che poco prima stava cercando.

Il corvino non rispose, prese un asciugamano e iniziò ad asciugarsi i capelli.

-Lividi?-

I'uomo aveva un sopracciglio alzato, consapevole della situazione.

-Sono caduto-

Si mise la maglia.

-Hai avuto un incontro ravvicinato con un procione?-

Non ci casca.

-E quei tagli sulle tue labbra?-.

Aveva riposato il suo sguardo sul capitolo cartaceo.

-Mi è tornato il vizio di mordicchiarle...-

Cercava di rimanere il più impassibile possibile.
Senza mai incontrare gli occhi di Shiro.
Ci fu silenzio.
Doveva dire qualcosa.

Sbuffò, -Da quando devo trovarmi scuse?-

Lui alzò gli occhi con un sorriso,

-Voglio solo accertarmi che..-, -La la la la. Smettila, non ho più sedici anni-.

Il maggiore si alzò in piedi scoppiando in una risata.

-Lo so bene ma-
Keith lo abbracciò, molto probabilmente per evitare l'argomento.

–Grazie-, gli diede un pugnetto sulla spalla notando lo sguardo ironico del maggiore,

-Sono sincero. Tu ci sei sempre per me. Sei uno su cui io possa contare, che mi protegge. Certe volte anche troppo-

l'uomo sorrise ricambiando il gesto d'affetto,

-Quindi, grazie. Davvero-.

-Non credere che tu ti sia salvato dalla conversazione-

Shiro si staccò raggiungendo la porta di uscita.

Si girò, -Chi è?-

Lui non gli rispose.

STUCK HERE | KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora