Solo io e te

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"Cazzo, ho dimenticato il cellulare in macchina. Torno subito."

David va via più veloce di com'è arrivato, e Maxence si ritrova a fissare la porta da cui è uscito il suo nuovo capo con gli occhi sbarrati per il terrore. Non se lo era aspettato così il giorno del suo provino, per niente, si era preparato ad essere professionale, affidabile, serio, eppure si è ritrovato improvvisamente catapultato in questo mondo di matti e non sa come comportarsi.

Axel, così si chiama il suo collega che interpreta il ruolo di Lucas, richiama la sua attenzione schiarendosi appena la voce. Ha una t-shirt blu addosso che gli sta dannatamente bene, i suoi occhi spiccano sul nasino arrossato per il sole. Maxence non ha mai baciato un ragazzo ma qualcosa gli dice che gli piacerà baciare Axel, e che per qualche assurda ragione è contento che sarà lui il primo della sua vita.

"Ti vedo ansioso" la butta lì Axel, poggiandosi contro il muro alle sue spalle.

"Uh. Io, veramente - "

"Sei ansioso."

"Okay, sì" si arrende Maxence, sbuffando un sorriso. Non ha senso mentire con Axel, alla fine non è un suo superiore ma un suo collega, un suo pari, può confrontarsi con lui. Deve farlo, anche perché sarà praticamente l'unico con cui reciterà per un bel po' di tempo. "Non ci fare caso, è che ci tengo davvero tanto a questo ruolo e poi già di mio sono un tipo piuttosto - sensibile, ecco. Forse non è la cosa migliore da dirti adesso che ci siamo appena conosciuti, ma qualcosa mi dice di doverti dire che sono particolarmente suscettibile."

"Lo vedo, stai tremando da quando hai messo piede qui dentro e mi hai ricordato tanto il mio primo giorno. Ma non serve, davvero. Ti do due giorni di tempo per capire che questa non è altro che una gabbia di matti, che David non è il nostro capo ma uno di noi e ti consiglio di capirlo presto perché non ha per niente bisogno che un novellino lo tratti con i guanti bianchi. Potrebbe montarsi la testa" lo avverte Axel, buttando lì una risata che lo fa sentire stranamente più tranquillo. "Va tutto bene. Sei il migliore qua dentro, cazzo."

"Come fai a saperlo?"

"Si vede che ci metti il cuore in quello che fai" risponde Axel con una scrollata di spalle. "Non puoi che essere il migliore se ci metti il cuore."

E davvero, Maxence non ha la minima idea di come Axel abbia fatto, ma la calma che gli ha trasmesso non l'ha mai provata prima d'ora.


***



"Sono pronta per parlare. Vediamoci al solito bar sotto casa tua tra un'ora."

Solo quando riceve questo messaggio due giorni dopo la fuga a Lione, Maxence decide di uscire di casa anziché starsene chiuso tra quelle quattro mura a rimuginare, ad essere arrabbiato, a pensare per quale diavolo di motivo si è svegliato in quella stanza d'albergo a Lione da solo, aspettando, sperando che Axel tornasse per tutto il giorno, per poi vedere le proprie speranze frantumarsi dopo quella storia su Instagram in cui era sul treno per Parigi insieme a lei. Si è sentito ferito, arrabbiato, deluso, Axel non ha risposto alle sue telefonate e non si è preoccupato di chiamarlo, lo ha semplicemente lasciato da solo in una città che non conosceva e in cui era andato soltanto per vedere lui. Così ha preso il primo treno per Parigi quella sera, ma non ha trovato Axel in casa e non lo ha mai visto tornare. Da un momento all'altro è sparito, così, e a quanto pare sparire è la cosa che gli riesce meglio così ha smesso di cercarlo e ha cominciato semplicemente ad essere arrabbiato con lui, e allo stesso tempo si è ritrovato a stare chiuso in casa perché una parte di lui sperava e aspettava di vederlo ritornare, di sentire Ouba abbaiare sul pianerottolo e di vedere di nuovo la sua faccia. Solo che in questi due giorni non è mai successo.

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