21.

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Per quanto in quella casa ci fossero una ventina di persone, pareva sempre vuota. Era perfino difficile poter incontrare qualcuno per caso.

I gradini scricchiolavano come al solito.
Il corrimano era caldo. Lance proseguì svelto verso la cucina.

Keith raggiunse il divano del soggiorno per poi spostare lo sguardo sul pianoforte a coda in un angolo dell'immensa sala.
Si guardò intorno, non vide nessuno.

Si sedette, erano passati anni dall'ultima volta che aveva posato le sue dita sui tasti.
Chiuse gli occhi, eliminò in un istante tutte le distrazioni esterne e si concentrò solo su ciò che aveva davanti.

Improvviso qualche accordo, finché non si sintonizzò su un giro che conosceva.

-We are runnin' so fast and we never look back and whatever I lack, you make up.
We make a really good team and not everyone see.
We got this crazy chemistry between us-

La sua voce risuonava nella stanza, l'eco si espanse per tutta la casa arrivando anche alle orecchie dei fratelli intenti a fare colazione.

Lance aveva lo sguardo fisso nel vuoto, le iridi celesti dilatate.

–Questo è Keith?-
Chiese il maggiore dei tre.

-Wow- Veronica e Rachel si guardarono arrossendo.

Il castano si diresse verso l'entrata principale, si fermò appoggiandosi allo stipite della porta continuando a mangiare la sua fetta biscottata.

-Jump starting your car 'cause this city's a bore.
Buying e-cigarettes at the convenience store, making new clichés on our own little tour.
Let's ride.
You don't have to say I love you to say I love you.
Forget all the shooting stars and all the silver moons.
We've been making shades of purple out of red and blue.
Sickeningly sweet like honey, don't need money, all I need is you, all I need is you, you-

Keith non lo aveva notato, continuava credendo fosse l'unico a poterlo sentire.
Si sentiva libero, diceva ciò che pensava.

Il piano era davanti ad un'enorme vetrata da cui penetravano ampi fasci di luce che gli illuminavano i capelli con sfumature rossastre.

Lance voleva dirgli che era bravo, che la sua voce lo faceva sentire bene, che ciò che stava dicendo lo pensava anche lui. Ma non lo fece, non voleva fermarlo, interrompere l'atmosfera. E poi non era detto che si stesse riferendo a lui.

Si poggiò lungo una colonna, restando in piedi.

Così decise di cantare.

-We try staying up late, but we both are light weights. Yeah we get off our face, too easy.
Prese un bel respiro e continuò con lui, And we take jokes way too far, and sometimes living's too hard, we're like two halves of one heart. We are, we are, we are-

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