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Ottobre 2020

"E così me ne sono andato anch'io" conclude il suo racconto Axel, abbandonando la testa contro lo schienale del divano. Leo lo osserva e si lascia andare ad un sospiro pesante, guardandolo con rimprovero.

Axel non beve, mai. Non è quel tipo di ragazzo, tra l'altro è già esuberante di suo e l'alcol non gli serve affatto, sono rare le volte in cui si è ubriacato e tutte le volte è stato così male fisicamente da ricordarsi seriamente di non ubriacarsi mai più. Per questo motivo Leo si è preoccupato quando Axel è entrato in casa stasera con della Tequila e la Vodka a Pesca. Si è limitato a dire "ho litigato con Maxence" prima di lasciarsi cadere sul divano e cominciare ad ingurgitare un po' di Vodka dalla bottiglia. Leo si è limitato a sedersi accanto a lui e, dopo aver cercato di strappargliela via, si è lasciato convincere a bere assieme a lui. Ora sono entrambi completamente ubriachi e nessuno dei due vuole saperne di smettere di bere.

"Axel" sbotta Leo, stringendosi le tempie per, in primis cercare le parole, e poi mettere insieme una frase. "Okay. Uh. Io non - mi ricordi perché avete litigato?"

L'amico osserva il vuoto per qualche istante, prima di cominciare a ridere. "Non me lo ricordo. Leo! Ti avevo detto di ricordarlo tu! Sei proprio un amico di merda."

"Ehi, scusami" risponde stizzito Leo, concentrandosi per ricordare. Ma niente. Questo mese è la seconda volta che Axel e Maxence litigano per cose stupide, ed è almeno la tredicesima volta negli ultimi tre mesi: incomprensioni, o perché Maxence è nervoso, o perché Axel è troppo immaturo nelle relazioni. Non riesce a ricordare il motivo di questa lite.

"Come ci sono finito in questa situazione?" domanda Axel, facendosi improvvisamente serio. "Quand'è che sono diventato grande e sono finito impicciato in una relazione da persone adulte?"

"Come riesci a fare tutte queste domande? Siamo ubriachi" gli fa notare Leo, completamente andato.

Axel si gira a guardarlo, gli occhi lucidi per l'alcol e le dita strette attorno al collo della bottiglia. "Certo che sei proprio bello. Sono ancora offeso per questa cosa che non hai avuto con me la tua esperienza gay."

Leo non lo sa come succede. Non ha il tempo di realizzarlo. Sa soltanto che dopo pochi secondi la bottiglia che Axel stava tenendo è poggiata sul pavimento e lui è seduto sul suo bacino, con le mani attaccate al suo viso e le labbra sulle sue. Leo è troppo ubriaco per pensare, per ricordare, per dire qualcosa o per essere lucido quindi lo lascia fare. Le loro lingue si incontrano a metà strada e si dimenticano del resto. Questa notte esistono soltanto Axel e Leo, i due amici che sono cresciuti uno accanto all'altro e che hanno sempre sbagliato insieme. Come ora. Come sempre.

***

"Ti sei perso uno spettacolo ieri sera" gli dice Eric, mentre lui e Axel sono seduti su una cassa in un angolo del palco. I ragazzi che interpretano i ruoli minori sono sparsi un po' ovunque, seduti a terra e con i loro copioni in mano mentre li rileggono silenziosamente. A minuti cominceranno la prima prova dopo giorni di esercitazioni e incontri e sono tutti piuttosto emozionati per questo. "Leo e Orfeo hanno litigato. Mentre eravamo a cena. Dopo ti racconto meglio, ma è uscito fuori che Leo si sente trascurato da quando Orfeo e Annabelle si sono sposati e hanno avuto un figlio."

"Oh Dio, glielo ha detto finalmente" risponde Axel, un po' divertito e un po' dispiaciuto di non essersi unito ai suoi migliori amici ieri sera. Aveva troppi pensieri per la testa a causa delle prime prove di oggi e ha preferito non uscire. Lui, Orfeo e Leo sono stati da sempre il magico trio, ma Eric ha saputo integrarsi bene nel gruppo ed è diventato uno di loro. Di questo Axel n'è contento perché lui, al contrario, col passare del tempo si è distaccato un po' per concentrarsi sul lavoro ed è contento che Eric, in qualche modo, riesca a colmare la sua assenza.

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