Unico al mondo

2K 103 21
                                    

"Axel, la porta! Ti prego vai tu."

"Sto andando! Sfaticato" sospira Axel, lanciando un'occhiata veloce al suo migliore amico che se ne sta spaparanzato sul divano a guardare una serie tv senza avere alcuna intenzione di muovere un muscolo.

Axel apre la porta e si ritrova davanti Maxence, scontato come i saldi in piena estate. "Ciao" lo saluta, con un sorriso dolce stampato sulle labbra. Axel riesce a rimanere impassibile, non sa neanche lui chi gli da la forza di volontà di non cambiare espressione e richiudere la porta come se non fosse successo nulla. Percorre a ritroso la strada che ha fatto per andare a prendere la porta, passando davanti al soggiorno dove un Leo parzialmente curioso sta aspettando. "Chi è?"

"Hanno sbagliato" risponde Axel, andando dritto in cucina pur di cambiare stanza.

Leo ci sta quasi credendo, poi bussano di nuovo alla porta e un sospetto si fa strada nella sua testa. Stavolta è lui ad alzarsi per andare a vedere chi è, e quando aprendo la porta vede un Maxence mezzo divertito che lo guarda, gli porge un sorriso di scuse. "Mi dispiace. Non dorme da settantadue ore ed è sul punto di avere un esaurimento nervoso."

"Tranquillo, Leo, me lo aspettavo" risponde Maxence, ringraziandolo con un sorriso quando si fa da parte per farlo entrare in casa. "Vado da lui, va bene?"

"Sii convincente, per favore" lo supplica Leo, stremato. "Sono giorni che è intrattabile."

Maxence sorride di nuovo, rassicurandolo, e si guarda intorno per cercare il suo ragazzo. Affacciandosi alla cucina lo trova finalmente, e stringe le labbra per trattenere una risata quando lo vede in piedi sulla sedia e con lo sguardo rivolto fuori dalla finestra lì in alto. Si avvicina a lui e lo guarda, dal basso verso l'alto, con le mani affondate nelle tasche. "Axel. Cosa stai facendo?"

"La persona arrabbiata" risponde Axel, senza distogliere lo sguardo da fuori. "Le persone arrabbiate guardano sempre fuori dalle finestre con fare pensieroso."

"Sì ma non sei molto credibile lì in piedi sulla sedia" gli fa notare Maxence, cercando di non ridere.

"In soggiorno c'è Leo, in camera mia non mi avresti trovato subito e qui in cucina la finestra sta troppo in alto, okay?" sbotta Axel, girandosi soltanto per lanciargli un'occhiataccia. "Fatti gli affari tuoi."

"Ho visto Leo andare in camera sua, suppongo che il soggiorno si sia liberato se ti interessa."

Axel lo guarda, chiedendosi se fidarsi oppure no, e alla fine salta giù dalla sedia e lo sorpassa per uscire dalla cucina. Va in soggiorno, che stavolta è vuoto, e si mette a braccia conserte davanti alla grande finestra che affaccia sul palazzo di fronte. Maxence alza gli occhi al cielo, vedendolo così ostinato. Si sente disperatamente innamorato di lui. "Choupi, dai" gli dice dolcemente, facendosi più vicino e abbracciandolo da dietro. Axel è rigido come una corda di violino, ma non lo respinge.

"Hai bussato alla porta sbagliata, Henrik vive in Norvegia. Rocco in Italia. Potevi rimanere lì" gli dice Axel acido, voltandosi tra le sue braccia e spingendolo via. "Ma ti rendi conto? Hai flirtato non con uno, ma con due, due ragazzi! Due! Cosa credi, che dopo aver passato una settimana in Italia a fare il puttaniere, ora puoi venire qui, abbracciarmi e farmi sciogliere? Non funziona così."

"Ma la smetti? Non ho flirtato proprio con nessuno" risponde Maxence, mordendosi il labbro inferiore per non sorridere così spudoratamente. Adora vederlo geloso, è una cosa che lo fa impazzire, per questo negli ultimi giorni in Italia si è divertito tantissimo a rigirare il coltello nella piaga. "Ho visto che ti dava fastidio e ho continuato perché sono un egocentrico senza speranze che farebbe di tutto per avere tutte le tue attenzioni. E sono anche un idiota che è stato lontano da te per una settimana e che sente la tua mancanza e si sta pentendo di averti fatto arrabbiare perché muore dalla voglia di abbracciarti."

Pas peur Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora