Felice a metà

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"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color delloro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."

- Il Piccolo Principe







20:30

Ha mantenuto la calma per tutto questo tempo, lo ha fatto durante i provini, le prove dello spettacolo, quelle generali che hanno fatto ieri, ma ora Axel si sente nel panico più totale. Sta qui, con il suo completo elegante, sulla soglia della porta a guardare tutti i suoi attori che si preparano per la prima e sente che sta per vomitare. Come se a dover andare in scena, fosse lui. E forse sarà per questo, sarà perché in scena non ci va, lui che si è sempre fidato soltanto di se stesso, adesso deve affidarsi ad una compagnia pazzesca che ha messo insieme con le sue stesse mani. E se uno di loro avesse ansia da prestazione? E se Mathias, che è qui alla sua prima esperienza, si bloccasse e non riuscisse a parlare davanti ad un pubblico così vasto? E se la Rosa dovesse dimenticare le sue battute?

Fa un passo indietro, vuole uscire da questa stanza, vuole allontanarsi, vuole aria. Continua ad indietreggiare fino a che non si scontra con qualcuno di grande, di massiccio. Si gira di scatto per vedere chi è, e quando si ritrova davanti David, si precipita tra le sue braccia come un bambino terrorizzato da un temporale. Ha il respiro tremante e si aggrappa a lui come se ne dipendesse la vita, mentre il regista a cui si è ispirato di più gli sorride contro l'orecchio e lo tiene stretto a sé.

"Axel. Ehi" gli dice dolcemente, accarezzandogli i capelli. "Ehi. Andrà tutto bene."

"Non sono mai stato in ansia prima di uno spettacolo, mai" mormora Axel, staccandosi da lui e guardandolo allarmato. "Non capisco, cosa mi sta succedendo? Sono stato bravissimo - "

"Lo sei stato" conferma David, con un sorriso sulle labbra. "Però, vuoi sapere il motivo per cui sei così agitato? Perché hai sempre voluto fare tutto da solo. Facevi spettacoli da solista, sul set ti scontravi continuamente con chi recitava le scene con te perché volevi che fossero fatte magistralmente, sei sempre stato come - come una goccia d'acqua. Piccola, ma fa rumore. Quindi sì, sei stato bravissimo e sono orgoglioso di te, ma - ma tu, Axel. Tu. Tu non sei fatto per stare a bordo campo a dare ordini. Tu hai bisogno di scendere in campo a giocare, di segnare con i tuoi stessi piedi il goal della vittoria. Non sei fatto per stare qui a chiederti se la tua squadra giocherà bene come avresti fatto tu. Tu sei uno spirito libero, e per te questo è come stare in gabbia."

Axel capisce bene cosa sta cercando di dirgli David: questa esperienza da regista è andata bene, più che bene, ma non fa per lui. Non gli fa battere il cuore. Abbassa lo sguardo, non sapendo se essere spaventato da questo, ma David gli prende il viso tra le mani e cerca i suoi occhi. "C'è solo una persona di cui ti fidi come ti fidi di te stesso. E guarda caso, è il tuo protagonista. Devi fidarti di nuovo. Solo un'altra volta."

Axel chiude gli occhi per un attimo, ripensa agli scontri con Maxence sul set di Skam, alla sintonia trovata che lo ha sorpreso come un pugno nello stomaco. Alle volte in cui ha detto e pensato che sarebbe stato bello recitare con Maxence a teatro. David gli da un bacio sulla fronte, un ultimo in bocca al lupo prima di entrare nella stanza in cui ci sono gli attori. Lo vede dirigersi verso Maxence, Maxence che oggi è bellissimo da togliere il fiato.

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