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Ma la situazione cambiò.

E' incredibile come tutto possa ribaltarsi con un solo gesto.

Il ragazzo si era fiondato tra le labbra del castano.

Subito le iridi blu tornarono alla realtà, vedendo a se i capelli corvini colpiti dalla luce solare, che subito dopo si richiusero.

Permettendo al ragazzo di approfondire il bacio.

Il castano respirava in modo irregolare, -No sabes cuánto te quiero ahora-

Piegò la testa verso sinistra spingendo in avanti, costringendo Keith a spostare velocemente la mano dietro di se per reggersi.

Le bocche si divisero un attimo per prendere fiato.

Comparvero due sorrisi che i loro occhi non potevano vedere ma benissimo immaginare; ogni lineamento del viso ogni piccola imperfezione, tutto.

–Scusa-
Quasi bisbigliò lui indietreggiando per dargli modo di ritirarsi su, più comodo.

Lui ricongiunse le loro labbra.

Spostando la mano destra, rimasta sul collo del ragazzo, alla spalla, per poi accartocciare una parte della maglia bianca.

L'altra che prima gli fungeva da sostegno ora si spostava dal ventre agli addominali, accarezzandogli la pelle nuda.

In un momento tutte le preoccupazioni erano al secondo posto, tutte le distrazioni esterne inesistenti; e dire che nel mentre era scattato l'antifurto di un auto, fortunatamente il rumore fastidioso aveva smesso di risuonare dopo poco.

La riproduzione della musica continuava, ora con Powerful dei Major Lazer.

Questa volta fu Keith a spingere in avanti, costringendo Lance quasi a sdraiarsi.
Il bacino intrappolato tra le ginocchia del corvino.

–Hey-
Il ragazzo si morse un labbro.

In un attimo con una mano sulla vita del moro, lui, ribaltò la situazione scambiando i ruoli

-Hey-

Keith roteò gli occhi per poi continuare a lasciare impronte umide sul suo collo e con le dita giocare con i ciuffi ribelli del ragazzo.

Lance si teneva alzato con i polsi in modo da non fargli male pesandosi.

Le gambe s'incrociavano e le cosce sfregavano l'una contro l'altra. Il corvino portò entrambe le mani alle guance di Lance bloccandogli il movimento fluido che ormai la sua bocca aveva preso.

Si allontanò leggermente per vederlo in viso.

-Ho sete-

-Tu hai cosa?-
Era piuttosto stupito.

–Voglio un bicchiere d'acqua-

Lo baciò un'ultima volta per poi indicare con la coda dell'occhio la via della cucina.

Sospirò
–Torno subito-

Keith aprì gli occhi, si ritirò su dalla posizione stravaccata che aveva assunto durante il sonno, Lance era ancora lì accanto a lui.

-Dormito bene?- Sorrise.

-Sembrava un sogno intenso, parlavi. No tranquillo, non capivo niente, mugolavi, in coreano credo-

L'altro si tranquillizzò. Non del tutto, aveva appena sognato una pomiciata con Lance.

–Bene-
Pareva scosso, e come biasimarlo

-Mi prendo un momento di relax sotto l'acqua calda.-

Il corvino si stiracchiò portando le braccia dietro la schiena per poi avanzare verso la doccia.

Lo scricchiolio dei gradini rituonò in tutto il salotto.

Era una casa accogliente.
Il divano era di un giallo sbiadito, piacevole come colore.

Le due poltrone ai lati rivolte perpendicolarmente alla faccia del sofà erano di un marrone-arancio, in pelle.

La maggior parte del parquet era coperta da tappeti di dubbio gusto.
Probabilmente erano passati di casa in casa da generazioni.

Raggiunse il primo piano ma proseguì, voleva esplorare un po' la zona.

Arrivato al secondo, una mano sulla sinistra si aggrappò a lui tirandolo bruscamente all'interno della stanza.

Era una camera da letto rosa-chiara e bianca.
Molto luminosa, appena i suoi occhi si abituarono alla luce capì chi aveva difronte.

Rachel con le braccia incrociate aspettava di parlare mentre Rebecca, seduta sul letto, imbarazzata si nascondeva tra i cuscini.

-Stasera la cena si farà giù, dove c'è la grande tavolata-

Keith si stava ancora orientando.

-Quella dove i nonni di solito giocano. Sai perché?-
Lui alzò un sopracciglio.

-Domani è il mio compleanno e di conseguenza anche quello di Lance-

Il corvino piegò la testa sorridendo
–Vuoi un regalo?-

-A me basta una tua foto, è a Lance che devi pensare-

Keith rise appena concentrandosi con lo sguardo sulla minore.

In pochi minuti aveva inquadrato perfettamente che tipo di persona fosse Rachel.
Era stato partecipe di alcuni racconti da parte di Lance riguardo a delle pazzie alle feste della sorella.
E ora capiva bene che quando raccontava non esagerava affatto.
Rachel era davvero una bella ragazza, non le mancava niente, a parte un po' di prudenza, era una che amava lasciarsi trasportare e godere dei giovani anni.

Il corvino non fece a meno di notare quanto le movenze, gli occhi, la parlata e perfino la risata, fossero simili a quelle di Lance.

Era quasi attratto da lei.

-Keith? Mi stai ascoltando-
La castana lo risvegliò dai suoi pensieri.

-Devi andare questo pomeriggio a comprarlo o non c'è la farai con i tempi-

-Perché lo festeggiate stasera?- Keith si appoggiò al muro.

Becky guardò la sorella con fare di sfida
-Beh perché così la sera dopo può andare a sballarsi nei locali-

Rachel si morse il labbro.

-Imbarazzata Rachy? Usciremmo comunque. C'è la festa in paese e niente ci vieta di passare la notte in una discoteca. Magari è la volta buona che fai qualcosa con un ragazzo, ci sarà anche Kei-

-Ok! penseremo domani a cosa fare-
Concluse paonazza come mai, non consapevole dell'omosessualità del corvino.

Fu allora che Keith decise che era quello il momento adatto per andarsene.

-Vado farmi una doccia-
Poi uscì.

Dalla camera ora chiusa poté udire un urlo da parte della maggiore "sei impazzita? Avrà tre anni in più di me!"

Come se il problema fosse l'età.

Keith tornò nella sua stanza con una piccola risata che venne subito soffocata alla vista di Lance.

–Non andavi "sotto l'acqua calda"?-

-Ero in camera di tua sorella, ora vado mamma-
disse in modo sarcastico scuotendo la testa, per poi prendere un asciugamano.

–Tu cosa?!-

Il corvino gli fece l'occhiolino per poi dileguarsi definitivamente in bagno.

STUCK HERE | KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora