L.

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Era in quei corridoi che tutto prendeva vita
e forma
e i secondi diventavano millenni,
squillanti pensieri in attesa di un numero,
una parola che fosse reale...

Poi quei respiri,
affanno e ricordi sottolineati a matita,
cancellati,
riassunti
ripetuti...
Come attimi in fila indiana davanti al bar,
affogati nella circostanza sociale,
eravamo tutti uguali in fondo,
o forse no...

Forse non tutti riuscivano a distinguere
la facciata di un sussulto
e l'urlo silenzioso di quelli che se ne restavano in silenzio a rifrangersi sui registri
e le riunioni
le etichette
le discussioni
le valutazioni
e tutto impatta in maniera vorticosa,
segna in qualche modo
e convice se ascolti bene.

Ascolta che non è facile,
ascolta le parole
non i gesti che in quel mare di numeri adesso affondano.

Non respirano.

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