Siamo stanchi (?)

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Ogni mattina è sempre la stessa, medesima cantilena ripetitiva e sghignazzante di suoni odiosi, la sveglia che strilla sul comodino e la mia dannata coscienza che mi urla di sollevarmi dal sonno. Apro gli occhi, scosto le coperte e sono già in strada, in macchina con la radio che mi mette al corrente di quanto accade nel mondo mentre impreco nel traffico, vestito da lavoro con ancora il sapore amaro del caffè inghiottito in fretta e furia in quella che oso definire cucina. Un tripudio di piatti e pentole abbandonati alla decomposizione metallica da tempo immemore.

Trovo parcheggio, scendo e attacco a lavorare. Ennesima giornata immersa in chiacchiere normali, le scuse per tirare avanti e mentre la mia collega mi parla di quanto sia f o n d a m e n t a l e per lei la casa al mare, penso beatamente ai fatti miei. Le lamentele verso questa vita, poi, sono all'ordine del giorno.
C'era chi imprecava silenziosamente a destra e chi sonnecchiava a sinistra. Eravamo stufi di essere sfruttati lì dentro, 360 giorni l'anno a sfacchinare per due spicci! Siamo esseri umani! Abbiamo dei diritti noi...
In molti credevano fermamente in quelle parole. Erano diventate un motto con cui vantarsi giornalmente, con cui rivestire ogni discorso.
Io? Me ne stavo per conto mio.

Quella mattina però era diversa... C'era qualcosa nell'aria quasi frizzante.
La direttrice si degnò di rivolgerci la parola, era molto pimpante, tremava quasi tra le pieghe del suo tailleur scuro stirato male:

"Ragazzi! Devo informarvi di una cosa importantissima!"
Tutti impallidirono e stettero ad ascoltare:
"VI INFORMO CHE LA PROSSIMA SETTIMANA VI SARÀ LA CENA AZIENDALE!"
Le facce dei miei colleghi cominciarono a riassumere colore, un brusio di fondo si diffuse tipo sciame di mosche:
"Siete tutti invitati ad un ristorante DI LUSSO, tutto a spese dell'azienda! Mi raccomando, l'abito è fondamentale", continuò lei.

Vi fu uno sprazzo di energia nuova, un esulto manifesto dalle risate e dagli abbracci. Tutti avevano mutato faccia, cancellando ogni lamentela precedente, Fieri di lavorare per loro, Fieri della ditettrice:

"Che bello!"
"Cena gratis!"
"Ci divertiamo!"
"Ce lo meritiamo!"

Un clima goliardico si protrasse per tutta la giornata, una felicità incotrollata fatta di attese e ipotesi verso IL LUSSO!

Io? Io rimasi  per i cazzi miei...

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