In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino..."
- "Il Piccolo Principe"
"È vero?"
Axel non si aspettava di certo di ricevere una visita del genere di domenica pomeriggio, l'unico giorno della settimana in cui è libero dal lavoro. Ma soprattutto, non si aspettava che la visita in questione fosse da parte di Maxence, che non bussa alla porta di casa sua da almeno otto anni. Anche se era una casa diversa. Anche se erano giovani e innamorati e tutti i problemi del mondo sembravano nulla.
"Come hai fatto ad avere il mio indirizzo?" gli chiede Axel, facendosi da parte per lasciarlo entrare.
"Eric" si limita a rispondere Maxence, permettendosi di far scivolare lo sguardo sul suo regista mentre si gira per chiudere la porta. Ha un paio di pantaloni neri morbidi addosso, una felpa dello stesso colore con qualche strano disegno sopra. Per un attimo gli sembra di rivedere il suo Axel, quello che si è lasciato alle spalle tanti anni fa e non pensava di dover piombare in casa sua di domenica e senza preavviso per poterlo rivedere. Anche se solo per un attimo. Anche se per una stupida illusione. Axel oramai è questo, un uomo di quasi trent'anni concentrato soltanto sul lavoro, triste e frustrato.
"Accomodati pure, finisco un attimo questa telefonata e arrivo" gli dice Axel, sollevando il cellulare di nuovo contro l'orecchio e dirigendosi verso un'altra stanza, senza aspettare una risposta. "Leo. Ehi."
Maxence resta definitivamente da solo quando Axel chiude la porta della camera in cui si è rifugiato, così decide di seguire il suo consiglio e andare ad accomodarsi sul divano. Risentire il nome del migliore amico di Axel gli ha fatto un certo effetto, deve ammetterlo. Si trova a domandarsi cosa sia successo tra di loro, è inevitabile dopo quello che è successo. Hanno fatto sesso di nuovo? Hanno provato a stare insieme? Fanno ancora sesso ogni tanto o sono soltanto amici?
Non ha intenzione di pensarci adesso perché non è questo il motivo per cui è venuto qua, così si impone di lasciar perdere. Si incammina verso il grande sofà grigio che è al centro del salone, si guarda intorno e cerca di familiarizzare con questa nuova casa che mai e poi mai avrebbe abbinato ad una personalità come quella di Axel. C'è la mano di un design in questo posto, si vede, ogni dettaglio di questo appartamento non è stato lasciato al caso, con la parete attrezzata nera e il grande televisore a plasma tra la collezione di dvd. Ci sono dei quadri appesi alla parete, un terrazzo che affaccia sulla Tour Effeil, talmente visibile che non gli serve neanche uscire fuori per accorgersene. Riesce a notarlo dalla portafinestra del soggiorno.
Si siede sul divano e continua a guardarsi intorno, a scrutare ogni dettaglio di questo posto, e quando pensa di aver guardato tutto nell'attesa si ritrova a chiudere gli occhi e in un attimo non è più qui. È nell'appartamento di Axel, quello del loro vecchio condominio e con la signora Amelie come vicina. La casa non troppo grande ma spaziosa, luminosa quanto bastava e con la pila di libri sul pavimento contro il muro perché in tutto il tempo che era stato lì non aveva mai trovato il tempo di comprare una libreria per sistemarla. Le scatole con le lettere delle fans e il suo armadio disordinato dove si nascose quando la madre arrivò a portargli il bucato dopo che li aveva visti a letto insieme. Fruga ancora tra i suoi ricordi e tra i più belli ovviamente non poteva che arrivare Ouba, le serate passate insieme sul divano a coccolarla mentre un Axel geloso richiedeva più attenzioni.
E sembra uno strano scherzo del destino perché mentre se ne sta qui, ad occhi chiusi, a ricordare, improvvisamente qualcosa gli sfiora la caviglia. Riapre gli occhi di scatto, spaventato, e sporgendosi in avanti vede una piccola palla di pelo dall'aria familiare. E l'emozione prende il sopravvento. "Oh mio Dio - Ouba, amore. Sei qui" si scioglie come gelatina mentre la solleva dal pavimento e se la stringe tra le braccia. La prima volta che l'ha vista aveva pochi mesi, era così piccina e fragile e Axel ancora non si fidava a lasciarla sola a casa, questa cosa alla fine diventò un abitudine e non riusciva a lasciarla a casa sola neanche quando aveva più di un anno. Adesso sembra così piccina, ancora fragile ma per motivi diversi. "Siamo diventati grande eh piccoletta? Tra un po' compi dieci anni."
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Pas peur
FanfictionAxel Auriant e Maxence Danet Fauvel si conoscono sul set di Skam France e la chimica è immediata. I due vanno d'accordo fin da subito e tra loro nasce un bellissimo rapporto, un sentimento che va oltre qualsiasi forma d'amore abbiano mai sperimentat...