Il peggio è passato

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Maxence si sente un perfetto idiota, mentre fa partire la chiamata ad Axel.

Tra uno squillo e l'altro si ritrova lì a sentirsi un coglione per non aver calcolato bene i tempi. Gli aveva detto che stasera sarebbe andato finalmente al suo spettacolo, ma non aveva considerato che oggi aveva preso un appuntamento col tatuatore e tra l'altro, con il braccio che gli fa malissimo con il tatuaggio appena fatto, sta correndo per andare a fare un'intervista e un mezzo shooting che non ha la minima idea di quando finirà. Questa giornata è assurda e soprattutto non sembra avere affatto il tempo per correre anche a teatro stasera. Dovrà per forza andarci un altro giorno.

"Salve, risponde la segreteria del bellissimo e talentuoso Axel Auriant che è maledettamente in ritardo. Come sempre" Maxence per un attimo crede che Axel abbia seriamente registrato un messaggio in segreteria, ma poi alla fine realizza che sta facendo soltanto lo stupido come al solito e si lascia andare ad un sorriso. "Mi spieghi perché ogni volta che mi mettono le prove prima dello spettacolo faccio tardi?"

"Perché sei una diva, le dive arrivano sempre in ritardo" risponde Maxence a tono, sentendo la risata leggera di Axel dall'altra parte del telefono. "E, a proposito di ritardo, temo che non riuscirò a venire questa sera a vederti" gli dice a malincuore, mentre guarda a destra e sinistra per attraversare la strada. "Avevo calcolato male i tempi, ho ancora l'intervista da fare e non ho la minima idea di quando finirà. Ci sto andando ora, ma in realtà l'appuntamento è tra un bel po'. Mi dispiace tantissimo, Ax."

"...Oh, no, non fa niente" sussurra Axel, forzando un sorriso che risulta falso anche se Maxence non lo può vedere. "Mica è colpa tua, e poi io faccio tipo tre spettacoli a settimana. Puoi venire quando vuoi."

Maxence avrebbe dovuto prevedere che Axel ci sarebbe rimasto male. Tende sempre a pensare a lui come una persona matura e ragionevole, cosa che di fatto è, ma è anche incredibilmente sensibile e umano e probabilmente contava tantissimo sulla sua presenza questa sera. Si sente davvero orribile per averlo deluso in questo modo. "S-sì, già, verrò sicuramente al prossimo."

"Sicuramente" risponde Axel fiducioso, tentando di nascondere la vena di tristezza. "Uh, io ora devo proprio andare. Stavo per entrare a teatro quando mi hai chiamato e sono in ritardo."

"Certo, vai, corri. In bocca al lupo per stasera."

Maxence chiude la telefonata con un solo pensiero: stasera andrà allo spettacolo di Axel.

Costi quel che costi.

***

Axel è sul palco e lo spettacolo è cominciato da dieci minuti quando nota Maxence seduto tra il pubblico. Per un attimo teme di avere le allucinazioni, di aver sognato così tanto questo momento da averlo addirittura immaginato, ma non può essere un sogno. Lui è lì. Lo vede. Lo vede ridere alle sue battute e sorridere stupito alle scene più tenere, applaudire quando può farlo e non togliergli gli occhi di dosso neanche per un attimo. Si sente così felice per la sua presenza che si ritrova anche a cambiare una battuta dello spettacolo: "La signora Danet-Fauvel è qui per problemi vaginali" dichiara, lanciando un'occhiata veloce a Maxence tra il pubblico che ride come un pazzo. È così intensa la sua presenza qui che quando Axel finisce lo spettacolo si sente come se avesse appena concluso una prima e non l'ennesima replica.

Va dietro le quinte e si dirige velocemente verso il camerino per cambiarsi, vuole fare in fretta per uscire fuori e baciare Maxence fino a togliergli il respiro, ma appena arriva nella stanza nota un fascio di girasoli sul tavolo ad aspettarlo. Li raggiunge per osservarli più da vicino e nota un bigliettino:

"Al mio attore preferito. Mi sento così fortunato ad averti nella mia vita. Ti amo. M."

Axel sostituisce i fiori che una fan gli ha portato qualche giorno fa nel vaso con l'acqua, poi si cambia velocemente come probabilmente non ha mai fatto nelle ultime quasi cento serate passate in questo teatro. Ha bisogno di uscire fuori, di vedere Maxence, di stringerlo forte e di toccarlo con le sue mani per assicurarsi che sia reale e che sia capitato davvero e proprio a lui.

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